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Non Penso quindi Odio

Il fallimento della Ragione. In crescita i crimini legati all'odio: aumenta l'omofobia, l'antisemitismo e la xenofobia

21 agosto 2007

L'importanza della Storia e quindi della Memoria... L'importanza dell'Esperienza e quindi della Conoscenza. A leggere gli ultimi dati del rapporto di ''Human Rights First'', una ong statunitense che si occupa della difesa dei diritti umani, sembra che le importanza elencate all'inizio di questo articolo siano precipitate nel nulla e che, in generale, la coscienza dell'uomo soffra di qualche brutta malattia. Sì, perché altrimenti come spiegare l'aumento, nell'ultimo decennio, dei crimini legati all'odio, consumati con sempre più inquietante intensità? O come capacitarsi della recrudescenza di fenomeni quali l'antisemitismo, la violenza contro gay e lesbiche, l'ostilità contro ''lo straniero''? Nelle principali conclusioni del rapporto 2007 realizzato dalla ong, che fa riferimento agli avvenimenti del 2006, viene spiegato come i governi europei - soprattutto in Francia, Germania, Regno Unito, Federazione Russa e Ucraina - si siano impegnati nel combattere i crimini legati all'odio razziale, anche se è ancora lunga la strada da percorrere.

Impegno che si è reso necessario in particolare per quel che riguarda l'ostilità e gli attacchi contro gli ebrei, nel rapporto infatti si legge che ''l'antisemitismo persiste ad alto livello in tutta Europa e in America del Nord''. Gli attacchi antisemitici nel 2006 sono aumentati drammaticamente rispetto a quelli registrati l'anno precedente, raggiungendo addirittura il picco più alto da quando si è cominciato a monitorarli, nel 1984.
Anche la discriminazione e le violenze nei confronti della popolazione musulmana europea sono persistite inalterate nel corso del 2006, nonostante un numero di incidenti registrati inferiore al 2005, anno in cui si verificò un picco vertiginoso in seguito agli attacchi alla metropolitana londinese.
''Diversi'' e dunque da attaccare con violenza anche gli omosessuali, l'omofobia sta purtroppo diventando sempre più visibile in molte parti d'Europa, sebbene solo Svezia e Regno Unito si siano impegnati a monitorare tali attacchi in modo dettagliato e ufficiale. Una maggiore presenza pubblica degli omosessuali in molti casi ha portato con sé un incremento nella retorica omofobica e nelle ripercussioni violente. Questo è stato ad esempio il caso dei Gay Pride organizzati in cinque città dell'Est Europa (Mosca, Bucarest, Varsavia, Riga e Tallin) durante la primavera e l'estate del 2006.
Nella Federazione Russa c'è stata poi una proliferazione di attacchi violenti nei confronti di minoranze etniche e religiose nazionali. Un caso per tutti: lo scorso gennaio, un estremista ha ferito con un coltello nove fedeli riuniti in preghiera nella sinagoga di Mosca. Con la stessa intensità si sono registrati attacchi razzisti in Ucraina nei confronti di persone di origine africana e di altre minoranze. Crimini di matrice razziale hanno raggiunto le soglie più alte dall'introduzione dell'attuale sistema di monitoraggio, nel 2001.

Nei giorni scorsi, nel corso della conferenza di presentazione del rapporto, Maureen Byrnes, direttrice di ''Human Rights First'', ha osservato che ''la violenza motivata da pregiudizi razziali è un serio problema in Europa. Mentre alcuni Paesi, come Francia, Germania e Regno Unito, si sono impegnati a monitorare sistematicamente i crimini, la maggior parte non raccoglie neanche dati che consentano di compilare statistiche. Il che riflette l'indifferenza da parte di molti governi''.
''Gli Stati europei in particolare - ha detto Byrnes - devono porre fra le priorità politiche la necessità di combattere i crimini legati all'odio razziale''
Secondo ''Human Rights First'', le armi per combattere questi crimini si trovano nelle mani dei governi europei. Nel rapporto la ong Usa invita caldamente ad adottare leggi che prevedano pene adeguate per tali reati, a stabilire dei sistemi ufficiali di monitoraggio dei crimini legati all'odio, e ad adottare una politica di tolleranza zero. Come dire: essere massimamente intolleranti contro l'intolleranza.

Purtroppo, come conferma ai dati raccolti da ''Human Rights First'' arrivano anche i risultati di un sondaggio condotto dall'agenzia demoscopica 'Harris' per conto del quotidiano britannico ''The Financial Times'', questo incentrato sulla presenza della popolazione musulmana e sulla percezione che gli europei hanno di questa.
Sulla base dei dati raccolti fra il 1 e il 13 agosto scorsi, attraverso interviste a 6.398 adulti di Regno Unito, Italia, Spagna, Germania, Francia e Stati Uniti, i più diffidenti nei confronti dei seguaci del Corano sono risultati i sudditi di Sua Maestà. Infatti, per il 38 per cento dei cittadini britannici la presenza musulmana nel proprio Paese rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale. Stessa convinzione per un terzo degli italiani, che si posizionano al secondo posto nell'elenco del Financial Times. Sono invece i francesi gli europei maggiormente a loro agio con i concittadini di religione islamica.

Negli Stati Uniti, nonostante gli attentati dell'11 settembre 2001 e gli anni di guerra al terrorismo in e Medio Oriente, la percentuale dell'ostilità anti-islamica non supera il 21 per cento.
A diffondere la paura in Gran Bretagna, suggerisce il giornale londinese, sono stati soprattutto gli attacchi terroristici del 7 luglio 2005, le cui ripercussioni sono state potenziate dai ripetuti allarmi che si sono succeduti oltre Manica fino all'estate in corso, con il recente fallito assalto all'aeroporto scozzese di Glasgow.
Il risultato è che ora il 52 per cento degli intervistati in Gran Bretagna si aspetta ''un grande attentato terroristico'' entro l'anno. Un dato che supera anche quello della Spagna, dove recentemente si è acuita la percezione da parte dell'opinione pubblica della probabilità di un atto di terrorismo, dopo che i separatisti baschi dell'Eta sono tornati a suscitare allarme.
Sempre nel Regno Unito si concentra inoltre la più alta percentuale di intervistati i quali ritengono che le persone di religione musulmana abbiano ''troppo potere nel Paese''. Anche in questo caso l'Italia si piazza seconda, seguita subito dopo dalla Germania e con la Francia all'ultimo posto.

Insomma, senz'altro negli ultimi anni il terrorismo si è sempre di più trasformato in un pericolo concreto ed è fuori dubbio che esso ha guadagnato linfa proprio dalla paura spesso infondata nei confronti ''dell'altro'', di chi è, secondo alcuni, ''diverso'' da noi.

[...] Io tutto, io niente, io stronzo ed io ubriacone,
io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,
io ricco, io senza soldi, io radicale,
io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista
io frocio, io perché canto so imbarcare
io falso, io vero, io genio e io cretino,
io solo, qui, alle quattro del mattino,
l'angoscia e un po' di vino
e voglia di bestemmiare. [...]

''L'avvelenata'', Francesco Guccini

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21 agosto 2007
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