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''Chieda scusa per quel che ha detto!''. I leader musulmani contro le parole di Benedetto XVI

15 settembre 2006

Nei giorni scorsi, Papa Benedetto XVI, durante il viaggio pastorale nella sua Baviera, ha fatto tappa all'università di Ratisbona. Davanti ad una folta platea raccolta nell'aula magna dell'ateneo, il Joseph Ratzinger intellettuale ha dissertato sul rapporto tra fede e ragione, analizzando le strutture della fede nella Bibbia e nel Corano e l'immagine di Dio e dell'Uomo.
Inevitabile non toccare il tema della ''Jihad'', la guerra santa, inevitabile non menzionare il fondamentalismo, quello islamico. Altrettanto inevitabile che non nascessero polemiche.
''La violenza è in contrasto con la natura di Dio e dell'anima'', ha detto papa Benedetto XVI, quindi ''la guerra santa è contro Dio e l'Islam fondamentalista contraddice il profeta Maometto''. ''La conversione mediante violenza'', ha aggiunto, è ''cosa irragionevole'' e per questo ''è contraria alla natura di Dio'', perché ''Dio agisce con logos. E logos significa assieme ragione e parola''.

Ma nelle parole della ''lectio magistralis'' di Benedetto XVI numerosi leader religiosi musulmani hanno letto un collegamento implicito fra Guerra Santa e terrorismo, e interpretate quindi come affermazioni offensive e ingiustificatamente provocatorie.
Un'indignazione, quella del mondo musulmano, che si anima fra l'altro a poco tempo dalla prevista visita del Santo Padre in Turchia a novembre.
''Aspettiamo che il Papa ritiri le sue parole e chieda scusa all'islam'', ha riferito Ali Bardakoglu, presidente degli Affari religiosi della Turchia, che è la massima autorità islamica di Stato, definibile come ''Gran Muftì'' di Turchia. Bardakoglu ha però chiarito, che le sue parole si basano solo sui resoconti non completi apparsi sulla stampa turca. ''Ho letto stamani le notizie sul discorso del Papa con meraviglia e orrore. È un discorso molto provocatorio, ostile e pregiudiziale. Spero che il discorso non rifletta un'ostilità albergata nel mondo interiore del Papa'', ha affermato il Gran Muftì. ''Questo discorso rivela un atteggiamento presuntuoso, viziato e arrogante di una persona che sa di avere dietro di sé il potere economico dell'Occidente. Se un uomo di religione o uno scienziato critica la storia di una religione o i membri di quella religione, possiamo discuterne. Ma quando si mette lingua sulle cose sacre, sul Libro sacro e sul suo Profeta, questo è segno di arroganza, di ostilità e dà luogo a una maldicenza che attizza la lotta di religione''.
Secondo Bardakoglu dopo queste parole del Papa ''il mondo musulmano'' deve guardare con preoccupazione al prossimo viaggio di Benedetto XVI in Turchia, fissato dal 30 novembre al 1° dicembre.

''È opportuno rilevare che ciò che sta a cuore al Papa è un chiaro e radicale rifiuto della motivazione religiosa della violenza''. La risposta vaticana non si è fatta attendere, e padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, ha subito cercato di smorzare i toni della polemica. ''Non era certo nelle intenzioni del Santo Padre svolgere uno studio approfondito sulla Jihad e sul pensiero musulmano in merito, e tanto meno offendere la sensibilità dei credenti musulmani'', ha aggiunto padre Lombardi, riaffermando la volontà del Papa ''di coltivare un atteggiamento di rispetto e dialogo verso le altre religioni e culture, evidentemente anche verso l'Islam''.
Ma le parole di padre Lombardi non sono bastate a placare l'indignazione dei musulmani.

''Il Papa del Vaticano ha offeso il Profeta'' è il titolo di un messaggio apparso sui forum islamici su internet, gli stessi che pubblicano i video e i comunicati di Al Qaeda. ''Dove sono quelli che parlano di dialogo tra le religioni? In realtà - si legge - questa non è altro che una guerra crociata che lo si voglia o no''.
Anche il portavoce di al-Fatah in Cisgiordania, Fahmi al-Zaarir, ha condannato le dichiarazioni di Benedetto XVI: ''Il suo discorso non riflette i principi di tolleranza del cristianesimo, veicolati dal messaggero palestinese della Cristianità, Gesù Cristo''.
Una richiesta di scuse è giunta anche dalla guida spirituale dei Fratelli musulmani, il principale gruppo d'opposizione in Egitto, Mohammed Mahdi Akef, secondo il quale le dichiarazioni di Benedetto XVI ''gettano olio sul fuoco'' e creano ''un grave danno all'Islam''. Mentre Fawi Zefzaf, presidente della Commissione del Parlamento egiziano per il dialogo interreligioso ha definito ''bugiardo'' il Papa, e mette in guardia: ''Semplici caricature (di Maometto, ndr) hanno scatenato la risposta furiosa delle masse musulmane, quale sarà la reazione a simili dichiarazioni?''.
Una richiesta di scuse ufficiali è arrivata anche da due alti rappresentanti musulmani in Kuwait, Haken al-Mutairi, segretario generale del Partito della comunità islamica degli Emirati, e Sayed Baqer al-Mohri, capo dell'Assemblea sciita degli Ulema. Al-Mutairi ha chiesto che il Pontefice chieda immediatamente scusa ''al popolo musulmano per le sue calunnie contro il profeta Maometto e l'Islam'', collegando i commenti del Pontefice alla ''guerra dell'Occidente attualmente in corso contro il mondo musulmano, in Paesi come Afghanistan, Iraq e Libano. Le sue affermazioni ricordano lo spirito delle crociate'' ha aggiunto.

Ha chiesto chiarimenti al Vaticano il capo del Consiglio francese per la religione musulmana, Dalil Boubakeur: ''Attenzione a non confondere l'Islam, che è una religione rivelata, e l'islamismo, che non è una religione ma un'ideologia politica''. Stessa richiesta è arrivata dall'Organizzazione della Conferenza islamica (Oci): ''L'Oci auspica che il Vaticano esprima la sua vera posizione nei confronti dell'Islam e dei suoi precetti''.
Aspre critiche sono anche arrivate da Aiman Mazyek, presidente del Consiglio centrale musulmano in Germania: ''Si sapeva che questo Papa è schierato con il sionismo mondiale'', e ha aggiunto: ''Dopo le sanguinose conversioni delle popolazioni latinoamericane, dopo le crociate, dopo le coercizioni imposte da Hitler alla chiesa, e perfino dopo che Urbano II coniò per primo il termine 'guerra santa', non credo che la Chiesa Cattolica possa puntare il dito contro gli estremismi di altre religioni''.

Tutto questo accade mentre oggi si apprende della morte della giornalista e libellista Oriana Fallaci, una delle più determinate oppositrici dell'Islam, che proprio nel suo ultimo articolo, scritto dopo gli attentati a Londra nel luglio del 2005, parlò dell'Islam utilizzando termini quali: nazismo islamico, ''guerra all'Occidente'', ''culto della morte'', ''suicidio dell'Europa''.
''[...] Un' Europa che non è più Europa ma Eurabia e che con la sua mollezza, la sua inerzia, la sua cecità, il suo asservimento al nemico si sta scavando la propria tomba [...]''. (leggi l'articolo intero)

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15 settembre 2006
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