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Nuovo sbarco a Lampedusa. E' allarme continuo nell'isola, dove non si riesce a contenere l'emergenza

Rimpatri, smistamenti e nuovi arrivi: Lampedusa e i problemi del nuovo millennio

22 marzo 2005

Per Lampedusa, un luogo diventato, suo malgrado, simbolo di uno dei massimi problemi contemporanei, sono stati giorni movimentati, giorni di continuo allarme.
Da Lampedusa, in questi giorni, sono partiti aerei carichi di extracomunitari, arrivati qualche giorno prima per mare in una terra dove riponevano tutte le loro speranze.
Centinaia di persone che hanno affrontato un viaggio infernale verso un'opportunità, si sono visti rispedire verso un altro inferno, pieno di incognite, pieno di incertezze.
Via dalla loro terra, via da qualsiasi terra.

Sono stati giorni in cui però non si sono visti arrivare altri barconi carichi di derelitti, giorni in cui si è stati impegnati soltanto a trovare una soluzione buona per risolvere una situazione che ha varcato qualsiasi sostenibilità. Qualsiasi.
Nessuna imbarcazione fino a stanotte, quando a Lampedusa è approdato un barcone, con 41 clandestini a bordo, avvistato nel pomeriggio di ieri a circa 30 miglia a sud dall'isola.
Gli immigrati, tutti maschi e adulti, subito dopo le procedure di identificazione sono stati accompagnati dalla Guardia di Finanza nel centro di prima accoglienza dell'isola.
Nella struttura, in questo momento, si trovano 196 extracomunitari, dopo che ieri altri 120 erano stati trasferiti in aereo a Crotone.

E' grave la preoccupazione che l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha espresso più volte nei confronti della serie di eventi che ha condotto al rinvio forzato centinaia di extracomunitari.
Preoccupazione causata dalla mancanza di trasparenza che ha caratterizzato lo svolgersi di questi eventi e che induce a sospettare che si siano verificate violazioni del diritto internazionale dei rifugiati.
Nei giorni scorsi l'UNHCR, presente a Lampedusa già all'indomani dei primi sbarchi che hanno portato sull'isola oltre 1000 immigrati, aveva richiesto alle autorità competenti di accedere al centro di accoglienza, per garantire che chiunque avesse voluto inoltrare domanda d'asilo avrebbe avuto la possibilità di farlo e che tutte le domande presentate sarebbero state valutate secondo procedure regolari ed eque. Tale richiesta è stata più volte respinta dalle autorità italiane, e continuamente disattesa.
L'UNHCR ha inoltre espresso preoccupazione per l'intervento che il Governo libico sta avendo in questa difficile situazione. L'Organizzazione, infatti, non considera appropriato coinvolgere funzionari di Paesi terzi, finché le persone non siano state identificate e non si stato accertato se queste abbiano legami con tali Paesi e le ragioni del loro arrivo.
Già lo scorso mese di ottobre all'UNHCR fu permesso di entrare nel centro di Lampedusa, soltanto dopo che oltre mille persone erano state rinviate in Libia. In quell'occasione, l'Agenzia ritenne che i metodi affrettati, basati solo sul criterio delle nazionalità, utilizzati per valutare le diverse istanze non abbiano garantito a coloro che avrebbero potuto inoltrare una fondata domanda d'asilo un'adeguata valutazione.

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22 marzo 2005
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