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Nuova politica italiana sull'immigrazione

Il Consiglio dei ministri ha approvato la legge ''Amato-Ferrero'' che riforma la ''Bossi-Fini''

26 aprile 2007

Alla vigilia di un giorno importante per l'Italia, il 25 Aprile, la Liberazione, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge delega sull'immigrazione che riforma la legge Bossi-Fini, redatto a quattro mani dai ministri dell'Interno Giuliano Amato e della Solidarietà sociale Paolo Ferrero.
Un provvedimento nato principalmente, come ha specificato il ministro Amato nella relazione di accompagnamento, dalla constatazione che la Bossi-Fini in questi anni ha fallito, non riuscendo né a incanalare verso la legalità i flussi di immigrazione illegale, né a contrastarli. In particolare, si sottolinea, il contratto di soggiorno si è tradotto in periodiche regolarizzazioni e ha finito per favorire quell'immigrazione illegale che si proponeva di contrastare. Per quanto riguarda il meccanismo delle espulsioni, ''sulla carta molto severo, si è rivelato di fatto inefficace''; il permesso di soggiorno rigidamente legato alla durata del contratto di lavoro si è dimostrato inefficiente per l'immigrato e per il datore di lavoro.
''Bisogna porre fine - ha detto Amato - a questo fenomeno ed è questo lo scopo primario del ddl che abbiamo presentato''.

Queste elencate le principali novità contenute nel provvedimento: test d'italiano nel Paese d'origine per iscriversi alle liste di ''collocamento'' nelle nostre ambasciate; corsie preferenziali per infermieri, badanti, colf, tecnici specializzati, manager, artisti (per tutti gli altri, comunque, abolizione del contratto di soggiorno, previsto dalla Bossi- Fini); decreto flussi triennale con correzioni in corso d'opera ogni anno; procedure semplificate per permessi d'ingresso e nulla osta; documenti regolari, per un anno, anche per chi viene licenziato e cerca un nuovo lavoro; rimpatri volontari e incentivati grazie alla creazione di un apposito Fondo nazionale; espulsioni decise dal giudice ordinario e non più da quello di pace; superamento graduale degli attuali Cpt con la creazione di un triplo circuito: centri d'identificazione aperti, ''con un congruo orario d'uscita'', per le famiglie e gli stranieri che collaborano, identificazione obbligatoria in carcere per gli arrestati, centri di trattenimento solo per chi, in attesa dell'espulsione, non vuole dichiarare la propria identità.

Le nuove norme - Tra le novità, la possibilità di entrare per cercare lavoro iscrivendosi ad apposite liste, o attraverso una banca dati di raccolta delle richieste e delle offerte. O anche il ritorno dello sponsor (già previsto dalla Turco-Napolitano, e abolito dalla Bossi-Fini): a fare da garante per l'ingresso in Italia di un extracomunitario potrà, infatti, essere sia un privato cittadino sia uno sponsor istituzionale. Cioè enti locali, sindacati, associazioni imprenditoriali. C'è anche l'opportunità, per lo straniero in possesso di ''risorse finanziarie adeguate'', di ''autosponsorizzarsi''.

I numeri - Mai più ''numeri al lotto'' per i permessi di immigrati ma previsioni ''più realistiche'': questa la promessa del ministro. Per le badanti, in particolare, ''entro un limite prefissato ci potranno essere delle modifiche. Perché se per le imprese il numero di lavoratori stranieri è prevedibile non lo è invece per le badanti. Ci sarà quindi un margine di elasticità''.
La durata del decreto flussi, che fissa le quote di stranieri da ammettere in Italia, da annuale diventerà triennale, in modo da ottenere una programmazione ''più realistica e corrispondente alle necessità di medio-lungo periodo''.

Immigrati e giustizia -  Il ministro dell'Interno ha sottolineato che l'immigrato ''non è un mafioso'', dunque ''non ha senso che esista un diritto criminale speciale per l'immigrato. Se fa un falso documentale, il suo falso vale quanto quello fatto da un cittadino italiano da sette generazioni''. Insomma, nel ddl ''i reati non sono stati cancellati ma ricondotti al codice penale. La disciplina della Bossi-Fini vedeva nell'immigrato un potenziale nemico della legge con caratteristiche specifiche proprie''. Cambiamenti anche sulla figura di magistrato chiamato a giudicare chi commette reati. ''Sarà il giudice ordinario e non il giudice di pace ad occuparsene, perché riguarda i diritti della persona, che hanno gli immigrati come gli italiani di settima generazione''.

