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No, gli zingari non rapiscono i bambini... Il pregiudizio e la psicosi collettiva invece generano mostri

01 agosto 2007

Il Gip di Palermo Maria Elena Gamberini non ha convalidato il fermo di Maria Feraru, la nomade di 45 anni accusata di avere tentato di rapire, sabato scorso, un bambino di tre anni in un spiaggia di Isola delle Femmine, lungo la costa palermitana (leggi). Il provvedimento era stato disposto dai carabinieri della Compagnia di Carini. Il pubblico ministero titolare dell'indagine, Ennio Petrigni, aveva chiesto la convalida del fermo ma anche la scarcerazione della donna, non ritenendo necessario applicarle alcuna misura cautelare dopo che ieri mattina la testimone chiave dell'episodio aveva ritrattato le accuse.

Infatti, al di là delle decine di testimonianze raccolte dopo il presunto tentativo di sequestro, l'unica persona che aveva effettivamente visto qualcosa era stata A.D., una donna che sin dalle prime battute dell'interrogatorio reso domenica ai carabinieri, aveva ammesso di essere letteralmente ''terrorizzata dagli zingari''. Un atteggiamento mentale ribadito dalla teste anche ieri mattina, davanti al pubblico ministero che, per niente convinto, ha voluto risentirla di persona. La testimone ha detto di aver avuto paura, di avere provato la sensazione che Maria Feraru stesse tentando di portare via il bimbo di tre anni: dopo avere ricostruito minuziosamente i fatti, la testimone ha pure ammesso che non era stata la zingara a correre verso il bambino, ma il piccolo a scappare verso l'uscita dello stabilimento. La gonna - sotto la quale, secondo la versione passata di bocca in bocca e data per verità assodata, la rom avrebbe cercato di nascondere il bambino - si era aperta perché la Feraru si era piegata in avanti per raccogliere qualcosa.
Insomma, come la stessa A.D. ha riconosciuto, ''si è trattato di un fuoco di paglia''.

Significative sono state le parole usate dal Gip ordinando la scarcerazione della donna romena, per quella che ha definito una vicenda in cui la psicosi collettiva e il pregiudizio contro gli zingari si sono coniugati, producendo un mostro sbattuto in prima pagina per tre giorni. ''Se lo stesso gesto di piegarsi verso il bambino l'avesse compiuta una qualsiasi altra bagnante, sarebbe stato interpretato come manifestazione di comportamenti tutti leciti. Invece è stato visto come un atto idoneo a configurare un rapimento solo e soltanto perché posto in essere da una zingara''.
Secondo il giudice, inoltre, visto le testimonianze, non c'erano i presupposti nemmeno per procedere all'arresto in flagranza. Maria Feraru, difesa dagli avvocati Maria Antonietta Marchione e Giorgio D'Agostino, però sabato scorso davanti ai carabinieri non aveva aperto bocca. Un comportamento con cui aveva alimentato i sospetti su di lei.

Maria Feraru, che ieri pomeriggio ha lasciato il carcere Pagliarelli, ha soltanto dichiarato: ''Non volevo portare via il bambino''.

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01 agosto 2007
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