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No Ponte - No Tav

Sud e Nord gemellati per opporsi alla realizzazione di Grandi Opere che (forse) prioritarie non sono

03 gennaio 2006

Grandi Opere come il Ponte sullo Stretto di Messina o l'Alta velocità della Val di Susa, sono opere di indubbia importanza, di indubbia imponenza, di indubbio prestigio. Sono Grandi Opere, e in quanto tali cambieranno radicalmente i territori sui quali sorgeranno. Per questo la loro realizzazione ha bisogno di analisi lunghe, costanti, serie e che non possono prescindere dalla volontà e dal pensiero di tutte quelle persone che vivranno accanto a queste, magari per il resto della loro vita.
Dall'attenta analisi devono venire fuori prima i dubbi e poi le risposte. Assodato il fatto che per essere grandi, queste opere sono grandi, siamo certi che il concetto ''priorità'' è appropriato? Siamo sicuri che nel territorio italiano non ci siano da espletare prima impegni ben più fondamentali? Siamo sicuri che l'opera gigantesca, unica, inimitabile sia sinonimo di ''progresso''? Siamo veramente certi che la costruzione di tali opere non porteranno un danno ambientale e per la salute dei cittadini irreparabile? E infine, ma se le Grandi Opere si fanno per favorire la popolazione, non dovrebbe essere questa ad avere la parte più importante nella decisione?

Ponti, strade e ferrovie se ne sono costruite da secoli. Grazie a loro lontananze incolmabili sono diventate percorsi di crescita e di speranza. Essere contro l'espressione del costruire, intrinseca nell'Uomo, è assolutamente senza senso, così come non ha senso costruire dove non vi è assoluto bisogno, o ancora, come è assolutamente folle costruire il tetto di una casa prima di averne scavato le fondamenta ed eretto i muri.
Ecco, il Ponte sullo Stretto di Messina e l'Alta velocità della Val di Susa, non possono venire prima che altre costruzioni vengano ragionate e fatte. Non possono essere ''prioritarie'' opere che dovrebbero ''concludere'' un progetto arrivato, appunto, alla sua conclusione. E, cosa più importante, colossi del genere , non devono essere costruiti se la maggior parte dei cittadini italiani non vogliono che ciò sia fatto, perché non devono essere loro a sottostare ai voleri della politica, ma viceversa.

E' per tutti questi motivi che il Sud del coordinamento e delle reti ''No Ponte'' e il Nord dei comitati ''No Tav'' ed il coordinamento dei sindaci della Val Susa, hanno deciso di gemellarsi e assieme opporsi hai voleri della politica che non tiene in considerazione i voleri ''sovrani'' del popolo.
Una delegazione del Coordinamento delle associazioni "No ponte" e la Rete Meridionale del Nuovo Municipio parteciperà al forum in programma il 16 gennaio a Condove (Torino), su ''Federalismo municipale solidale, per la Val Susa, per uno sviluppo autosostenibile, per la difesa e la vita della Valle'', per ''affermare una solidarietà che unisce attraverso l' intero Paese le mobilitazioni e le lotte contro la devastazione del territorio, per l'affermazione della sovranità degli abitanti nei loro luoghi di vita in una prospettiva di benessere sociale equamente condiviso, solidale e sostenibile''.

''La rivolta pacifica degli abitanti e dei sindaci della Val Susa - è scritto in una nota delle due associazioni - ha posto al centro del dibattito politico la questione della democrazia e della giustizia nel nostro Paese. Quello che si definisce un interesse particolare, sia esso delle comunità della Val Susa o di quelle dell'area dello Stretto, è invece espressione della sovranità delle popolazioni che vivono il loro territorio, reclamano la legittimità di decidere il proprio futuro e quello dei propri figli. Non è certo casuale che su questo terreno numerose realtà, non solo di lotta, ma anche istituzionali, del Nord e del Sud si trovino concordi, esprimendo concretamente un federalismo solidale, che è l'opposto della devolution leghista e del centralismo statalista''.

''Dire no alle grandi opere devastatrici e progettare un futuro di sostenibilità ambientale e di giustizia sociale - concludono le associazioni - significa resistere alle aggressioni che l'attuale governo perpetra con violenza nei confronti del territorio e chiedere all'Unione, che prepara il futuro governo, non soltanto di annullare la legge obiettivo, ma di ridiscutere con le popolazioni interessate l'intera programmazione infrastrutturale, il piano dei trasporti, il piano energetico, l'assetto complessivo del territorio. Questo comporta che, a partire dalle Regioni dove governa il centrosinistra, si ponga fine subito ad atti e politiche che, invece, avallano e assecondano l'iter autorizzativo dei progetti preliminari e le procedure accelerate e semplificate approvate in questa legislatura, per realizzare opere su cui si registrano ampie aree di dissenso sul territorio''.

Gli abitanti della Val Susa saranno invitati a partecipare ad una manifestazione per la salvaguardia dello Stretto in programma il 22 gennaio a Messina.


- NO PONTE - NO TAV

- ''Un'Isola a bassa velocità''
di Agostino Spataro

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03 gennaio 2006
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