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Nucleare sì ma non nel mio giardino...

Mentre il governo ha già deciso i tempi per la partenza del nucleare, gli italiani si guardano bene dall'accettare centrali vicino casa

07 ottobre 2009

Il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha indicato il biennio 2018-2020 come limite temporale per la produzione del primo chilowattora di energia nucleare in Italia. "Alla fine di questa legislatura metteremo la prima pietra del nucleare per arrivare entro il 2018/2020 ad avere il primo chilowattora prodotto con energia nucleare nel nostro Paese. E questo nell'interesse dei cittadini e delle imprese italiane", ha detto Scajola in un'intervista telefonica a Canale 5. "Nonostante le difficoltà e i trabocchetti che ogni giorno troviamo, noi paghiamo l'energia il 30% in più degli altri Paesi. Abbiamo bisogno di difendere l'ambiente. Dobbiamo rientrare nel nucleare in tempi veloci. Lo facciamo tutti i giorni con grande impegno per rispettare la tabella di marcia", ha aggiunto il ministro.

Comunque sia, qualsiasi siano le tempistiche pensate dal ministro, l'accettazione degli italiani nei confronti del nucleare è tutt'altro che piena. Oggi come oggi solo il 40% degli italiani si dice favorevole alla costruzione di centrali nucleari (il 12% è molto favorevole, il 28% lo è abbastanza). Un dato sì in aumento del 2% nel 2008 rispetto a due anni prima, ma la percentuale dei favorevoli scende al 17% se la risposta non è più in generale ma riguarda la "propensione ad accettare o rifiutare una centrale nucleare nei pressi di dove si abita": infatti, in questo caso dice no l'82% degli italiani. Ed il 52% è sul fronte di una opposizione ancora più netta: "non lo accetterei e farei di tutto per impedirlo", risponde.
Sono questi alcuni dei dati emersi da un seminario dell'Enel, in Francia, dove è in costruzione il terzo reattore della centrale di Flamanvile, un progetto di terza generazione avanzata per la tecnologia Epr: "il modello" di Enel per la costruzione di centrali in Italia con l'alleata francese Edf.
L'indagine è stata commissionata da Enel e svolta dalla società Gpf a inizio 2009. La percentuale di no al nucleare nei pressi di casa (il cosiddetto effetto nimby, "non nel giardino dietro casa mia") è la stessa rilevata per le discariche. Scende di poco, all'80%, per inceneritori e termovalorizzatori; al 55% per i centri di accoglienza per immigrati; al 52% per le basi militari; al 46% per le autostrade; al 33% per le centrali eoliche.

In Italia 4 reattori in 3 centrali - Il piano di Enel per il nucleare in Italia ipotizza la costruzione con l'alleata francese Edf di quattro reattori divisi tra tre centrali. È la scelta al momento prevista tra gli "obiettivi strategici": una soluzione che non è definitiva e che potrebbe essere rivista, se sarà possibile, per concentrare i quattro reattori previsti dal piano "nel minor numero di siti possibili, preferibilmente con due reattori per due centrali".
Nell'ambito dell'alleanza italo-francese per il nucleare Enel guiderà la realizzazioni di centrali per circa la metà degli obiettivi di generazione nucleare in Italia fissati dal governo: quattro reattori da 1.600 Mw sugli otto (in tutto 13 mila Mw) necessari per coprire il 25% dei consumi stimati a partire dal 2020.
Ogni reattore, per dare una idea della capacità di generazione, potrà alimentare una città come Roma. Sulla scelta dei siti "stiamo ancora lavorando", hanno comunque sottolineato gli ingegneri di Enel alla guida del progetto: i criteri che verranno stabiliti dalla nuova Agenzia per il nucleare non dovrebbero comunque riservare sorprese perché necessariamente in linea con standard internazionali. I luoghi dovranno rispondere all'esigenza di un facile ed abbondante approvvigionamento di acqua (sul mare, ma anche su grandi fiumi come il Po) e di collegamento agli elettrodotti, alle caratteristiche sismiche del territorio, a requisiti di poca densità di popolazione. Sul tavolo, a quanto si apprende, solo prime ipotesi di studio, semplici valutazioni preliminari di esperti che riguardano tutto il Paese: il Nord (indicativamente per due reattori), il Centro ed il Sud. Ogni indicazione più nel dettaglio viene considerata ancora del tutto prematura.

I tempi e l'iter autorizzativo - Il piano del governo punta ad avere tempi più stretti (prima centrale operativa nel 2018, massimo 2019) rispetto allo scenario, prudenziale, dell'Enel. Quest'ultimo prevede, nel dettaglio, entro il 15 febbraio prossimo, secondo quanto previsto dalla Legge Sviluppo, l'emanazione dei decreti legislativi stabiliti dal provvedimento, l'emanazione della delibera del Cipe per la definizione degli impianti, la creazione dell'Agenzia per il nucleare con il varo del suo statuto e del suo regolamento (con un DPCM) e la nomina dei suoi componenti.
Il presidente sarà scelto da Presidente del Consiglio mentre, dei quattro componenti, due saranno indicati dal Ministero dello Sviluppo Economico e due dal Ministero dell'Ambiente. Il collegio dovrà ottenere il parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti.
Sarà dunque un percorso parallelo che dovrà mettere nelle condizioni l'Agenzia, da metà febbraio, di avviare la la definizione della procedura per l'individuazione dei siti dove costruire le centrali sulla base dei criteri generali stabiliti dai decreti attuativi.
L'Agenzia, secondo quanto emerge, potrebbe, sul modello di quanto si fa in Gran Bretagna, individuare delle "macro-aree" nel Paese idonee alla costruzione di centrali nucleari demandando alle aziende produttrici la proposta di siti particolari. Su queste macro-aree il Ministero dell'Ambiente dovrà svolgere la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) mentre all'Agenzia sarebbe demandata la competenza di certificazione dei siti scelti dagli operatori. A questo punto sarebbe possibile arrivare alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e all'Autorizzazione Unica di concerto tra Ministero Sviluppo, Ministero dell'Ambiente e la stessa Agenzia.
La pubblicazione dei criteri tecnico ambientali per i siti dovrebbe arrivare a metà luglio dell'anno prossimo mentre l'esito della VAS sulle aree idonee alla costruzione di centrali dovrebbe giungere entro la metà di dicembre del 2010, tre mesi dopo è prevista la certificazione dei siti, ad agosto del 2011 il permesso di sito, mentre si dovrebbe arrivare fino a maggio del 2013 per l'ultimo passaggio autorizzativo, ovvero la licenza combinata di costruzione ed esercizio. A quel punto partirebbero i lavori civili per la realizzazione della prima centrale, della durata di due anni, mentre il primo calcestruzzo dell'edificio reattore è previsto per metà luglio 2015.

[Informazioni tratte da Ansa.it, www.swissinfo.ch/ita, Asca.it]

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07 ottobre 2009
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