Non Dico più. Ora Cus
Riformulato il ddl sulle unioni di fatto con la speranza di arrivare finalmente a un testo il più possibile condiviso
''Non Dico più''. ''Ora Dico Cus''. ''Le coppie di fatto della sinistra ritornano al (P)Cus''. ''Al governo piace il... Cus Cus''. Si è subito scatenata la maratona ''a chi la inventa più divertente'' sul nome del nuovo testo sulle unioni civili presentato ieri dal presidente della commissione Giustizia del Senato Cesare Salvi che, per l'appunto, non si chiameranno più Dico (Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi), ma Cus (Contratti di unione solidale). La discussione in Parlamento sul ddl costruito con tanta pazienza dal ministro della Famiglia Rosi Bindi e dalla sua collega per le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini, e presentato a febbraio alla fine si è tradotta in una riformulazione del testo per riavviare la discussione e cercare di arrivare finalmente a un testo il più possibile condiviso, ma anche questa proposta, così come quella dei Dico, ha già scatenato rimbrotti, rimproveri e qualche polemica.
Fra le novità principali del nuovo testo che Cesare Salvi ha presentato al comitato ristretto della commissione, e del quale si discuterà a partire dalle prossime settimane, quella che riguarda la possibilità di ''stipulare'' le unioni civili anche tra persone dello stesso sesso. I Contratti di unione solidale saranno stipulati con una dichiarazione congiunta davanti a un notaio o al giudice di pace. Quest'ultimo dovrà inserire in un apposito registro sia gli atti firmati in sua presenza, sia quelli redatti dagli studi notarili. Coloro che stipulano i Cus, anche dello stesso sesso, ''si portano aiuto reciproco e contribuiscono alla necessità della vita in comune in proporzione ai propri redditi, al proprio patrimonio e alle proprie capacità di lavoro professionale e casalingo''.
Per modificare il contratto sarà necessario seguire lo stesso iter, mentre potranno essere sciolti sia con un accordo comune tra la coppia, sia per decisione unilaterale di uno dei due contraenti. Il contratto viene meno anche per il matrimonio di uno dei due o per la sua morte.
I Cus non potranno essere stipulati dai minorenni, dalle persone interdette per infermità di mente, da chi è già sposato. Divieto di stipulare i contratti di unione anche per chi è stato condannato per omicidio o tentato omicidio del coniuge o del convivente dell'altra persona. Non potranno stipulare i contratti nemmeno le persone che abbiano vincoli di parentela.
Per quel che riguarda i diritti, i Cus elargiranno una serie di benefici normalmente riservati ai coniugi: l'assistenza sanitaria e penitenziaria, le facilitazioni nei trasferimenti di sede di lavoro, la decisione sulla donazione degli organi e sulle celebrazioni funerarie del convivente. Previsto anche il diritto di successione nel contratto di locazione nel caso di morte del convivente. Per quanto riguarda l'eredità, si ha diritto a un quarto del totale se il convivente ha figli o fratelli e sorelle; la metà se ci sono parenti fino al sesto grado e tutta la somma negli altri casi.
Le ''madri'' dei Dico, Rosi Bindi e Barbara Pollastrini, non hanno voluto commentare i cambiamenti del Cus, mentre in generale le reazioni al nuovo testo di Cesare Salvi fino adora sono state contrastanti ma non eccessivamente rumorose. Da Alleanza nazionale a Rifondazione comunista il nuovo testo è stato comunque considerato ''un passo avanti''. Più critiche invece le posizioni delle deputate di Rifondazione Vladimir Luxuria e Titti De Simone. ''Il disegno di legge sui contratti di unione solidale non accoglie le richieste del movimento lgtb che all'ultimo Pride ha chiesto la parificazione al matrimonio attraverso il riconoscimento della genitorialità omo e transess uale e l'accesso alle tecniche della fecondazione assistita. Può essere considerato un passo avanti solo rispetto al vuoto legislativo ora presente''.
