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Ok, riproviamoci! Il nuovo presidente della Repubblica italiana è...

Terza votazione. Bersani propone Prodi e nel Pdl preparano le barricate

19 aprile 2013

Oggi alle dieci si è ripartiti con la terza votazione (certamente non risolutiva) per l'elezione del presidente della Repubblica. Per l'elezione servirà ancora la maggioranza dei due terzi dell'Assemblea.
Pier Luigi Bersani, ha proposto all'assemblea dei grandi elettori del Pd il nome di Romano Prodi per la presidenza della Repubblica. La proposta di Bersani è stata approvata all'unanimità e accolta da un applauso e da una standing ovation dei presenti.
Nel suo intervento di fronte all'assemblea dei gruppi parlamentari del Pd, Bersani ha, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti, ringraziato subito Franco Marini e poi ha parlato della necessità di "costruire una scelta del nostro campo da proporre al Parlamento". Alla prossima votazione, comunque, ha dato indicazione per la scheda bianca.
Romano Prodi, secondo quanto si apprende, è in Africa, più precisamente in Mali, e dovrebbe rientrare domani. L'ex premier, indicato dal Pd come candidato al Colle dal centrosinistra, non aveva, infatti, modificato in questi giorni i suoi impegni come inviato speciale del segretario generale dell'Onu per il Sahel.

La scelta di Prodi, lo si sapeva benissimo, ha incendiato il Pdl che, mai e poi mai, lo voteranno. "Quella di Prodi è una scelta che divide. Il contrario di quello che serve all'Italia", ha dichiarato il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, del Pdl.
Duro anche Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera: "Prodi presidente della Repubblica? I comunisti non cambiano mai. Prima gli interessi di un partito sfasciato e allo sbando e poi quello degli italiani. Grazie all'inciucio con i grillini avremo Prodi presidente della Repubblica. Il nuovo che avanza!!! Povera Italia".

"La scelta di Romano Prodi è una ferita per milioni di italiani, un modo di lacerare il Paese e di alimentare divisione e contrapposizione: esattamente il contrario di ciò che una candidatura al Quirinale dovrebbe fare", ha commentato Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti Pdl, sottolineando che anche i renziani "hanno scelto la via della restaurazione"."Addolora constatare - ha proseguito - che anche chi, come i renziani, si era presentato in una veste di innovazione, ha scelto la via della restaurazione, del vecchio, della vecchia cucina cattocomunista. Altro che modernizzazione liberale o blairiana...".

Ritornando alla doppia fumata nera di ieri, a quanto si è appreso, Franco Marini sarebbe rimasto profondamente amareggiato, ma deciso a resistere. L'ex presidente del Senato, incontrando alcuni parlamentari amici di vecchia data, avrebbe confidato di non avere nessuna intenzione di fare al momento un passo indietro.
Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, arrivato a Roma ha commentato così l'esito del primo scrutinio: "E' evidente che Marini è saltato". Oggi farà il punto con i suoi parlamentari e valuterà le prossime mosse. A quanto si apprende da fonti parlamentari del Pd vicine al sindaco l'area renziana del Pd sarebbe orientata a proporre come 'prima scelta' il nome di Chiamparino, ex sindaco democrat di Torino. Altrimenti si orienteranno su Romano Prodi. "L'importante - riferiscono le fonti vicine al 'rottamatore' - era superare l'ipotesi Marini, e lo abbiamo ottenuto".
Da parte sua, Nichi Vendola chiede invece al Pd di scegliere un altro nome. Per il leader di Sel "l'esito del primo scrutinio contiene un messaggio molto forte che dovrebbe consigliare al Pd di fermare la giostra e di riaprire la discussione su un nome diverso da Marini, affinché si possa, nello stesso tempo, ritrovare l'unità del centrosinistra".

Per i seguaci di Grillo la prima scelta, dopo la rinuncia di Milena Gabanelli e Gino Strada,continua ad essere formalmente Stefano Rodotà. Ma i due capigruppo del Movimento, Vito Crimi e Roberta Lombardi, si sono recati a metà mattina a casa del giurista, ufficialmente "solo per fargli un saluto". Ma questo faccia a faccia potrebbe lasciare presupporre anche il tentativo di fare il punto della situazione con il diretto interessato, per valutare un'eventuale convergenza del M5S sul candidato democratico, magari a partire dalla quinta votazione dopo avere sostenuto ancora Rodotà alla quarta come candidato di bandiera. Il voto è però segreto e nell'urna già al prossimo giro potrebbero finire consensi per Prodi di provenienza grillina.
Il centrosinistra conta su 496 grandi elettori, bastano 12 consensi in più per chiudere la partita entro questa sera: dalla quarta votazione, infatti, il quorum si abbasserà da 672 a 508 voti.

