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Non lacrime e sangue, ma sacrifici sì

Il premier incaricato, Mario Monti: "Nel mio governo vorrei dei politici ed fondamentale l'appoggio dei partiti"

15 novembre 2011

AGGIORNAMENTO
Dopo un'ora e mezza Mario Monti ha lasciato il Quirinale, intorno alle 15.00. Un incontro, quello con il Capo dello Stato, che è servito per fare il punto durante l'ultimo giorno di consultazioni per Monti. A quanto si apprende, da ambienti del Quirinale, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è intrattenuto a colazione con il Presidente del Consiglio incaricato.
Un incontro dopo una mattinata in cui Monti ha incontrato la delegazione del Partito democratico formata dal segretario Pier Luigi Bersani e dai capigruppo Anna Finocchiaro e Dario Franceschini. "E' stato un incontro molto positivo e mi pare che la pratica sia ben avviata", ha detto Bersani al termine dell'incontro confermando al Professore "il pieno e convinto sostegno allo sforzo e al tentativo di Monti". "C'è stato uno scambio di idee sui temi programmatici e da parte nostra è arrivata la conferma al sostegno di un governo di autorevole caratura tecnica, non per sostenere meno ma per sostenere meglio. E consegniamo alla politica e ai gruppi parlamentari il sostegno convinto e l'organizzazione di un percorso per qualche urgente riforma". Bersani, che afferma di "non aver messo termini al governo", cita la riforma elettorale, la riduzione dei parlamentari, le riforme istituzionali, "oltre a quei provvedimenti per affrontare l'emergenza economica". "Abbiamo incoraggiato Monti a prosseguire con determinazione e rapidità senza porre termini temporali al governo", ha detto Bersani. Ma dal Pd viene subito smentita l'indiscrezione che vedeva un sì a Letta e Amato nel governo da parte di Bersani. A un certo punto infatti erano circolate voci su un presunto cedimento del Pd sul 'tandem' Gianni Letta-Giuliano Amato. Voci su cui è partita subito la smentita ufficiale.
Il segretario del Pdl Angelino Alfano in una breve dichiarazione rilasciata alla stampa al termine del colloquio con Monti a Palazzo Giustiniani ha detto: "Pensiamo che il tentativo del professor Monti sia destinato a un buon esito". "Abbiamo parlato anche di programma e riteniamo che gli impegni assunti dall'Italia con l'Europa rappresentino il caposaldo del nostro impegno programmatico rispetto al nascituro governo Monti", ha aggiunto.

Nel pomeriggio Monti incontrerà le parti sociali (Confindustria - Rete Imprese Italia - Alleanza delle Cooperative - Copagri - Confprofessioni - Cia - Confapi - Forum terzo settore - Abi - Ania - Coldiretti - Confagricoltura - Cgil - Cisl - Uil - Ugl - Confsal - Silpa) e la rappresentanza della Rete Nazionale delle Consigliere e dei Consiglieri di Parità, poi la rappresentanza del Forum nazionale dei giovani.
Dal mondo delle imprese arriverà "un forte e convinto sostegno al presidente incaricato che dovrà essere rapido per formare un governo autorevole", anticipano Confindustria, Abi, Ania, Rete Imprese Italia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative al termine di un 'vertice' prima di recarsi dal premier incaricato.
Monti continua dunque a lavorare al suo governo. Lima la squadra e il programma, portando avanti le consultazioni con le forze politiche. Sono i tempi tecnici necessari, quelli suggeriti da una corretta dialettica istituzionale. Ma non sono i tempi auspicati dai mercati. Che hanno fretta e continuano a tenere sotto pressione l'Italia. Si attende la fumata bianca al nuovo governo, quando la riserva sarà sciolta e la squadra potrà essere ufficializzata, per verificare l'effettiva capacità del nuovo corso di invertire la tendenza.

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Ancora nessun nome, né indicazioni sulla natura del governo. Solo qualche indicazione generale sul programma e sulle priorità del suo lavoro. Ieri, al termine della prima giornata di consultazioni, il presidente incaricato, Mario Monti, si è presentato a sorpresa in conferenza stampa per fare il punto soprattutto sull'ipotesi che nel nuovo esecutivo ci siano politici, oltre che tecnici.
La presenza di politici nel governo, ha spiegato il senatore a vita, è un "desiderio", ma se i partiti ritenessero non opportuna la loro presenza in questa fase basterebbe l'appoggio all'esecutivo. E sui futuri sforzi del Paese, una precisazione: "Mai parlato di lacrime e sangue. Di sacrifici sì, ma ritengo positivo che le forze politiche abbiano percepito la serietà del momento che stiamo attraversando", mentre del varo di una nuova manovra è "prematuro dire qualcosa".

