Non solo mozzarelle "blu"...
La Coldiretti lancia l'allarme: "Almeno il 50% della spesa degli italiani è anonima"
"Circa la metà della spesa degli italiani è anonima, con l'acquisto di prodotti per i quali non è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza e, quindi, con la possibilità concreta che vengano spacciati come Made in Italy prodotti importati a rischio frodi".
E' quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che l'importazione di mozzarella 'blu' dalla Germania "è solo la punta di un iceberg di traffici alle frontiere spesso fondati sulla mancanza di trasparenza che favoriscono anche le contraffazioni".
"L'inganno del falso Made in Italy - denuncia la Coldiretti - riguarda due prosciutti su tre venduti come italiani ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche un terzo della pasta che è ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, oltre che tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta come pure la metà delle mozzarelle". "Negli ultimi anni con la mobilitazione a favore della trasparenza dell'informazione, la Coldiretti - sottolinea la Confederazione degli imprenditori agricoli - è riuscita a ottenere l'obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele, latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva ma ancora molto resta da fare con l'etichetta che è anonima per circa la metà della spesa: dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta".
L'inganno del falso Made in Italy a tavola dovuto alla vendita in Italia di prodotti alimentari, pagati come italiani senza esserlo per la mancanza dell'obbligo di indicare l'origine in etichetta, costa ben 4,2 miliardi, secondo una indagine Coldiretti dalla quale emerge che quasi la metà degli italiani (47%) ritiene un alimento realizzato con prodotti coltivati o allevati interamente in Italia valga almeno il 30 per cento in più, per una superiorità attribuita nell'ordine al rispetto di leggi più severe, alla bontà e freschezza e alla garanzia di maggiori controlli.
Secondo l'indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (97%) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti. "Colmare questo ritardo - continua la Coldiretti - è una grande responsabilità nell'interesse degli imprenditori agricoli ma soprattutto dei consumatori e della trasparenza e competitività dell'intero sistema Paese".
"Un segnale incoraggiante - sottolinea la Coldiretti - arriva dal Parlamento italiano dove con l'approvazione del disegno di legge sull'etichettatura obbligatoria di origine degli alimenti presentato da Scarpa Bonazza Buora al Senato dove è stato ampiamente condiviso sia in commissione Agricoltura che in Aula e deve ora essere approvato dalla Camera". "Peraltro - prosegue la Confederazione - lo stesso Parlamento Europeo ha votato finalmente a favore dell'obbligo di indicare il luogo di origine per carne, ortofrutticoli freschi e appunto prodotti lattiero caseari tra i prodotti che si compongono di un unico ingrediente che, oltre al prodotto agricolo, prevedono solo degli eccipienti come acqua, sale, zucchero, e per quelli trasformati che hanno come ingrediente la carne, il pollame ed il pesce".
"Si tratta di novità positive - conclude l'associazione - contenute, grazie al pressing della Coldiretti, nel testo votato in seduta plenaria in prima lettura, della Relazione dell'On Renate Sommer relativo alla proposta di regolamento sulle indicazioni alimentari ai consumatori". [Adnkronos/Ing]
- Pesticidi nel piatto 2010 (Guidasicilia.it, 19/06/10)