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Emissario della Regione respinto dai militari di Sigonella: doveva consegnare un documento con la revoca delle autorizzazioni per il MUOS

14 febbraio 2013

Dopo mesi di muro contro muro, dagli Stati Uniti arrivano segnali, seppur flebili, di dialogo con la Regione siciliana sul caso MUOS, il sistema radar della Marina americana in fase di realizzazione a Niscemi (Caltanissetta), contestato da ambientalisti e comitati civici per i rischi sulla salute pubblica dovuti all'emissione di onde elettromagnetiche sopra i livelli consentiti. La tensione istituzionale però rimane alta e ieri un incidente diplomatico ha rischiato di gettare ulteriore benzina sul fuoco. Quella di ieri, infatti, è stata una giornata frenetica, cominciata con l'episodio di un funzionario inviato dalla Regione alla base Navy di Sigonella ma respinto dai militari di guardia, e conclusa con una telefonata partita dal consolato Usa di Napoli, che è servita quantomeno a stemperare i toni.

Ieri mattina il vice capo di gabinetto dell'assessore all'Ambiente si è recato nella base Usa di Sigonella, a bordo di un'auto della Regione, con l'obiettivo di consegnare un plico contenente il provvedimento (protocollato martedì  e firmato dall'assessore all'Ambiente Maria Lo Bello) di avvio della procedura di revoca delle autorizzazioni rilasciate dal precedente governo della Regione che poi aveva firmato il protocollo d'intesa con il ministero della Difesa, dando così il via libera al progetto.
Il funzionario della Regione è stato bloccato all'ingresso della base dai militari Usa in servizio di guardia. I militari sono stati irremovibili di fronte alle insistenze del funzionario, che ha pure minacciato di rivolgersi ai carabinieri. Ma non c'é stato nulla da fare. Il vice capo di gabinetto, dunque, è tornato a Palermo, portandosi dietro il plico.
Intanto, dirigenti e funzionari della Regione hanno cercato di contattare il consolato di Napoli per avere il numero telefonico della base Navy di Sigonella, anche in questo caso senza successo. È stata dunque contattata l'Ambasciata, che ha fornito un numero, ma il telefono ha squillato a vuoto per ore.

A metà pomeriggio, la svolta. Un diplomatico Usa ha contattato la Presidenza, chiedendo un colloquio con il governo della Regione. Intanto, gli uffici regionali ricevevano la raccomandata, con tanto di ricevuta, spedito nelle scorse settimane dal governo Crocetta con il provvedimento di sospensione dei lavori. Il destinatario, la base Navy di Sigonella, l'aveva respinta. Il provvedimento di sospensione è stato poi superato da quello con cui la Regione avvia la procedura di revoca. Della nota di revoca è stato informato anche il ministero della Difesa.

Questa mattina, gli attivisti del movimento "No Muos" di Niscemi, che da mesi presidiano la base americana di contrada Ulmo, hanno bloccato i cancelli nei tre ingressi dell'area militare per impedire l'accesso degli operai addetti alla costruzione del sistema satellitare di telecomunicazioni ad altissima frequenza, contro cui si battono. Nei blocchi sono rimasti coinvolti anche due soldati e un ufficiale statunitense, che sono stati invitati dai dimostranti a tornare indietro. I militari non hanno insistito e sono rientrati a Sigonella. Non ci sono stati incidenti. Sul posto sono intervenuti polizia e amministrazione comunale.
Il sindaco, Francesco La Rosa, si è confrontato con gli attivisti, tra i quali è massiccia la presenza del comitato delle mamme "No Muos". La decisione dei blocchi anche verso i militari è stata adottata ieri sera, nel corso di una assemblea del movimento che ha sollevato sospetti sulla reale volontà della Regione di bloccare i lavori di costruzione dell'impianto. Temono che l'annuncio di Crocetta di procedere alla revoca delle autorizzazioni e l'atteggiamento di chiusura delle autorità militari statunitensi, siano frutto di una strategia concordata per calmare gli animi dei dimostranti mentre in realtà i lavori di costruzione del Muos vanno avanti.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it]

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14 febbraio 2013
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