Mario Monti ha ribadito quanto sia fondamentale l'appoggio dei partiti. Infatti, quel che conta è l'appoggio, se poi alcuni politici entreranno nell'esecutivo sarà un bene, non una pregiudiziale alla formazione del governo. Questa in sintesi la posizione di Monti sulla partecipazione dei politici al nuovo esecutivo.
"Ho ritenuto importante - ha detto in conferenza stampa - dare un segnale concreto e aperto di una disponibilità da parte mia ad avere quell'apporto che necessariamente dovrò avere dalle forze politiche anche in materia di risorse umane. È una disponibilità da parte mia - ha aggiunto -, ma se i partiti politici dovessero vedere in questa fase, dato che sono appena usciti da una fase dialettica estremamente tesa, se dovessero avere difficoltà ad andare così avanti, quando sarebbe fisicamente visibile una fase di coesione dei loro esponenti diretti, credo sia importante che diano questo apporto". Poi ha chiarito: "Che i segretari dei partiti che appoggeranno il governo siano presenti nel governo non mi sembra condizione indispensabile. Che ci sia un appoggio convinto da parte loro su ispirazione, caratteristiche e valori e sulla prospettiva operativa del governo mi sembra invece indispensabile".

Un altro punto importante che Monti ha voluto chiarire in conferenza stampa, è stato quello sul prefissato orizzonte temporale nel quale l'esecutivo da lui messo in piedi dovrebbe operare per poi andare via al più presto. "L'orizzonte temporale in cui il futuro governo si colloca è da oggi alla fine della legislatura. Ovvio che il Parlamento può decidere in qualunque momento che il governo non è più degno della sua fiducia, ammesso che gliela conceda. Se però venisse prefissata una data al di qua dell'orizzonte fissato di fine legislatura, questo toglierebbe credibilità all'orizzonte del governo. E non lo accetterei", ha precisato il presidente del Consiglio incaricato.
Certo, l'Europa e i mercati chiedono di fare presto, ma la cosa più importante è fare bene. Secondo Monti, fino alla formazione del governo "sono sicuro che i mercati avranno un'impazienza temperata con razionalità. È naturale che anche agli occhi dei Mercati occorre arrivare alla formazione del governo, alla definizione della compagine dei ministri, che posso assicurare sarà convincente ed efficace, e all'annuncio e alla presa di misure più incisive".

"Le consultazioni stanno procedendo con grande serietà e partecipazine costruttiva da parte di tutti", ha assicurato poi il presidente del Consiglio incaricato. "Le forze politiche - ha detto - sono consapevoli che è necessario ritrovare una fase di distensione che consenta di guardare un po' più in alto con senso di responsabilità e con coesione. Il mio impegno è rivolto a permettere che la politica possa trasformare momento difficile in vera opportunità con la condivisione di un progetto di speranza, non solo per quanto riguarda l'economia, ma anche sui valori fondanti di una vera comunità civile".
Dopo i partiti e le forze sociali le consultazioni del premier incaricato continueranno con "i rappresentanti istituzionali delle donne e dei giovani", ha annunciato lo stesso Monti: "Dobbiamo avere il coraggio - ha sottolineato - di orientare molto a questi due ambiti cruciali della nostra società le azioni di politica economica e sociale. Quasi sempre ciò che giova ai giovani giova anche al Paese e ciò che restringe le possibilità ai giovani restringe le possibilità al futuro del Paese. E questo vale anche per le donne".

Mario Monti: il premier incaricato - Secondo un sondaggio, eseguito dall'Istituto Piepoli l'11 novembre su un campione rappresentativo di 500 uomini e donne, dai 18 anni in su, Mario Monti ha la fiducia del 50 per cento degli italiani. Un dato cresciuto costantemente negli ultimi giorni. E, per il suo futuro governo, il gradimento è ancora più alto: 58 per cento.
"Un dato molto alto", ha spiegato Roberto Baldassari, vicepresidente dell'Istituto. "Bisogna infatti considerare il livello generale di sfiducia che incombe sul nostro Paese. E poi Monti è un tecnico, tra l'altro non molto conosciuto dalla grande maggioranza della popolazione. In più c'è un 23 per cento di italiani che semplicemente non ha ancora ancora un'opinione. Dato che sicuramente si ridurrà nei prossimi giorni".
E proprio sul grado di notorietà del nuovo presidente del Consiglio incaricato, ha eseguito un sondaggio l'Istituto nazionale di ricerche Demopolis. Secondo questa ricerca, Mario Monti risulta oggi noto a oltre i due terzi degli italiani: il dato di conoscenza, tra i cittadini, è cresciuto di 24 punti percentuali nelle ultime quattro settimane, passando dal 43% del 15 ottobre scorso al 67% odierno.
Anche secondo l'analisi di Demopolis del presidente della Bocconi ed ex Commissario Ue, dichiara di fidarsi la maggioranza assoluta degli italiani, il 78% dei quali ne riconosce la piena competenza in campo economico e la credibilità acquisita a livello europeo. "Dopo le dimissioni di Berlusconi - afferma il direttore dell'Istituto Demopolis Pietro Vento - crescono le aspettative nei confronti del nuovo governo: l'opinione pubblica condivide, in larga maggioranza, la prospettiva, prescelta dal presidente Napolitano, di un Esecutivo di larghe intese, guidato da una personalità super partes come il prof. Monti".

[Informazioni tratte da Repubblica.it, Ansa, Adnkronos/Ign]

 

 

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15 novembre 2011
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