Nodi e contronodi

All'inizio poteva sembrare che tutti i nodi da sciogliere nella sistemazione partitica in Sicilia erano del centrodestra, e invece è bastato l'annuncio dell'apertura della campagna elettorale, oggi ad Agrigento, e del lancio di una “lista del presidente” con a capo Anna Finocchiaro, che correrebbe oltre quella del Pd e della Sinistra arcobaleno, per aprire una frattura con i partiti della 'Cosa rossa', che hanno fatto il broncio e sono pronti a rimettere in discussione il sostegno alla senatrice.
Ma questo è quanto successo proprio per ultimo, già quanche giorno fa dentro la Sinistra arcobaleno non avevano riscosso gradimento le affermazioni della Finocchiaro sul “voto utile” ai grandi partiti e l'appello lanciato ai moderati siciliani. Insomma, anche nel centrosinistra sono esplosi i malumori.
“La campagna elettorale comincia male. E si aggravano i nostri nodi irrisolti sul sostegno a una candidata che doveva essere unitaria”, ha detto Rosario Rappa segretario regionale del Prc. Anche il senatore Gianni Battaglia, segretario della Sinistra democratica, ha scelto di lavare i panni sporchi in piazza: “Le dichiarazioni della Finocchiaro sono un imperdonabile errore politico. Non sto dicendo che correremo da soli. Ma valuteremo se il nostro voto è utile o no. Il nostro sostegno non è affatto scontato. Non avevamo ancora concordato insieme nemmeno l'apertura della campagna elettorale. Mi auguro che si recuperi all'insegna dell'unità e non della divisione”.

Le parole di Anna Finocchiaro sull'inutilità di un voto che non sia per il Pd o per il Pdl sono, non sono piaciute nemmeno a Fausto Bertinotti, che le ha definite "impresentabili". Tuttavia, ha aggiunto il candidato premier per la Sinistra arcobaleno, "una cosa è la Finocchiaro nel ruolo di esponente politica nazionale, altra quello della Finocchiaro candidata alla presidenza della Regione Sicilia: l'esito della ricerca delle alleanze dipende da contenuti programmatici. C'è un lavoro in corso in Sicilia, è stato indicato anche un tandem tra due donne, Anna Finocchiaro e Rita Borsellino. Le forze della Sinistra Arcobaleno sono impegnate in questa direzione".

La replica, amara, di Anna Finocchiaro non è tardata ad arrivare. “Le mie parole sulla lista del presidente sono chiare e non si prestano a equivoci. Ho detto fin dal primo momento che ero disponibile a candidarmi alla Regione solo nell'unità del centrosinistra siciliano. Resto della stessa idea”. La Finocchiaro ha poi chiarito di aver sostenuto le ragioni del voto ai grandi partiti, Pd e Pdl, solo in riferimento alle elezioni nazionali. Qualcosa, comunque, ha voluto dire anche a Rita Borsellino: “Trovo curioso - ha detto la Finocchiaro - che gli esponenti della sinistra siciliana, e anche Rita Borsellino, siano da due giorni impegnati ad esercitare bizantine esegesi delle mie dichiarazioni, piuttosto che rivolgersi con altrettanta criticità nei confronti del candidato del centrodestra Raffaele Lombardo”.
Da parte sua, Rita Borsellino, durante un aspro colloquio telefonico con la Finocchiaro, le ha chiesto di salvaguardare l'unità del centrosinistra dopo le polemiche scoppiate per le sue dichiarazioni. “L'unità - si è augurata la Borsellino - va sostenuta da tutti gli esponenti nazionali sia del Pd che di Sinistra l'Arcobaleno oltre che dalla candidata alla presidenza della Sicilia”.
Francantonio Genovese, segretario regionale del Pd è intervenuto per gettare acqua sul fuoco, certo del consenso che la Finocchiaro sta registrando ovunque in Sicilia. Genovese ha invitato i partiti della coalizione ad approfondire programmi e strategie. “Ciò non significa - ha puntualizzato - che spetta a noi condizionare o comunque orientare il "discorso ai siciliani" che Anna ha programmato per sabato ad Agrigento, in cui spiegherà agli elettori il senso della sua scelta”.

Comunque, visto che i cambiamenti, i colpi di scena, le riappacificazioni sono sempre dietro l'angolo, non ci rimane che aspettare il prossimo capitolo...

Rifondazione, in lista c'è anche Rita Borsellino - Rifondazione “antimafia”. Tra i 45 nomi che il Comitato politico nazionale del Prc ha scelto per correre alle prossime elezioni, spicca il nome di Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso da Cosa Nostra e già candidata alla presidenza della Regione Sicilia. Il suo nome lo fa Rifondazione, ma la sua è la candidatura unitaria per eccellenza della Sinistra Arcobaleno. Lei chiamata a rappresentare quei valori di legalità e rinnovamento, ancora non è chiaro se da palazzo Madama o direttamente in Sicilia al fianco di Anna Finocchiaro.
Accanto a Rita Borsellino, la lotta alla criminalità organizzata ha un altro illustre rappresentante, Francesco Forgione, già deputato e attuale presidente della commissione parlamentare antimafia, unico beneficiario della deroga per chi ha superato le due legislature. Perché, ha spiegato Rifondazione, non potrebbe esistere un Parlamento dove arriva Cuffaro e se ne va Forgione.
Nemmeno votate, invece, le deroghe per Fausto Bertinotti, candidato premier della Sinistra Arcobaleno, e per Franco Giordano, attuale segretario del partito. Ma per il resto non ci sono sconti. Lo statuto di Rifondazione parla chiaro: 50% di donne in lista, no a nuove candidature se si sono già fatte due legislature, ineleggibilità per i consiglieri regionali, gli assessori, i sindaci e incompatibilità con cariche di direzione politica. Inoltre, obbligo di rispetto dell’equilibrio tra centro e periferia e garantita rappresentanza al mondo dei movimenti e delle associazioni. [Informazioni tratte da l'Unità]