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Odissee tragiche

Sbarchi continui e quotidiani. Gli infiniti solchi del Canale di Sicilia scavati dalla disperazione e dalla speranza

05 luglio 2006

Gli ultimi sono sbarcati stamane. Quaranta a bordo di un gommone, arrivato a poche centinaia di metri dalla spiaggia della Guitgia, a Lampedusa. L'ennesimo gommone che è riuscito a eludere i controlli anti immigrazione disposti nel Canale di Sicilia.
I 40 extracomunitari sono stati fatti sbarcare e sono stati accompagnati al Cpt dell'isola. Sono tutti adulti e le loro condizioni di salute sono buone.
Probabilmente verranno rispediti nel loro paese, ma almeno sono arrivati vivi.

Non ce l'ha fatta invece a sopravvivere agli stenti del viaggio, un giovane clandestino eritreo ucciso dalla fame e dalla sete, due giorni fa, mentre cercava di arrivare in Italia insieme ad altri 33 immigrati.
Un'odissea finita in tragedia prima di raggiungere le coste siciliane sul barcone della speranza con altri disperati come lui, provenienti dall'Eritrea, dall'Etiopia e dalla Somalia, Paesi umiliati e offesi dalla guerra e dalla povertà . Tra loro anche due donne.
Hanno raccontato di essere partiti dalla capitale libica, Tripoli, una settimana fa. Un viaggio drammatico: stipati su una carretta in legno di pochi metri, sono rimasti presto senza provviste. A 60 miglia da Lampedusa, poi, l'imbarcazione ha finito il carburante ed è andata alla deriva.
Ad avvistarla ieri, a 35 miglia a sud-est dell'isola, e a dare l'allarme alla Capitaneria di porto è stato l'equipaggio del peschereccio francese 'Louis Fracois IÌ. Il natante, che aveva cominciato ad imbarcare acqua, è affondato pochi istanti dopo essere stato raggiunto dal motopesca. I migranti erano stati appena trasbordati.

Ed è stata l'ennesima, tragica giornata di sbarchi quella di ieri. Nella mattina un diportista che navigava vicino all'isolotto di Lampione ha avvistato un gommone: a bordo c'erano 11 clandestini, tra i quali anche 4 minori. L'imbarcazione è stata raggiunta da due motovedette della Guardia Costiera. Il terzo avvistamento è stato fatto invece da un elicottero del comando aeronavale della Guardia di Finanza: un natante con 33 persone navigava a circa 30 miglia a sud di Lampedusa.
Sono riusciti invece a sbarcare a terra lungo il tratto di costa del comune di Portopalo di Capo Passero, nel siracusano, 23 extracomunitari originari di Paesi del centroafricana. I clandestini, in discrete condizioni di salute, sono stati fermati dalla polizia e accompagnati nel centro di accoglienza di Cassibile. Così in quattro sbarchi sono giunti in Sicilia 101 clandestini.

La grande emergenza immigrazione è stata al centro di una riunione convocata d'urgenza dal ministro degli Esteri maltese Michael Frendo a cui hanno partecipato tutti gli ambasciatori europei residenti sull'isola, per spiegare che con i recenti arrivi ''le cifre degli immigrati sono più che raddoppiate rispetto all'anno scorso''. All'incontro anche l'ambasciatore italiano Paolo Trabalza.
Malta, insomma, chiede aiuto alla Unione europea. In meno di due settimane a Malta sono sbarcati oltre 500 immigrati clandestini. Il capo della diplomazia maltese ha chiesto agli ambasciatori di far comprendere ai rispettivi governi che la situazione è ''grave per la sicurezza'' dell'isola ''come dimostrano i recenti incidenti, con sommosse di clandestini in detenzione contro le forze di sicurezza''. ''Tutti i governi europei devono assumere le loro rispettive responsabilità secondo gli accordi presi in tal senso durante il vertice europeo di dicembre 2005'' ha ribadito Frendo.
Il governo maltese ha ancora vivo il ricordo di quanto accadde l'anno scorso quando l'isola venne presa d'assalto dagli immigrati cinesi. Una vera e propria ''tratta di schiavi'' tra Malta e Ragusa con scafisti che, per non essere presi con le mani nel sacco, gettavano in mare i clandestini. Ne morirono sei in uno di questi viaggi della disperazione (leggi Guidasicilia del 24/03/2005).

Giustizia e solidarietà: il caso della Cap Anamur (l'Unità, 04/07/06)
L'accusa, almeno per il momento, ha vinto. I tre ufficiali della motonave Cap Anamur che due anni fa soccorsero in mare e portarono in Italia 37 profughi sudanesi, saranno processati per ''favoreggiamento dell'immigrazione clandestina''. Così ha deciso il gup del Tribunale di Agrigento Luisa Turco, che ha disposto il rinvio a giudizio per Elias Bierdel, presidente dell'omonima associazione umanitaria proprietaria della nave, Vladimir Dachkevitce, primo ufficiale, e Stefan Schmdt, comandante. Tutti dovranno rispondere (a partire dal prossimo 26 novembre) all'accusa di aver violato una legge italiana: la legge Bossi-Fini.
La vicenda risale a due anni fa, a fine giugno 2004, quando la nave umanitaria ''Cap Anamur'', battente bandiera tedesca, soccorre nel mar Mediterraneo un gommone in difficoltà provenente dalle coste libiche, a 100 miglia da Lampedusa e a 180 miglia da Malta. A bordo ci sono 37 cittadini africani. Dopo aver atteso per circa 20 giorni l'autorizzazione a far sbarcare i migranti (dato che Italia, Malta e Germania si scaricavano addosso accuse e responsabilità) mentre l'emergenza sanitaria a bordo si fa più pressante, alla Cap Anamur viene concessa l'autorizzazione ad attraccare a Porto Empedocle. Non appena giunti in porto i tre ufficiali della nave umanitaria vengono arrestati, sottoposti a interrogatorio e poi rilasciati. Nel frattempo i 37 migranti vengono portati Cpt di Agrigento e poi smistati in altri centri di accoglienza. Ma solo per poco. Per la maggior parte di loro la permanenza in Italia dura solo pochi giorni: 25 vengono infatti immediatamente espulsi e rispediti in Ghana dove vengono accusati di alto tradimento.

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05 luglio 2006
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