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Nuovi indizi sulla scomparsa di Denise Pipitone

Ci sarebbero intercettazioni telefoniche relative a un sospettato che mai sono state bene approfondite

25 settembre 2009

"Hai sentito i telegiornali? Ho da fare, non mi devi rompere". Sarebbe questa la frase pronunciata da un parente prossimo di Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise Pipitone, nel corso di una chiamata al telefono cellulare, ricevuta il giorno successivo al rapimento della bambina di Mazara del Vallo, il primo settembre 2004 a Mazara del Vallo (Trapani).
Il particolare è reso noto dall'avvocato Giacomo Frazzitta, legale della famiglia di Denise. Lo stesso cellulare, in base ai rilevamenti dei ponti radio, nella notte tra il primo e il 2 settembre 2004 si spostò da Mazara del Vallo fino alla provincia di Palermo per poi fare ritorno all'alba a Mazara del Vallo. La telefonata, fatta da un conoscente mazarese, sarebbe arrivata al parente di Jessica Pulizzi quando era ormai arrivato a Mazara del Vallo, dopo che per tutta la notte il cellulare era risultato irragiungibile o spento.

E' questa una delle undici piste investigative, presentate dall'avvocato Frazzitta per l'opposizione della parte civile contro la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Marsala. "Questo congiunto della sorellastra di Denise - rileva il legale - è tra le persone che non sono state mai indagate, per alcune delle quali, a nostro avviso, esistono prove schiaccianti". L'autorità giudiziaria di Marsala aveva invece chiuso l'inchiesta con una richiesta di rinvio a giudizio solo nei confronti di Jessica Pulizzi, per sequestro di persona, e di Gaspare Ghaleb, ex fidanzato di Jessica, che deve rispondere di false dichiarazioni al pubblico ministero. "Abbiamo chiesto ulteriori indagini nei confronti di altri possibili indagati - ha ribadito l'avvocato Frazzitta - anche sulla base della consulenza fornita dall'ingegnere Roberto Cusano, ordinario di telecomunicazioni dell'Università La Sapienza di Roma".

L'ingegnere Cusano ha calcolato il tragitto effettuato dal cellulare della persona sospettata nella notte tra l'uno e il due settembre. Il telefonino si sarebbe acceso alle 6:15 in una città nelle vicinanze di Palermo, alle 6:18 in una città della provincia di Trapani e alle 6:25 in un ponte radio nella periferia di Trapani. Il consulente della Procura aveva ritenuto catalogabile questa anomalia come effetto "Peter Pan" (un fenomeno secondo il quale il segnale risulterebbe ubicato in più posti diversi contemporaneamente, ndr), ma il prof. Cusani ha appurato che tali dati sarebbero stati generati da un automatismo del gestore telefonico: il numero posto sotto controllo era stato cercato da un'altra utenza, e non essendo stato raggiungibile, l'operatore avrebbe attivato un meccanismo di ricerca del cellulare nei luoghi in cui l'utenza era transitata per effettuare la consueta notifica di un SMS.
Queste considerazioni determinerebbero quindi che non vi è stato uno spostamento inverosimilmente veloce del cellulare tra zone molto distanti, bensì una ricerca dello stesso nelle ultime celle in cui era stato collegato.

[Informazioni tratte da AGI, La Siciliaweb.it]

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25 settembre 2009
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