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Nuovo indagato per il fallito attentato dell'Addaura a Falcone

A 20 anni dal fallito attentato al giudice finisce nel registro degli indagti il boss Salvino Madonia

19 dicembre 2009

A distanza di 20 anni dal fallito attentato dell'Addaura al giudice Giovanni Falcone c'è un nuovo indagato. A quanto appreso dagli organi di informazione la Procura di Caltanissetta ha iscritto nel registro degli indagati il boss mafioso Salvino Madonia, ritenuto tra i responsabili del fallito attentato al magistrato del 21 giugno 1989, che si salvò solo grazie al rinvenimento dell'ordigno piazzato a pochi passi dalla sua villa sul mare.

Salvino Madonia, 53 anni, è stato condannato perché ritenuto il killer di Libero Grassi, l'imprenditore palermitano che si era ribellato al racket del pizzo ucciso nell'agosto del 1990. Il Procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari, che interpellato non smentisce la notizia, ha disposto alla Direzione investigativa antimafia degli accertamenti tecnici da effettuare sulla muta da sub utilizzata per sistemare i 58 candelotti di esplosivo sugli scogli vicino alla villa del giudice poi ucciso nella strage di Capaci. L'esplosivo fu scoperto dagli uomini della scorta di Falcone.
Madonia sarà sottoposto all'esame del Dna per accertare l'eventuale coincidenza del suo profilo genetico con quello che si potrebbe ricavare da reperti organici ancora presenti sulla muta.

Negli ambienti giudiziari si parla di "un atto irripetibile", da qui la necessità del provvedimento da inviare a Madonia. I magistrati stanno chiarendo "alcuni passaggi importanti senza tralasciare nulla".
A portare i pm di Caltanissetta sulla pista di Salvino Madonia sarebbe stato un neo collaboratore di giustizia. Il magistrato non era però l'unico obiettivo di Cosa nostra. Come ha raccontato il pentito di mafia Antonino Giuffrè, avrebbero dovuto saltare per aria quel giorno anche altri due giudici: gli svizzeri Carla Dal Ponte e Claudio Lehman. Secondo il collaboratore di giustizia, i boss avrebbero appreso da un infiltrato che i due magistrati elvetici sarebbero stati ospiti quel giorno nella villa di Falcone che li aveva invitati a fare un bagno in mare.
Il processo d'appello è terminato solo nel 2003 davanti alla Corte d'Appello di Caltanissetta, che ha identificato alcuni membri di Cosa nostra come esecutori e mandanti dell'attentato. Condannati il boss Totò Riina, come mandante, e gli esecutori Salvatore Biondino e Antonino Madonia. La sentenza definitiva è stata emessa dalla Corte di Cassazione nel 2004.

[Informazioni tratte da Adnkornos/Ing, La Siciliaweb.it, Repubblica.it]

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19 dicembre 2009
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