Non lo vogliono...
Per la Provincia di Padova la presenza di Riina jr è un "carico troppo ingombrante"
Non si arresta la polemica legata all'assegnazione di Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss di Cosa Nostra, ad una cooperativa di servizi sociali di Padova, dove ha iniziato il suo percorso alcuni giorni fa.
Dopo il "no" gridato a gran voce dalla Lega, ora la presidente della Provincia, Barbara Degani, ha presentato al Tribunale di Sorveglianza di Palermo un'istanza perché riveda la scelta concessa a "Salvuccio" Riina, di stabilirsi proprio nella città di Sant'Antonio.
"La mia è una presa di posizione assolutamente istituzionale - ha detto Degani -, assunta perché sono convinta che la nostra città, già così nota alle cronache nazionali per l'elevato tasso di criminalità, non possa sostenere anche il carico, sostanziale e mediatico, di una presenza così ingombrante". La richiesta che è stata inoltrata, ha aggiunto la presidentessa, si basa "su presupposti molti solidi che non hanno nulla a che vedere con il percorso riabilitativo di Riina, ma semmai intendo porre l'accento sulla capacità che hanno la nostra città, già così in difficoltà sul fronte della criminalità organizzata, e la struttura che lo accoglie, di garantire che questo soggiorno possa essere completamente esente da qualsiasi tipo di rischi. In questo senso ho condiviso la decisione con la giunta, decisione nata dalla richiesta del Consiglio provinciale e approvata all'unanimità lo scorso novembre".
[Informazioni tratte da ANSA, Corriere del Mezzogiorno, Lasiciliaweb.it]
- In cerca di una vita normale (Guidasicilia.it, 16/04/12)