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Nove italiani su dieci hanno più paura rispetto al passato. In Italia cresce il senso di insicurezza

10 luglio 2007

Nove italiani su dieci hanno paura del dilagante aumento della criminalità nelle città italiane. Una preoccupazione generalizzata che solo nell'ultimo anno e mezzo è andata sempre di più trasformandosi in diffuso senso di insicurezza riferito al proprio contesto di vita. Tale ''tensione sociale'' è avvertita soprattutto nei grandi centri, mentre la ''geografia della paura'' ha una mappatura più precisa in alcune regioni del Nord e nel Mezzogiorno.
Il fenomeno è stato così descritto dalla rilevazione periodica dell'Osservatorio sul Capitale Sociale, realizzata da Demos-Coop.  
Esattamente nove persone su dieci si dicono: molto (47%) o abbastanza (45%) preoccupate per la criminalità in Italia, mentre più di otto su dieci pensano che la situazione sia peggiorata negli ultimi cinque anni. Più contenuta è, invece, l'inquietudine rispetto all'area di residenza dei rispondenti, che tuttavia ha conosciuto un rapido deterioramento proprio nell'ultimo periodo. La quota di persone che si dicono preoccupate per la criminalità nella zona dove abitano ha superato la soglia della maggioranza assoluta, lievitando dal 48 al 57% (il 22% si dice molto preoccupato). Ritengono la situazione peggiorata nel loro ambiente quotidiano il 44% degli intervistati: erano il 34% nel 2005.

Ad essere maggiormente intimoriti dalla situazione sociale risultano essere le donne e i giovani residenti nei centri metropolitani, nel Nord Ovest e nel Mezzogiorno.
Parlando di specificità criminale, la prima preoccupazione per i cittadini è quella di subire un furto in casa: essa coinvolge il 55% del campione, contro il 51% di un anno e mezzo fa. Al secondo posto troviamo scippi e borseggi (49%), seguiti dalle truffe legate all'uso del bancomat o della carta di credito (47%). Per tutti i tipi di reato considerati, il rischio (percepito) di diventare vittima tende a crescere. C'è da sottolineare, comunque, che a creare tale clima di insicurezza concorrono fattori diversi, non sempre legati alla precisa evoluzione del numero dei reati. Molto spesso, infatti, eventi di forte impatto emotivo (nazionali o locali), accompagnati da un'ampia attenzione mediatica, contribuiscono a diffondere un sentimento di ansia.
Ad aumentare il crescente senso di insicurezza ha contribuito poi il provvedimento dell'indulto di un anno fa: il 52%, fra gli intervistati, pensa che tale misura abbia (molto) contribuito ad alimentare i tassi di criminalità. Sebbene, in parlamento, sia stato votato da una maggioranza ''trasversale'', il sondaggio Demos-Coop evidenzia come siano soprattutto gli elettori di centro-destra ad esprimere tale giudizio (67% contro il 30% di quelli di centro-sinistra).
Del resto c'è da rilevare che l'insicurezza ha assunto un colore politico piuttosto preciso sulla scena pubblica: gli elettori della CdL appaiono più sensibili a questa tematica. E le forze di centro-destra godono di una migliore reputazione quanto a capacità di affrontare la questione. Gli stessi elettori di centro-sinistra, sotto questo profilo, sembrano in parte dubitare della propria parte politica.

Chiusi ed impauriti all'interno delle proprie mura domestiche, i cittadini italiani negli ultimi anni hanno avuto la tendenza sempre maggiore a dotarsi di dispositivi di auto-difesa. Quasi uno su due ha installato porte o finestre blindate (47%), uno su tre ha acquistato un sistema antifurto. Circa uno su quattro lascia le luci accese, quando esce la sera (28%).
La maggiore richiesta di sicurezza è stata poi presto barattata con la disponibilità a ridurre la propria privacy. La video-sorveglianza di strade e luoghi pubblici viene approvata dall'86% degli intervistati. La crescita di tale componente - circa cinque punti rispetto al 2005 - si lega, probabilmente, all'utilità di questo strumento nella risoluzione di importanti fatti di cronaca nera.

- ''Fenomenologia dell'insicurezza'' di Ilvo Diamanti (Repubblica.it)

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10 luglio 2007
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