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Oltre le frontiere

Mentre l'Italia insieme con la Commissione europea pensa a come fermare gli sbarchi, questi continuano senza sosta

04 agosto 2006

L'ultimo barcone è approdato stamattina presto direttamente nel porto di Lampedusa. A bordo 210 clandestini.
Gli uomini della Guardia di Finanza passeranno l'intera mattinata ad identificare questi uomini e queste donne arrivati dall'altra parte della frontiera, il mare.
Sono stati fermati anche i probabili scafisti, quattro egiziani ed un marocchino.
Ieri, altri 240 extracomunitari erano giunti sull'isola in due sbarchi consecutivi. Nel Cpt di Lampedusa, che può ospiatare fino a 190 persone, si trovano in questo momento altri 385 persone.

Una situazione ''allarmante'', come l'aveva definita qualche giorno fa il ministro dell'Interno Giuliano Amato, e che continua ad alimentare polemiche, non placate neppure dall'arrivo sull'isola dei rappresentanti della missione europea Frontex che hanno verificare la situazione e presto dovranno discutere con il governo italiano quali soluzioni adottare.
''Lampedusa ormai è un'isola militarizzata, il rumore degli elicotteri è assordante e non si fa altro che parlare di sbarchi; siamo diventati una piattaforma per l'immigrazione e i turisti cominciano a preferire altre mete. Tutto questo va risolto, ministri e sottosegretari invece di incontrare le istituzioni dell'isola si confrontino con i lampedusani, capiranno che l'economia è in ginocchio e che la gente è stanca''. Sono le parole dell'ex sindaco di Lampedusa e segretario dei Ds nell'isola, Totò Martello. Martello critica anche la scelta di realizzare il nuovo centro di accoglienza: ''Si stanno spendendo 8 milioni di euro - sostiene - per costruire una struttura che avrà solo 30 posti in più rispetto a quella attuale''.
Anche la responsabile della Lega a Lampedusa Angela Maraventano, ieri mattina ha protestato sulla banchina cercando di ostacolare il trasferimento degli ultimi clandestini giunti sull'isola. ''Protestiamo - ha detto la Maraventano - contro questo traffico di carne umana sul quale tutti lucrano, mentre l'economia della nostra isola è in ginocchio''.

Ma intanto, gli sbarchi proseguono senza sosta. ''Sono fenomeni disumani nei confronti dei quali abbiamo l'obbligo civile e morale di intervenire per porvi fine''. Il Ministro dell'interno Giuliano Amato, è ritornato a parlare delle traversate dei clandestini rispondendo ieri ad un'interrogazione durante il Question time alla Camera. Un fenomeno dietro al quali, ha ricordato il ministro, c'è un giro di affari criminale che secondo un recente rapporto Onu arriva a toccare i 300 milioni di dollari annui. Inoltre, tra il 2004 e il 2005 i migranti clandestini sono quasi raddoppiati passando da 13 mila a 23 mila. Nei primi mesi del 2006 gli sbarchi sulle coste siciliane hanno riguardato 11 mila persone, cifra in linea con quella dell'anno precedente.
Una delle soluzioni affinché tale disumana vicenda finisca è un rilancio degli accordi con la Libia che deve assicurare il pattugliamento ''in prossimità delle sue coste per evitare che (gli immigrati clandestini, ndr.) entrino nel Mediterraneo, non per fermarli in mare aperto''. Questa in sintesi la risposta offerta all'opposizione dal ministro dell'Interno, durante il Question time.
''Un tale pattugliamento - ha detto ancora Amato - potrebbe dare gli stessi efficaci risultati ottenuti con l'Albania''. Ma serve anche una conferenza tra l'Unione Europea e i Paesi africani ''che investa a 360 gradi il problema del loro sviluppo, dei posti di lavoro che in essi possono essere creati, delle quote di immigrazione legale che possono permettere di alleggerire il fenomeno''.

