Non si fermano le indagini sulle stragi del '92, in cui morirono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
La Procura nazionale antimafia ha ricostruito le ultime indagini avviate dalla procura di Caltanissetta sui ''mandanti esterni'' delle stragi del 1992 in cui furono uccisi Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti della scorta.
L'inchiesta gira ancora attorno a tante ipotesi investigative che fino adesso non hanno trovano alcun riscontro. L'attività della Dda nissena è stata coordinata dalla Procura nazionale antimafia.
Si apprende che negli accertamenti sono stati sfiorati ambienti dei servizi segreti, delle istituzioni e svolte indagini su collegamenti con la Russia. Ma nessuno di questi casi ha portato a una svolta nelle indagini.
Adesso la Procura nazionale antimafia per individuare ''ulteriori nuovi filoni investigativi'', ha iniziato una rilettura degli atti relativi alle indagini sulle stragi Falcone e Borsellino, collegandole ad altre indagini. Questa attività ''si è già rivelata proficua - scrivono i magistrati della Dda - perché ha consentito di creare collegamenti logici fra molti fatti sui quali si era appuntata l'attenzione della Dda di Caltanissetta nel corso dell'attività di indagine''.
Tra queste indagini quella che tratta la scomparsa dell'agenda di Paolo Borsellino, nella quale potevano essere contenute informazioni importanti anche sull'omicidio di Giovanni Falcone.
Sull'agenda, secondo quanto riferito dal tenente dei carabinieri Carmelo Canale, che era collaboratore di Borsellino, il magistrato annotava le cose più importanti. L'ufficiale dell'Arma, sentito dalla procura di Caltanissetta, ha affermato che in quell'agenda ci poteva essere scritto qualcosa circa l'attentato a Giovanni Falcone. Quando la polizia consegnò la borsa alla famiglia del procuratore aggiunto non c'era traccia dell'agenda rossa. Venne trovata, invece, una rubrica in cui Borsellino segnava tutti gli appuntamenti.
E sulla misteriosa scomparsa di questa agenda sarà interrogato dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta il colonnello dei carabinieri Francesco Arcangioli, fotografato il 19 luglio 1992 in via D'Amelio con in mano la borsa di Paolo Borsellino che conteneva l'agenda del magistrato mai più trovata.
Non è stata resa nota la data dell'interrogatorio né se l'ufficiale sarà sentito alla presenza dell'avvocato difensore. Arcangioli, già stato sentito nei mesi scorsi, ha fornito una versione dei fatti che contrasta con quella di altri testimoni. Ma l'acquisizione di filmati registrati da troupe della Rai e di Mediaset ha fornito ai pm la possibilità di ricostruire le ore successive all'attentato, compresi i movimenti dell'allora capitano Arcangioli.