Emilio Nicola Bucicco (An), ha invece apprezzato il lavoro di Salvi parlando di ''un buon testo, una buona base di discussione. Certo, questo non coinvolge un giudizio sul merito, ma la metodologia di lavoro adottata è positiva e lo sforzo di Salvi utile. Insomma - ripete - una base importante''.
Anche il giudizio di Antonio del Pennino (Pri) è positivo: ''Mi sembra che il testo presentato dal presidente Salvi rappresenti un'ottima base su cui si può costruire un'intesa trasversale che superi le contrapposizioni che si sono verificate nei mesi scorsi. Il testo riprende l'impianto fondamentale del ddl Biondi, accoglie alcune considerazioni che avevo avanzate''.
Positive anche le riflessioni di Mauro Bulgarelli (Verdi): ''Si parte dalla proposta di legge Biondi ed è un risultato importante. Si tratta di un'operazione di sintesi che come base di partenza è interessante. Non mancheranno delle correzioni, penso alla parte successoria. Ed è importante che si facciano queste audizioni per ascoltare sia il punto di vista cattolico che quello laico. Ma il dato positivo è che si siano superati i numerosi ddl e ci sia finalmente un testo unico su cui lavorare''.
Per il deputato di Sinistra democratica Franco Grillini ''è positivo che si sia riaperta la discussione in sede parlamentare sui diritti delle coppie di fatto e di quelle dello stesso sesso'', tuttavia muove alcune critiche: ''Nove anni di Cus per l'eredità sono davvero eccessivi - ha dichiarato -. Per non parlare delle pensioni di reversibilità, rinviate in questo testo come nei Dico al riordino complessivo della materia''. Secondo Grillini però è necessario che il provvedimento sia approvato in tempi stretti. ''In Italia alcuni milioni di cittadine e cittadini, vivono in regime i convivenza ed attendono da tempo una buona legge di regolamentazione - ha sottolineato -. E' un'occasione che non va sprecata. E' auspicabile che la discussione in Senato proceda rapidamente''.
Ma c'è chi è stato subito contrario senza lasciare alcun margine di dibattito. ''Non andavano bene i Dico, non va bene il Cus'', questa la secca bocciatura in una dichiarazione congiunta dei senatori Cdl della commissione Giustizia Mantovano (An), Bianconi (Fi) e Polledri (Lega). ''Per noi è inaccettabile ogni forma di famiglia-fai-da-te''.
''Persa in piazza San Giovanni e nel Parlamento la prospettiva di approvare il ddl del Governo sui 'Dico' - hanno argomentato i senatori della Cdl - oggi il presidente della Commissione Giustizia del Senato lo sostituisce con il 'Cus' della proposta Biondi. La differenza fra il ddl Biondi e il ddl del Governo sui 'Dico' è che nel primo non vi è un riconoscimento pubblico della realtà di fatto costituita dalla convivenza; e però questo non si traduce nella mera possibilità di regolamentare per contratto privato specifici aspetti dell'unione non matrimoniale, come ad esempio la comunione dei beni o la titolarità della locazione. Si traduce in qualcosa di più, e di più significativo: il contratto d'unione solidale, pur mantenendo natura privatistica, acquista un contenuto generalistico''. ''I due partner - osservano ancora - si recano dal notaio o dal giudice di pace e gli prospettano la registrazione di un loro 'pacchetto famiglia', modulato sulla base delle esigenze e dei desideri di entrambi. Ci si trova di fronte a una ''famiglia-fai-da-te'', che indica l'elenco dei diritti e dei doveri reciproci, non coincidenti con quelli descritti per ogni famiglia dalla Costituzione e dal Codice civile, e che invece sono frutto di una scelta che termina in un contenitore, la cui consistenza varia sulla base della volontà dei contraenti. Il rapporto di coppia, esclusa la via del matrimonio, non è più, per questo ddl, semplicemente una situazione di fatto, comunque tutelata nei diritti individuali per aspetti particolari, ma - partendo da una situazione di fatto - si configura giuridicamente in virtù di quello che le parti concordano di inserire nel 'paniere', la cui consistenza varia sulla base della volontà dei contraenti''.
- Pacs all'Italiana? Ma che ''Dico''... (Guidasicilia, 09/02/07)