I Centri di permanenza temporanea - Senza attendere l'approvazione della legge, due imminenti direttive del ministro dell'Interno permetteranno l'entrata della stampa nei Cpt e la chiusura di alcuni di questi che sono ''di troppo'' (su questo punto, è già in programma una verifica della situazione). Lo ha annunciato Amato, sottolineando che le due direttive accolgono le proposte della Commissione De Mistura. Il ministro ha confermato che ''i Cpt rimangono ma esclusivamente per coloro che si sono sottratti all'identificazione e che sono in transito tra la fase dell'espulsione deliberata e non attuata''. Insomma, i centri di accoglienza ci saranno ma non avrà una caratteristica repressiva. Il Viminale infatti prevede che il nuovo modello di espulsioni farà calare il numero di soggetti destinati ai Centri di permanenza temporanea e assistita, agevolando un progressivo svuotamento di queste strutture. Gli stranieri in condizioni di bisogno saranno invece accolti in strutture diverse dagli attuali Centri: si tratterà di strutture di accoglienza vera e propria, non a carattere detentivo e la permanenza sarà limitata.
Rispetto all'entrata dei giornalisti, il ministro ha detto sarà condizionata a richieste ai prefetti e dovrà essere organizzata.

Il costo del ddl - Il ministro dell'Interno non nasconde che il ddl ha ancora in sospeso una questione ''tecnica'' che riguarda la copertura finanziaria, di cui si stanno interessando i tecnici dell'economia. Rispetto al finanziamento della legge Amato ha detto: ''stiamo, per la verità, ancora cercando la formula e stiamo discutendo''. ''Visto che la spesa sarà collegata al 2008 e quindi non c'è un problema di copertura per il 2007 - ha osservato - si sta quindi valutando se quantificarla fin d'ora e poi inserirla in Finanziaria o prevederla direttamente nella Finanziaria''.

Le critiche dell'opposizione, l'attacco del leader di An Gianfranco Fini
Il ddl Amato-Ferrero non è piaciuto all'opposizione che ha scaraventato sul disegno di legge una pioggia di critiche. Le critiche più agguerrite quelle di Gianfranco Fini, padre insieme a Umberto Bossi della normativa cancellata dalla riforma. ''Il governo ha deciso di fare entrare, non come clandestini, tutti coloro che vogliano entrare in Italia'', ha commentato Fini, ''e questo comporterà mille problemi perché ce ne saranno tanti di clandestini che verranno in Italia o con lo sponsor o dichiarando di sostenersi economicamente''. ''Mi sembra che il governo stia giocando con le parole - ha detto ancora Fini - perché parte dal presupposto che in Italia ci sono tanti clandestini, cosa vera ma non certo per il fallimento della nostra legge, ma perché in molti casi la magistratura non dà corso alle espulsioni''.
Secondo l'ex ministro degli Esteri i clandestini che verranno in Italia ''cercheranno lavoro, non lo troveranno, e saranno costretti a vivere di stenti o a delinquere. Quello che trovo ridicolo - ha aggiunto Fini - è la reintroduzione della figura dello sponsor, che c'era già nella legge Turco-Napolitano e che si rivelò fallimentare''. Il leader di An ha difeso quindi la sua legge: il pilastro della legge della Cdl ''continua a essere il tema dell'integrazione. Viene chi ha un lavoro, non chi lo cerca''. Fini ha però individua un elemento positivo nel provvedimento varato dal Cdm: ''La cosa che trovo positiva nella riforma è che per alcune categorie, come le badanti e le colf, era giusto adottare un correttivo''.

''Siamo nettamente contrari al progetto del governo sull'immigrazione. Il governo dichiara di voler diminuire il flusso degli immigrati clandestini, ma lo fa semplicemente allargando le maglie dell'accoglienza''. Il vicecoordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, lo ribadisce osservando che ''le conseguenze saranno gravissime: l'Italia è destinata a diventare l'anello più debole in Europa e quindi sarà il punto di arrivo preferenziale dell'immigrazione clandestina''.
A insorgere contro le nuove norme sull'immigrazione è stato anche il leghista Roberto Calderoli, al quale la proposta Amato-Ferrero ''ricorda molto la legge sull'indulto'': ''Così come a suo tempo a fronte del sovraffollamento delle carceri, si risolse il problema mettendo in libertà i delinquenti, così oggi si vuole risolvere la questione degli immigrati clandestini dichiarandoli regolari per legge''. Quindi promette battaglia: ''Prima di farci togliere la nostra legge, venderemo cara la pelle''.

A replicare alle critiche del leader di Alleanza nazionale è stato il ministro Paolo Ferrero: ''Fini agita la demagogia dopo aver prodotto il disastro. [...] La Bossi-Fini ha obbligato alla clandestinità centinaia di migliaia di lavoratori immigrati, ha determinato estese aree di lavoro schiavistico, ha permesso una evasione fiscale e contributiva di miliardi di euro da parte dei datori di lavoro. La Bossi-Fini e la legge 30, con la clandestinità dei migranti e la precarietà dei giovani, sono servite per indebolire i diritti dei lavoratori e per alimentare una guerra tra poveri, frutto proprio delle sciagurate politiche antisociali del governo di destra. Questa è la cruda realtà che Fini vuole nascondere con i suoi attacchi alla nuova legge sull'immigrazione''.

- Ecco il progetto Amato-Ferrero (Repubblica.it)

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26 aprile 2007
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