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Nuova intesa tra il Comune di Palermo e il Governo nazionale per l'assegnazione dei beni confiscati alla mafia

06 settembre 2007

Lo scorso anno da uno studio approfondito del Centro Studi Pio La Torre di Palermo emergeva che oltre la metà dei beni confiscati alla mafia non viene assegnata. Durante un seminario organizzato dal Centro Pio La Torre insieme all'Università di Palermo e all'Associazione nazionale magistrati, il presidente del centro ricordava che, lo scorso anno, su 2.744 beni strappati ai boss in Sicilia solo 1.246 erano stati assegnati fino ad allora. Quest'anno le cose non sono migliorate tanto, ed è bene sottolineare che una tale condotta rischia di vanificare quello spirito di risarcimento alla società che la confisca di un bene mafioso e il suo riutilizzo rappresenta, il rischio, insomma, che agli occhi dei cittadini la mafia appaia più forte dello Stato.
Un problema che è sempre stato politico: troppo farraginose le procedure per la riqualificazione dei beni, troppo lunghe le procedure burocratiche per destinarli.

Ieri a Palermo, finalmente è stato siglato il protocollo d'intesa per la confisca di 258 immobili appartenuti alle organizzazioni mafiose. L'accordo è stato sottoscritto dal vice ministro dell'Economia e delle Finanze, Vincenzo Visco, dal prefetto di Palermo Giosuè Marino, dal sindaco di Palermo Diego Cammarata e dal direttore dell'Agenzia del Demanio Elisabetta Spitz.
Con la firma del protocollo si registra un'inversione di tendenza: il numero dei beni destinati supera il numero dei beni in gestione. Sono complessivamente 4.045 i beni confiscati finora destinati, contro i 3.654 ancora in gestione. Da gennaio ad oggi, infatti, l'Agenzia del Demanio ha destinato 552 immobili confiscati. I beni destinati al Comune di Palermo sono 112 tra appartamenti e ville, 43 box, 38 locali, 7 fabbricati, 29 terreni e 29 beni definiti 'altre pertinenze', e passano così dal 22% al 38%, segnando un decisivo passo in avanti nella lotta a Cosa Nostra.

L'obiettivo di questo accordo è quello di garantire procedure più snelle per il trasferimento dei beni confiscati e superare le numerose criticità che questi beni presentano (gravami ipotecari, occupazione abusiva, identificazione del proprietario effettivo e degli esatti estremi identificativi catastali), per essere destinati e utilizzati a fini sociali o istituzionali.
L'atto firmato a Palermo s'inserisce nell'ambito dei progetti territoriali che l'Agenzia del Demanio ha già avviato con i Comuni di Roma e Reggio Calabria, a cui sono stati destinati rispettivamente 57 e 48 immobili per garantire un più rapido trasferimento e utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. I prossimi accordi saranno firmati con i comuni e delle province di Reggio Calabria, Napoli, Catania, Agrigento e il comune di Bari.

''Non ci sono solo gli immobili tra i beni confiscati, ci sono anche partite finanziarie. Il Governo sta lavorando per definire una procedura di gestione, un luogo dove queste risorse vanno allocate. In genere è il ministero del Tesoro a gestire le liquidità''. Questo quanto annunciato dal vice ministro Visco. Il vice ministro ha infine fatto notare che per lottare meglio la mafia, aggredendo i patrimoni, ''occorre collaborazione. Oggi in Sicilia stiamo siglando un protocollo con il Comune, domani potremmo farlo con il presidente della Regione o delle province''.
Soddisfatto il sindaco di Palermo, Diego Cammarata: ''Siamo riusciti ad ottenere anche l'assegnazione degli immobili in cui troveranno sede uffici e scuole comunali con un'evidente riduzione degli oneri che il Comune sostiene per l'affitto degli edifici. Si tratta di immobili provenienti dai patrimoni sequestrati alla mafia che costituiranno un arricchimento per l'intera collettività. Negli ultimi anni siamo riusciti ad ottenere parte di questi beni - ha continuato - soprattutto abitazioni, per destinarli ai cittadini meno abbienti, dando una risposta all'emergenza-casa. Questo è stato possibile grazie a una nostra richiesta del gennaio 2003 accolta dal Commissario straordinario del Governo per la gestione dei beni confiscati''.

Leoluca Orlando, portavoce nazionale dell'Italia dei Valori ed ex sindaco di Palermo, ha espresso a Vincenzo Visco il proprio apprezzamento ''per la sensibilità politica mostrata dal Governo con la realizzazione del protocollo d'intesa sull'utilizzo e la destinazione dei beni immobili confiscati alla mafia. Questo - spiega Orlando - rappresenta un duplice risultato di questa legislatura: l'adempimento ad un impegno preso dal Governo ed un segno di discontinuità politica che da tempo si aspettava. Affrontare il problema dell'emergenza abitativa nelle grandi città, anche attraverso la restituzione dei beni confiscati alla mafia, consente alle Istituzioni di recuperare credibilità sociale e, contemporaneamente, permette di rafforzare l'efficace lotta alla criminalità per mezzo del sequestro dei patrimoni''.
Dello stesso avviso il prefetto di Palermo, Giosuè Marino: ''Il progetto di una nuova legge che disciplini la materia dei beni confiscati è un obiettivo importante per superare le problematicità giuridico-amministrative che rallentano le assegnazioni''.

- Legge n. 109 del 7 marzo 1996

- Guida alla legge 109 (www.libera.it)

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06 settembre 2007
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