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NO MUOS

La Regione Sicilia ha revocato definitivamente l'autorizzazione per il Muos di Niscemi. Intanto, c'è tensione per il corteo di oggi...

30 marzo 2013

Il Muos non s’ha da fare. È quanto sostiene, stavolta "in via definitiva", la Regione siciliana che "ha revocato l'autorizzazione per la realizzazione del sistema satellitare della Marina Militare Usa a Niscemi". Ad annunciarlo è stato ieri il governatore Rosario Crocetta, a margine dell'incontro con il presidente del Senato Pietro Grasso: "Si è concluso il procedimento e questa è stata la decisione dell'assessorato al territorio e Ambiente della Regione. Abbiamo revocato definitivamente l'autorizzazione per il Muos di Niscemi".

Grande soddisfazione per il MoVimento 5 Stelle. "La più bella sorpresa dentro l’uovo di Pasqua per gli abitanti di Niscemi e per il Movimento 5 Stelle arriva dall’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente. L’assessore  Mariella Lo Bello ha firmato il provvedimento di revoca delle autorizzazioni per la realizzazione dell’impianto satellitare americano del Muos". "Siamo contenti - ha affermato il capogruppo M5S all’Ars Giancarlo Cancelleri - ma lo saremo ancora di più quando vedremo con i nostri occhi il documento firmato".
Soddisfattissimo dell’epilogo della vicenda il Presidente della Commissione Ambiente all’Ars, Giampero Trizzino, che della questione Muos, assieme ai deputati del Movimento, ha fatto uno dei capisaldi della lotta dentro e fuori Palazzo dei Normanni. "Va dato atto al presidente Crocetta - ha detto Trizzino - del grandissimo coraggio dimostrato con un atto così impegnativo che noi del Movimento, assieme ai comitati, abbiamo inseguito con feroce determinazione. Ora tutte le opere all’interno della base americana diventano illegittime e pertanto non possono proseguire. Siamo comunque certi che il Presidente della Regione si adopererà perché questo provvedimento venga fatto rispettare". "Adesso - ha proseguito Trizzino - l’attenzione va rivolta alla Commissione che dovrà studiare i dati dell’impianto esistente".

La firma del documento di revoca è l’ultimo atto di una battaglia nella quale il Movimento Cinque Stelle non si è certo risparmiato. Per fermare l’installazione delle parabole USA, Trizzino, infatti,  ha portato in trasferta a Niscemi i lavori della Commissione Ambiente e per tre volte i deputati del Movimento hanno fatto mancare il numero legale in Aula durante la votazione del Dpef per tenere alta l’attenzione sulla questione USA. Per bloccare le opere statunitensi i deputati M5S hanno anche presentato una mozione votata all’unanimità dall’Ars.

Esprime soddisfazione anche Legambiente Sicilia, ma ritiene che ogni valutazione finale vada fatta dopo avere conosciuto i contenuti del provvedimento emesso dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente. "Ci aspettiamo ora che la Regione depositi subito il provvedimento di revoca al TAR Palermo - ha dichiarato Angelo Dimarca, Responsabile Regionale Conservazione Natura di Legambiente Sicilia - dove è in corso di trattazione il ricorso del Comune di Niscemi e di Legambiente contro le autorizzazioni, procedimento nel quale la Presidenza della Regione difesa dall’Ufficio Legilsativo e Legale si è costituita contro l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente difeso dall’Avvocatura dello Stato. Il 4 aprile è stata convocata una prima verifica sulle autorizzazioni che non ha più senso se realmente c’è stata la revoca".
Per Legambiente il prossimo passaggio sarà il monitoraggio puntuale delle 41 antenne esistenti nella base di contrada Ulmo per adottare i necessari provvedimenti a tutela della salute dei cittadini e la rinaturalizzazione delle aree della riserva naturale Sughereta di Niscemi, le cui autorizzazioni non potevano essere rilasciate come dimostra la revoca disposta dal Governo Regionale.

Ma intanto, pur tra tanta soddisfazione, è alta la tensione per la manifestazione nazionale dei movimenti "No Muos" in programma per oggi, sabato 30 marzo, davanti alla base militare di contrada Ulmo. Secondo la Polizia gruppi di anarco-insurrezionalisti si starebbero preparando per infiltrarsi nella protesta e ostacolare e contrastare le forze dell'ordine anche con oggetti pericolosi per creare disordini. Aperta un'indagine nei confronti di ignoti per l'ipotesi di reato di attentato alla sicurezza dei trasporti, porto di oggetti pericolosi atti ad offendere, minacce e oltraggio a pubblico ufficiale. Gli agenti durante ripetute perlustrazioni effettuate in questi giorni lungo il percorso su cui si snoderà il corteo hanno sequestrato in un terreno incolto alcuni sacchi contenenti una ventina di assi di legno chiodate, preparate artigianalmente, e centinaia di chiodi a tre punte ricavati da pezzi di reti elettrosaldate, con l'evidente intenzione di forare le gomme agli automezzi diretti o provenienti dal presidio militare. I poliziotti hanno rimosso cumuli di pietre posti ai margini della carreggiata pronti per essere posti di traverso sulla strada al momento opportuno e una barricata fatta di assi di legno.

Nella zona calda, nei pressi della base dove sono in costruzione le antenne del sistema satellitare della Marina Militare Usa vi è un presidio di attivisti No Muos, tra i quali sono state identificate una trentina di persone provenienti da varie regioni d'Italia, tra cui un giovane anarco-insurrezionalista già coinvolto in passato in disordini e scontri con le forze dell'ordine. I presunti estremisti, che vengono tenuti sotto stretta sorveglianza, hanno contestato, minacciato ed insultato gli agenti quando questi ultimi hanno rimosso alcuni ostacoli artificiali.

Infine, si attende la decisione degli americani che stando a quanto affermato dal console Donald Moore, dopo l’incontro con i deputati regionali siciliani del M5S, potrebbero essere pronti a un passo indietro. Moore infatti aveva dichiarato che non vi sarebbero state imposizioni o forzature e che le antenne sarebbero state operative solo se la legge italiana l’avesse permesso.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno, LiveSicilia.it, Repubblica/Palermo.it]

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30 marzo 2013
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