E l'operazione di pattugliamento congiunto tra Italia, Malta e Grecia, denominata 'Jason 1', dovrebbe prendere il via fra poche settimane a ridosso delle acque territoriali africane. Sarà così più facile catturare gli scafisti e respingere le imbarcazioni che trasportano clandestini. A riferirlo è stato il vicepresidente della Commissione europea, Franco Frattini, al termine della prima fase della missione in Italia degli esponenti di Frontex e della stessa Commissione che in questi ultimi due giorni sono stati a Lampedusa e a Crotone e oggi saranno al Viminale. ''I pattugliamenti - ha spiegato Frattini - arriveranno fino al limite delle acque territoriali libiche, senza attraversarlo. Così, invece di intercettare le navi con i clandestini abbandonate alla deriva a pochi chilometri da Lampedusa, le potremo controllare più vicino al luogo di provenienza e gli scafisti non potranno fuggire come fanno attualmente a metà della traversata. Si potrà poi soccorrere e prendere a bordo chi è a rischio della vita, mentre le altre imbarcazioni potranno essere respinte e riaccompagnate verso le acque territoriali di provenienza''. Oggi al Viminale i rappresentanti di Frontex e della Commissione europea avranno un incontro con i funzionari del ministero dell'Interno e con rappresentanti di Malta e Grecia per mettere a punto la missione di pattugliamento, che sarà finanziata all'80% dalla Commissione.

La missione, ha sottolineato sicuro Frattini, ''avrà un forte valore di deterrenza nei confronti dei criminali che organizzano i traffici di esseri umani. Le navi incroceranno (per l'Italia si pensa prevalentemente a mezzi della Guardia di finanza e della Marina Militare, nonché della Guardia costiera più vicino alla costa) al largo delle acque libiche e tunisine. Con la Libia - ha aggiunto - inizieremo un dialogo a tutto campo sull'immigrazione, ma non possiamo certo cominciare entrando nelle loro acque territoriali. Stiamo lavorando ad una Conferenza Unione europea-Unione africana da fare proprio in Libia''.
Quanto ai richiedenti asilo che, con i pattugliamenti rischierebbero di non poter arrivare in Europa, per il vicepresidente della Commissione ''i dati indicano che, su 1.000 clandestini, sono 10 coloro che hanno diritto a chiedere lo status di rifugiato e francamente non mi sento di appoggiare l'accoglimento di massa per pochi rifugiati''. 'Jason 1', ha proseguito, ''potrà poi avere una seconda fase con la partecipazione di altri Paesi: penso ad esempio alla Francia''. La Commissione, ha proseguito Frattini, punta poi ''ad incoraggiare i Paesi terzi alla collaborazione che può prevedere anche misure di assistenza nei loro confronti, come la fornitura di strumenti tecnologici, radar e visori notturni per prevenire le partenze dei clandestini. Questo si può fare trovando adeguate forme di finanziamento''.

Ma se Frattini non se la sente di appoggiare l'accoglimento di massa per pochi rifugiati, il ministro Amato ieri ha invece sottolineato l'importanza della presenza di un'organizzazione capace di accogliere nel migliore dei modi gli immigrati e di una struttura legislativa che miri innanzitutto ad una integrazione sempre più solida, unica 'arma' - secondo Amato - per evitare qualunque forma di ghettizzazione su cui finisce per operare la criminalità organizzata.
E così, mentre il Viminale studia un piano di collaborazione con il governo di Tripoli in modo da impedire le partenze dalle coste libiche, stamattina il consiglio dei ministri dovrebbe approvare il disegno di legge per concedere la cittadinanza a chi vive regolarmente in Italia da almeno cinque anni e non da dieci come avviene ora, introducendo il principio dello ''ius soli''. Vuol dire che i figli di stranieri che hanno i requisiti, diventeranno automaticamente cittadini italiani. E godranno anche del diritto di voto nelle elezioni locali. Sul voto amministrativo agli immigrati, i Ds hanno presentato ieri un progetto di legge. Prevede che i cittadini stranieri residenti da 5 anni in Italia possano votare ed essere eletti nei consigli comunali e provinciali.
Secondo le stime della Caritas sono 900 mila gli stranieri che potranno beneficiarne della legge sulla cittadinanza, un numero che nel 2008 salirebbe fino a un milione e mezzo di persone. Le nuove regole sulla cittadinanza, per il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero, ''introdurranno anche in Italia principi di civiltà che ci sono da tempo in altri Paesi. Fra l'altro, chi nella politica ha avuto premi dalla popolazione sollecitando paure e discriminazioni verso gli immigrati dovrà poi tener conto del loro peso elettorale''.

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04 agosto 2006
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