Il "grande elettore" Rosario Crocetta ha votato Grasso... - E’ stato il presidente della regione siciliana, grande elettore dei democratici Rosario Crocetta, a votare l'unica scheda con l'indicazione di Piero Grasso. Il governatore lo ha confermato conversando con l'Agi: "Si può arrivare a una elezione del Presidente della Repubblica con una maggioranza risicata? Io credo sia sbagliato. L'ho detto nell'assemblea del Pd. Ci vuole un nome con ampie convergenze che sia simbolo dell'unità nazionale e riconosciuto da tutti". "Non è un caso che io ho votato Piero Grasso - ha sottolineato Crocetta - perché credo sia una persona che può rompere i giochi e mettere in campo un nuovo nome".
Il presidente della Regione siciliana punta a un nome, lo ribadisce, "di ampie convergenze della società civile". E Rodotà? "E' un nome che condivido nella misura in cui non sia un candidato di rottura", anche da Grillo deve arrivare "la disponibilità a discutere".
Ma ora la discussione si sposta su Romano Prodi, appena indicato da Pierluigi Bersani come nuovo candidato nella corsa al Colle...

Ma in corsa c’è pure il Conte Mascetti, Valeria Marini e Rocco Siffredi... - Sophia Loren, ieri come oggi. Valeria Marini, new entry. Nell'urna elettorale per il presidente della Repubblica non mancano mai nomi a sorpresa, che siano personaggi in carne (soprattutto, nel caso delle due attrici) ed ossa o di fantasia, come è stato nel 1992 durante gli scrutini che portarono al Colle Oscar Luigi Scalfaro, quando qualcuno infilò nell''insalatiera' la scheda con il nome dell''onorevole Trombetta', protagonista del celebre sketch 'ferroviario' di Totò.
Anche ieri nell'emiciclo di Montecitorio è risuonato il nome del personaggio di un film cult come Amici miei: quello del conte Raffaello Mascetti, l'inventore della 'supercazzola', interpretato da Ugo Tognazzi.

L'elezione del Capo dello Stato è una cosa seria, serissima. Ma ciò non toglie che nel corso delle votazioni ci sia chi, magari per stemperare la tensione o per non votare scheda bianca, si affida alla fantasia o all'ironia. Così ecco di nuovo nomi a sorpresa, mestamente finiti, al termine dello spoglio, nella categoria dei 'dispersi'. Come quelli andati allo scrittore Claudio Magris, all'astrofisica Margherita Hack, a Milena Gabanelli, che pure aveva avuto l'investitura del popolo-web del M5S, allo stesso Pier Luigi Bersani.
Un voto anche per Valeria Marini, che ha commentato all'Adnkronos: "Mi diverte e anche un po' mi lusinga naturalmente. Un voto per il Quirinale è sempre un voto per la più alta carica dello Stato".

Gratificata di una preferenza anche Veronica Lario, ex consorte di Silvio Berlusconi. Ma le sorprese non finiscono. Dall'urna esce anche il candidato sicuramente più 'dotato' di tutti: Rocco Siffredi. Dal cinema a luci rosse si passa al rettangolo verde: in aula a Montecitorio, c'è chi ha scritto sulla scheda il nome di Giovanni Trapattoni, il mitico 'Trap', allenatore della Juve e oggi alla guida della nazionale irlandese. E dopo 35 anni torna a risuonare in aula il nome di Sophia Loren, 'votata' nel 1992 quando al Colle salì Oscar Luigi Scalfaro. In aula c'è anche chi, evidentemente, ha nostalgia della prima Repubblica, perché qualcuno, nella scheda, ha scritto il nome di Arnaldo Forlani, ex segretario della Dc. A proposito di 'nostalgia', dall'urna spunta anche un Mussolini. Ma forse era per Alessandra...

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, AGI, Repubblica.it]

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19 aprile 2013
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