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Non ci faremo intimidire!

Dopo le minacce a Lari, Lo Bello e Montante le donne dell'industria si mettono in prima linea

28 maggio 2010

Dopo le buste intimidatorie recapitate al procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, al presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello e ad Antonello Montante, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta e delegato in Confindustria per i rapporti con le istituzioni preposte al controllo del territorio, sono stati numerosissimi gli attestati di solidarietà da parte di esponenti della politica e delle imprese.
Sulla vicenda stanno indagando tre procure: quella di Caltanissetta, relativamente alle minacce a Montante, quella di Catania, competente per episodi che riguardano magistrati nisseni come Lari, e quella di Palermo, per la parte relativa al leader siciliano di Confindustria Lo Bello.
In ognuna delle buste vi erano proiettili e le foto di Lari, Lo Bello e Montante, ritagliate da alcuni giornali con disegnate delle croci. E anche dei messaggi con minacce di morte. Le tre buste sono state recapitate alla procura di Caltanissetta e alle sede di Confindustria di Palermo e di Caltanissetta.

Ieri mattina negli uffici della Procura di Caltanissetta si è svolto un vertice. All'incontro erano presenti lo stesso Lari, il dirigente della Digos Alessandro Milazzo e il dirigente della squadra mobile Giovanni Giudice che hanno discusso delle lettere minatorie e di nuove misure di sicurezza nei confronti dei tre destinatari delle buste contenenti proiettili e minacce di morte. Nel frattempo il comitato per l'ordine e la sicurezza di Caltanissetta, presieduto dal viceprefetto vicario Giuseppina Di Raimondo, che per ora è anche prefetto facente funzione, ha deciso di rafforzare le misure di sicurezza nei confronti del procuratore Lari e del presidente della Camera di commercio nissena Antonello Montante.

E le donne manager si mettono in prima linea contro la mafia - Sono due donne manager le nuove paladine dell'antimafia. Si chiamano Emma Marcecaglia e Barbara Cittadini, che rappresentano l'elite del mondo produttivo. La prima, presidente nazionale di Confindustria, appoggia da Roma con proclami e nette prese di posizione la battaglia di Ivan Lo Bello e dei rappresentanti dell'industria isolana contro Cosa Nostra. L'altra, vicepresidente di Confindustria Sicilia e presidente dell'Aiop (l'Associazione dell'ospedalità privata), si è impegnata in questi mesi al fianco di Lo Bello nelle iniziative antiracket promosse in Sicilia dall'organizzazione degli imprenditori che ha espulso gli associati che pagano il pizzo. Una battaglia che ha suscitato la reazione immediata delle cosche, come dimostrano le lettere con proiettili e minacce di morte contro Lo Bello e Antonello Montante, delegato di Confindustria per la legalità, oltre che nei confronti del procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari.

"Dalla criminalità sono arrivate minacce gravissime che testimoniano quanto sia vero il nostro impegno contro l'illegalità. Noi non ci faremo intimidire", ha detto ieri Emma Marcegaglia a Roma davanti all'assemblea degli industriali. E da Parigi, dove partecipa all'assemblea nazionale dell'Aiop, Barbara Cittadini ha rincarato la dose: "Ci opporremo con tenacia ai tentativi di gruppi di potere e forze criminali di bloccare il percorso di rinnovamento intrapreso in Sicilia dagli imprenditori e l'incisiva azione contro la mafia e il malaffare condotta dalla magistratura. Gli imprenditori siciliani sono da tempo impegnati in una battaglia per la legalità che ha come principale obiettivo l'avvio di un processo di sano sviluppo, libero da antiche incrostazioni e condizionamenti mafiosi".
Per le due manager antimafia le intimidazioni ai vertici di Confindustria "dimostrano la bontà del progetto avviato nell'Isola all'insegna del rispetto delle regole e dei principi che regolano il libero mercato". E Barbara Cittadini assume un impegno solenne: "Sappiano quanti hanno in mente di fermarci, che intimidazioni e avvertimenti producono l'effetto contrario a quello immaginato. Andremo avanti con determinazione e più coraggio di prima. Oggi la Sicilia ha bisogno di un impegno concreto. Il futuro è una scelta e gli imprenditori continueranno a dare il proprio contributo per non perdere l'occasione di poterlo cambiare".

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Ansa]

 

 

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28 maggio 2010
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