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No, la Sicilia non sta fallendo

Dal Governo: "Non c'è rischio default per la Sicilia. Il problema è di temporanea mancanza di liquidità"

19 luglio 2012

"Vorrei scusarmi per la brevità del mio intervento dovuto ad un imprevisto incontro urgente con il presidente del Consiglio, come imprevedibile è l'accavallarsi di scadenze politico-istituzionali interne ed internazionali". Così, ieri, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante un seminario di studio presso la biblioteca del Quirinale.
Al centro dell'incontro "imprevisto e urgente" l'iter dei provvedimenti in parlamento, la crisi europea e il default della Sicilia.
La notizia ha scosso non poco i siciliani, già pronti al peggio dopo "l'irrituale" richiesta via lettera che il premier Monti ha inviato al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, con la quale chiedeva la "certezza" delle sue imminenti dimissioni.
Finalmente, questa mattina sull'isola è soffiata una ventata di tranquillità. "Non c'è rischio default per la Sicilia. Il problema non è strutturale ma di temporanea mancanza di liquidità ed è stato risolto con trasferimenti per 400 milioni di euro già programmati". Questo si è appreso da ambienti governativi.
Il bilancio della Regione Sicilia è stato in attivo nel 2011 e nel 2010 - hanno ricordato le stesse fonti - e i fabbisogni delle Regioni regionali non sono automaticamente garantiti dall'Amministrazione centrale dello Stato. La spending review, ha spiegato ancora la fonte, prevede inoltre interventi di ottimizzazione per la spesa pubblica anche per le Regioni. Per le Regioni a Statuto speciale sono previsti interventi per complessivi 600 milioni già nel 2012.

Il governatore Lombardo, al centro di una vera e propria tempesta, ha commentato: "È la smentita di quanti, non disinteressatamente, hanno parlato di default e di rischio fallimento per la Sicilia con articoli, interviste e prime pagine di quotidiani nazionali".
Già ieri, comunque, il presidente siciliano era passato al cotrattacco, individuando nell'Udc e in Confindustria quelli che ha chiamato i veri "nemici della Sicilia".
"Non intendo prestare il fianco a chi non vuole che le elezioni si celebrino a fine ottobre. È impossibile che si mandi un commissario. Ci sono degli articoli che regolamentano le elezioni e chi governa nel periodo che precede le consultazioni elettorali in caso di dimissioni". Così ha esordito Lombardo, ieri pomeriggio in conferenza stampa.
"Non vogliono le mie dimissioni - ha aggiunto - Vogliono solo rinviare le elezioni. Per quanto mi riguarda è come se mi fossi dimesso ieri. Non voglio però che la Sicilia diventi merce di scambio, in caso di elezioni contemporanee con le politiche, per un ministero in più. Si deve votare prima".
"Ho chiesto di riferire in Consiglio di ministri sulla situazione della Sicilia. Al presidente Monti parlerò anche della scelta di dimettermi per consentire agli elettori l'esercizio al diritto democratico di scegliere un nuovo governo e un nuovo parlamento, entro un tempo costituzionalmente previsto, nel corso del quale viene assicurata la piena funzionalità dell'esecutivo. Incontrerò il presidente Monti martedì prossimo a Roma, a Palazzo Chigi".

E sul presunto default siciliano, smentito da fonti di Palazzo Chigi, il governatore ha detto: "Non è vero che la Sicilia è al default. Sono tutte fandonie. Il bilancio è certificato dalla Corte dei conti, compresi i residui attivi. Tre agenzie di rating monitorano i nostri conti. La nostra situazione è di BAA2, stiamo meglio di molte altre regioni. Siamo sullo stesso piano del Veneto. Il bilancio della Sicilia è di 27 miliardi, il debito di 5,5 miliardi, il Pil di 85 miliardi di euro. Se confrontiamo il Pil col debito della Regione e quello dello Stato capiamo meglio: lo Stato ha un Pil di 1600 miliardi e duemila miliardi di euro di debito. Inoltre, lo Stato ci deve circa un miliardo". "Ci tuteleremo in sede penale e civile contro i giornali che hanno parlato di fallimento della Regione. A Borghezio dico che se riuscisse a staccare la Sicilia dall'Italia saremmo ben felici perché potremmo usufruire di altri dieci miliardi e avere un grande boom economico".
Lombardo ha anche replicato alle frasi tweettate da Roberto Formigoni, suo omologo della Lombardia ("Rischio default Sicilia. Na terra accussì bedda, a stannu affunnannu. O Lombardo, di lombardu ha sulu u cugnomu?"): "Sono ben contento di essere Lombardo solo di nome. Di sicuro io non sto alle Antille sugli yacht dei miei amici, con le vacanze pagate come fa lui. Mi dispiace attaccare Formigoni che più volte ho difeso, ma se l'è cercata".

Poi, l’attacco ai veri "nemici della Sicilia": "Vorrei che taluni imprenditori facessero davvero il bene della Sicilia. Lo Bello l'ho incontrato alcune volte nel caso di inaugurazione di impianti fotovoltaici, tipo di investimenti che si è visto essere nelle mani dei mafiosi. Perché non fanno le cose positive invece di dire certe cose?", ha detto Lombardo a proposito delle dichiarazioni di Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria. "In questo quadro c'è anche l'Udc che vuole rimettere le mani sulla Sicilia - ha aggiunto - Sono pronto a confrontarmi con Casini, anche sui sette anni precedenti ai miei in Sicilia, fatti di termovalorizzatori e quant'altro".

Le parole "tranquillizzanti" sulla Sicilia arrivate dal governo, hanno però fatto strabuzzare gli occhi alla Lega Nord, che con una nota ha così commentato: "Incredibile è la soluzione che il premier trova per la Sicilia. Non si trovano risorse liquide da nessuna parte tanto che nella spending review addirittura Monti raschia il barile togliendo 900 milioni, tanti sono i soldi che le istituzioni scolastiche hanno sui propri conti correnti che il governo vuole portare tutto a Roma, e in un batter di ciglio il governo da 400 milioni alla Sicilia che altrimenti non riuscirebbe a pagare gli stipendi o per la compensazione crediti discriminando su questo il Nord virtuoso. Siamo all'assurdo. Poi ci lamentiamo che lo spread viaggia sui 500 punti".
Il segretario della Lega, Roberto Maroni, ha poi lanciato un "avviso" a Monti e Napolitano: "non pensate di far pagare ancora una volta al nord i debiti folli della Sicilia: ha già dato, ora basta!".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, AGI, Lasiciliaweb.it, Repubblica.it, Corriere.it]

- La Sicilia al centro dell'interesse nazionale (Guidasicilia.it, 18/07/12)

 

 

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19 luglio 2012
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