Nuclear Security Summit 2010
Raggiunta l'intesa al vertice di Washington. Il presidente Obama: "Adesso il mondo è più sicuro"
Le 47 delegazioni riunite a Washington per il vertice sulla sicurezza nucleare hanno raggiunto un accordo. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, al termine del summit ha detto che grazie alle decisioni prese sulla sicurezza nucleare "il mondo è più sicuro".
Tra i principali capitoli dell'intesa una maggiore cooperazione per arginare la proliferazione. La messa in sicurezza di tutti i materiali nucleari nel giro dei prossimi quattro anni. Inoltre, Usa e Canada hanno annunciato che intendono creare un fondo di dieci miliardi di dollari per la sicurezza nucleare. Ribadito anche l'appoggio all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). Il presidente francese Nicolas Sarkozy chiede sanzioni contro l'Iran entro maggio.
Ieri l'allarme di Obama sugli attacchi nucleari. Nel mondo del dopo guerra fredda il "rischio di uno scontro nucleare tra paesi è diminuito, ma è aumentato il rischio di attacchi nucleari", ha detto il presidente Usa nel corso della sessione plenaria al secondo giorno del vertice a Washington.
Il presidente Usa, che ha aperto il vertice con un minuto di silenzio per ricordare il presidente polacco Lech Kaczynski, la moglie Maria e le altre vittime della sciagura aerea di Smolensk, ha affermato che un attacco terroristico da parte di al Qaeda con armi nucleari sarebbe "una catastrofe per il mondo". "Solo la più piccola quantità di plutonio, delle dimensioni di una mela, possono uccidere o ferire centinaia di migliaia di persone innocenti", ha aggiunto sottolineando che "network terroristici come al Qaeda hanno cercato di entrare in possesso di materiale per armi atomiche e se dovessero riuscirci sicuramente le userebbero".
"Il pericolo del terrorismo nucleare è una delle minacce maggiori alla nostra sicurezza" ha ribadito Obama intervenendo al Washington Convention Center dove è in corso il summit, da lui definito "un incontro senza precedenti per affrontare una minaccia senza precedenti". Ma che d'ora in poi diventerà un nuovo appuntamento per l'agenda internazionale, dal momento, ha annunciato sempre l'inquilino della Casa Bianca, la Corea del Sud ha accettato di ospitare il follow up del vertice nel 2012.
Sulla questione iraniana, Obama è reduce da un parziale dietrofront della Cina. Sembrava infatti che ieri il presidente Usa fosse riuscito a convincere il presidente cinese Hu Jintao a sostenere un nuovo pacchetto di sanzioni contro l'Iran. Ma oggi la portavoce del ministero degli Esteri cinese Jiang Hu ha affermato che "la Cina ha sempre sostenuto che le sanzioni e le pressioni non possono risolvere alla base il problema (del programma nucleare dell'Iran, ndr) e che il dialogo e i negoziati sono il sistema migliore per risolverlo".
Dal canto suo l'Iran, che non ritiene che la Cina sia davvero disposta ad approvare una nuova risoluzione con sanzioni (le dichiarazioni "non significano l'approvazione della posizione e delle azioni ingiuste degli Stati Uniti"), ha fatto sapere che "è pronto ad affrontare qualsiasi attacco dei suoi nemici". Il ministro degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, ha poi bollato le 'minacce' di raid aerei avanzate da Usa e Israele come "parole vuote, utili solo per fini propagandistici". "L'Iran - ha aggiunto - è pronto ad affrontare qualsiasi attacco dei suoi nemici".
Il numero due dell'Organizzazione per l'energia atomica dell'Iran (Oeai), Behzad Soltani, ha annunciato che l'Iran diventerà una potenza nucleare entro un mese. Pochi giorni fa il responsabile dell'Oeai, Ali Akbara Salehi, aveva rivelato che entro l'estate entrerà in funzione la centrale nucleare di Bushehr, nel sudovest del Paese. Secondo Soltani, che non ha aggiunto particolari riguardo a questa affermazione, "nessun Paese penserà di attaccare l'Iran dopo il suo ingresso nel club" dei Paesi nucleari. Mentre oggi Salehi ha fatto sapere che l'Iran è disponibile a scambiare il proprio uranio arricchito al 3,5% in cambio di combustibile nucleare al 20%, ma a determinate condizioni.
"L'atteggiamento della Cina non ci sorprende, anche se avremmo sperato in una maggiore disponibilità", è stato il commento del ministro degli Esteri Franco Frattini che ha però aggiunto: "Siamo convinti che nel medio e lungo termine la Cina comprenderà che è suo interesse un mondo senza armi nucleari, a cominciare dalla necessità di fermare l'azione iraniana che sta accelerando".
Il presidente francese Nicolas Sarkozy - in un'intervista concessa alla CBS - ha detto di non volere "che il mondo si svegli davanti a un conflitto tra Israele e Iran perché la comunità internazionale non è stata in grado di agire". Al summit sulla sicurezza nucleare, il leader dell'Eliseo ha rivolto un appello all'azione per fermare la minaccia atomica. Il modo migliore per prevenire quello che ha definito un "disastro" sarebbe, secondo il leader dell'Eliseo, "adottare le misure necessarie a far capire a Israele che siamo determinati a garantire la sua sicurezza".
La delegazione olandese a Washington ha invece proposto la creazione di un Tribunale internazionale speciale con sede nei Paesi Bassi per esaminare denunce di violazioni dei trattati di non proliferazione nucleare. Una proposta, ha annunciato il premier, Jan Peter Balkenende, alla quale il presidente americano Barack Obama ha reagito positivamente nel corso della cena di lavoro di ieri sera, ha riferito oggi l'agenzia di stampa 'NOS'.
Il governo turco non darà il suo sostegno a un nuovo pacchetto di sanzioni internazionali contro il programma nucleare di Teheran, auspicato dal presidente degli Stati Uniti, ma si propone come mediatore nella ricerca di una soluzione diplomatica alla crisi. Lo ha dichiarato il premier turco Recep Tayyip Erdogan in un'intervista alla Cnn. "Credo che bisogni trovare una via d'uscita", ha detto Erdogan, ricordando che il suo paese ha rapporti strategici con l'Iran fin dal 17esimo secolo.
Mentre l'Ucraina trasferirà con ogni probabilità in Russia l'uranio altamente arricchito di cui ancora dispone. Lo ha precisato il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, al termine dell'incontro di ieri fra Barack Obama e Viktor Yanukovich. [Adnkronos/Ing]