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Nuovo allarme dei ricercatori: ''Il virus A/H1N1 si trasmette anche senza febbre''

Il virus potrebbe resistere nell'uomo anche molti giorni dopo la scomparsa della febbre e dei sintomi influenzali

16 settembre 2009

Primo caso grave di febbre suina nella Capitale. Un commercialista di 42 anni, malato di leucemia, è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale San Camillo di Roma per una forte polmonite legata al virus A/H1N1. I medici ieri definivano "stazionarie" le condizioni dell'uomo, ricoverato dal 5 settembre in alto isolamento nel reparto di Rianimazione e spiegano che la prognosi è riservata. Il paziente "è malato di leucemia" e la immunodepressione dovuta alla malattia del sangue di cui è affetto, ha spiegato il direttore generale del nosocomio capitolino Luigi Macchitella, "ha potenziato, naturalmente, le conseguenze del virus sul suo organismo". Del caso se ne stanno occupando anche i medici dell'istituto per le malattie infettive Spallanzani.
Ed è purtroppo ancora in pericolo di vita la donna ricoverata a Messina. "La signora è migliorata, ma è ancora in coma farmacologico e non è fuori pericolo. Dopo che però ieri l'équipe guidata dal prof. Sutera le ha somministrato un particolare farmaco utilizzato in via sperimentale e che contiene un'alta percentuale di proteina C attivata, il quadro clinico è migliorato". Lo ha detto il direttore generale dell'Ospedale Papardo di Messina, Armando Caruso, in merito alle condizioni di una avvocato messinese ricoverata al nosocomio perché colpita dal virus AH N1 e da un polmonite acuta. "Speriamo - ha aggiunto - che nei prossimi giorni ci siano altri miglioramenti in modo da terminare il coma farmacologico e proseguire verso la guarigione. Devo sottolineare - ha concluso Caruso - la grande collaborazione dei familiari, in particolare della sorella che è un medico di Napoli e che ci ha dato una mano".

Intanto i ricercatori lanciano l'allarme.
Secondo due studi infatti (uno canadese e uno condotto a Singapore), il virus H1N1 potrebbe resistere nell'uomo anche molti giorni dopo la scomparsa della febbre e dei sintomi influenzali. I ricercatori hanno osservato che in alcuni casi il microrganismo responsabile della nuova pandemia rimane vitale a più di una settimana dall'apparente guarigione dei pazienti. Anche a termometro freddo, quindi, l'infezione può trasmettersi.
Il primo studio è firmato dall'Istituto nazionale di sanità pubblica del Quebec (Inspq) e ha mostrato che su 43 persone colpite dalla nuova influenza, 8 (il 19%) potevano essere considerate contagiose anche 8 giorni dopo che la febbre era scesa. In altre parole, nel sangue di questi pazienti il virus H1N1 era ancora in grado di moltiplicarsi. Dunque, potenzialmente, di trasmettersi a un'altra persona. A 10 giorni dall'ultima rilevazione anomala del termometro, il germe risultava invece assente dall'organismo di tutti i 'falsi guariti'. A una conclusione analoga - riporta il quotidiano francese 'Le Figaro' - è giunto anche il team di David Lye dell'ospedale Tan Tock Seng di Singapore: su 70 persone colpite dall'influenza A, il 20-30% presentava ancora virus vitale 8 giorni dopo che la febbre era passata. In un piccolo numero, addirittura, il pericolo di contagio si protraeva al dodicesimo giorno.
Per capire se questi 'ex malati apparenti' sono effettivamente contagiosi, precisano gli scienziati dell'Inspq, sarà necessario approfondire l'entità della carica virale residua. Ma se i sospetti emersi dai due studi venissero confermati, commenta Frank Lowy, virologo della Columbia University di New York, "i risultati potrebbero essere significativi in termini di diffusione del virus H1N1". Anche Daniel Jernigan, direttore aggiunto della Divisione influenza dei Cdc americani, ammette che "le persone colpite dall'influenza continuano a presentare nel sangue virus vitale, capace di replicarsi, anche quando non hanno più febbre. Le politiche sanitarie puntano a ridurre l'infezione, non a eliminarla completamente", precisa l'esperto. Ma "se avessimo a che fare con un virus associato a un tasso di mortalità elevata - aggiunge lo specialista Usa - probabilmente l'approccio sarebbe diverso".

Per quello che riguarda la vaccinazione in Italia, questa mattina sono arrivate al Ministero della Salute le linee guida del Consiglio superiore di Sanità che ieri ha dato parere favorevole alla vaccinazione contro la nuova influenza da virus A/H1N1 per le donne in gravidanza e bambini e ragazzi sotto i 18 anni d'età e all'eventuale co-vaccinazione con il siero per l'influenza stagionale. Non solo. Sulla base degli ultimi orientamenti scientifici dagli esperti è fortemente consi­gliato il vaccino anche ai non­ni e alle baby-sitter dei neona­ti.


Asp Catania: istituita l'unità di crisi per la pandemia influenzale - È stata istituita questa mattina (mercoledì 16 settembre), con apposita delibera, l’Unità di crisi aziendale per la Pandemia influenzale (Ucap). Lo ha reso noto il neo direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania (Asp) Giuseppe Calaciura, a seguito della riunione con il responsabile aziendale Dipartimento prevenzione Domenico Barbagallo.
L’Asp etnea recependo le linee di indirizzo regionale - predisposte sulla base degli indirizzi generali dell’analogo Piano nazionale approvato con Accordo dalla Conferenza Stato-Regioni - assicurerà così il coordinamento delle attività a livello locale in accordo con il "Comitato regionale per le Pandemie", che opera come unità di crisi regionale per l’influenza A/N1H1.
"L’Unità si occuperà delle attività di prevenzione, diagnosi e cura, seguendo le indicazioni regionali e facilitando l’attuazione della formazione degli operatori sanitari e del volontariato di protezione civile - spiega il direttore Calaciura - pianificherà le azioni di sorveglianza epidemiologica, clinica e virologica sia in campo umano che veterinario; coordinerà ed effettuerà, secondo quanto stabilito, le attività di vaccinazione, predisponendo la gestione degli antivirali ad uso preventivo".
Inoltre, l’Ucap attiverà i protocolli operativi per le azioni di sorveglianza attraverso il sistema dei "medici sentinella", predisponendo l’attività di assistenza dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e dei medici di continuità assistenziale. Questi ultimi, a loro volta, dovranno garantire il trattamento e l’assistenza dei casi domiciliari e controllare l’eventuale diffusione della pandemia nella comunità.

L’Unità è composta dai seguenti responsabili: Domenico Barbagallo (Dipartimento prevenzione), Salvatore Vitale (Unità Operativa Servizio di protezione e prevenzione e Ufficio tecnico), Giuseppe Longo (Settore ospedalità), Salvatore Garozzo (Sistemi informativi), Concetta Ferlazzo (U.O. Farmacia), Domenica Pulvirenti (Responsabile di distretto), Alfio Merennino (Attività infermieristiche), Pietro Bellissima (U.O. Malattie infettive), Paolo Calafiore (Terapie intensive) Franco Carullo (Pronto soccorso), Salvatore Strano (U.O. Acquisti) Domenico Grimaldi (rappresentante medici medicina generale) e Giuseppe Mazzola (rappresentante pediatri libera scelta).

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it, Ufficio StampaAsp Catania]

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16 settembre 2009
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