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Obama e gli ''ostili'' all'America

Le difficoltà internazionali per il nuovo presidente Usa continueranno a chiamrsi Al Qaeda e Teheran

08 novembre 2008

"Ritiratevi, ritirate le vostre truppe dai nostri paesi e non entrate più nei nostri affari": è questo il messaggio indirizzato al presidente eletto americano Barack Obama dall'emiro dello 'Stato islamico iracheno', sigla dietro la quale si nasconde la cellula locale di al Qaeda, Abu Omar al-Baghdadi.
Dopo un lungo silenzio da parte degli esponenti 'ufficiali' di al Qaeda sul voto americano, per la prima volta uno dei massimi dirigenti del gruppo terroristico si rivolge direttamente al prossimo presidente, attraverso un messaggio audio della durata di 23 minuti diffuso ieri mattina nei principali forum jihadisti in rete e rintracciato da Aki-Adnkronos International.
Il titolo del messaggio è eloquente: "Messaggio ai governanti della Casa Bianca". Il documento, si spiega, è indirizzato "da Abu Omar al-Baghdadi, emiro dello Stato islamico iracheno, ai nuovi governanti della Casa Bianca e ai capi degli Stati cristiani" e si apre con un invito affinché "la pace sia su chi segue la retta via".
 
Tuttavia l'esponente di al-Qaeda minaccia gli americani, affermando che "se continuerete a perseverare nei vostri errori, sarete puniti come lo siete stati in passato". Per il leader della rete terroristica la classe politica americana "è in difficoltà perché deve riconoscere che la vostra guerra oppressiva contro i paesi islamici sta portando grosse perdite e lo svuotamento della vostra forza e della vostra economia è la ragione principale della fine del gigante". Un processo, aggiunge al Baghdadi, "iniziato con il benedetto 11 settembre e confermato dalla forza dei 'leoni dell'Iraq'" che, aggiunge, spinge "il signore americano verso i bidoni della spazzatura per cercarvi da mangiare".
Al-Baghdadi non si rivolge solo ad Obama, ma anche ai capi di Stato degli altri paesi occidentali, affermando che "gli uomini dell'Islam e i cavalieri del Jihad non si sono fatti ingannare dalla Casa Bianca, dall'Eliseo e dal Cremlino" e invita tutti a ritirarsi "sulle posizioni di prima". "Tornate alle vostre terre e non immischiatevi, direttamente o indirettamente, negli affari dei nostri paesi", dice l'emiro di al-Qaeda, che ipotizza 'concessioni' sulla vendita di greggio all'Occidente purché "avvenga in modo giusto ed equo e non ci danneggi".
Dopo avere chiesto la "liberazione dei prigionieri dalle carceri dell'Iraq, dell'Afghanistan e di Cuba" l'emiro di Al Qaeda 'stuzzica' gli americani, ricordando che "da questa guerra avete anche imparato come è possibile subire forti perdite economiche in pochi giorni". Per al-Baghdadi si tratta di una vendetta divina ricordando "come dice il Corano, che 'Allah vanifica l'usura e fa decuplicare l'elemosina'".

Nella seconda parte del messaggio audio diffuso ieri mattina dai principali forum jihadisti in rete, il leader iracheno di al-Qaeda rivendica quelle che considera sue vittorie nei confronti delle forze americane in Iraq, quando "centinaia dei nostri hanno sconfitto decine di migliaia dei vostri". Per il terrorista iracheno l'attuale crisi del sistema americano sarebbe causata dall'aver perseguito l'interesse di pochi potenti. "La degenerazione - afferma - è iniziata nella seconda guerra mondiale quando in nome del progresso l'America ha iniziato a dimenticare i suoi limiti a causa di una banda di commercianti di armi e di petrolio che hanno guidato la nazione verso le guerre".
Infine, al-Baghdadi conclude il suo discorso chiedendo agli "uomini dei servizi" segreti americani di ritrasmettere in modo corretto ad Obama il suo messaggio, un invito esteso anche "ai canali satellitari che sostengono di essere indipendenti, arabi e islamici".

Ma non è solo al Qaeda l'elemento difficile con il quale il presidente Obama dovrà ben presto fare i conti. Il rapporto con la Repubblica islamica dell'Iran, che nell'amministrazione Bush ha trovato il proprio nemico numero uno, sembra non iniziare per niente bene. Infatti il monito lanciato ieri da Barack Obama durante la sua prima conferenza stampa, che ha definito "inaccettabile" il fatto che l'Iran si doti di un'arma nucleare, non è piaciuto per niente al regime degli ayatollah.
Il neo-presidente Obama ha anche aggiunto che il sostegno di Teheran al terrorismo deve cessare. Quanto alla lettera di congratulazioni inviatagli dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, ha annunciato di volerla "rileggere", per "rispondere adeguatamente, e non in maniera semplicistica e troppo rapida".
Il presidente del parlamento di Teheran, Ali Larijani, ha detto che le parole del presidente-eletto Usa "indicano un proseguimento della stessa erronea politica del passato", sottolineando che "se gli Stati Uniti vogliono cambiare la loro situazione nella regione, dovrebbero mandare segnali positivi". "Obama sta prendendo la strada sbagliata. Sa che il cambiamento non significa cambiare solo di colore e portare dei cambiamenti superficiali. Il cambiamento deve avere una base strategica", ha aggiunto Larijani.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Aki, Corriere.it]

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08 novembre 2008
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