Omicidio Fragalà: si riapre l'ipotesi mafiosa
Nuovo sospettato per l'efferato omicidio dell'avvocato palermitano. E' un pregiudicato legato alla mafia
Per i familiari e gli amici dell'avvocato Enzo Fragalà, massacrato a bastonate davanti al suo studio il 23 febbraio scorso (LEGGI), sarà stato un tuffo al cuore la notizia arrivata ieri dei primi risultati del Ris di Messina, che hanno di fatto scagionato l'unico, fino a ieri, indagato dell'assasinio. Una speranza corsa via per chi amava l'avvocato, ma un passo avanti positivo per gli inquirenti che hanno così escluso di certo una pista e possono dedicarsi con maggiore attenzione alle altre.
Dunque, la prima risposta arrivata dal laboratorio del Ris di Messina è negativa. Le minuscole tracce di sangue trovate sulle scarpe e sulla mazza sequestrata a casa del principale indiziato del delitto, un commerciante palermitano di 50 anni, ex cliente della vittima (LEGGI), non sono del penalista ucciso. Un 'verdetto' che toglie peso ad una pista alla quale gli inquirenti non hanno mai creduto fino in fondo. In realtà l'indagato, ad analizzare gli elementi raccolti dai militari, rispondeva all'identikit "perfetto indiziato": ex cliente, con seri motivi di rancore nei confronti di Fragalà che l'avrebbe difeso in modo inefficace in una causa per la quale ha scontato un anno di custodia cautelare e sborsato un'enorme parcella, di corporatura robusta - come quella del killer descritto dai testimoni - e in possesso di un bastone compatibile con quello usato dall'assassino. E poi l'abilità nelle arti marziali - la mazza è una di quelle usate nella lotta orientale - che avrebbe potuto spiegare quel colpo sferrato alle gambe del penalista per atterrarlo, seguito dalle violente bastonate in testa: tecnica di chi non lascia nulla all'improvvisazione. E invece no. Le tracce di sangue sulle scarpe non sono dell'avvocato. E sulla mazza, che è stata lavata, c'é un alone di materiale ematico e sudore che corrisponde a più profili genetici. "Valuteremo la posizione dell'indagato - ha spiegato il procuratore aggiunto Maurizio Scalia, che coordina l'inchiesta insieme ai pm Nino Di Matteo e Carlo Lenzi - e decideremo se chiedere l'archiviazione".
Dire che l'inchiesta a questo punto riparte da zero, però, sarebbe inesatto. In realtà i carabinieri hanno continuato a percorrere tutte le strade intraviste fin dai primi momenti che hanno seguito il delitto. E che principalmente fanno tutte riferimento al lavoro dell'avvocato. Sotto inchiesta cause recenti e meno recenti in una caccia al processo che avrebbe causato il brutale assassinio. Al vaglio dei carabinieri anche una serie di lettere arrivate in Procura: alcuni sono anonimi vaghi, altri veri e propri atti di accusa con ricostruzione del movente e nome del presunto assassino con tanto di firma del mittente che, chiaramente, verrà convocato dai magistrati.
Intanto oggi si è appreso che la Procura ha focalizzato la sua attenzione su un altro sospettato. Si tratta, questa volta, non di un ex cliente, come il precedente, ma di un pregiudicato ritenuto vicino ad un clan palermitano. Si riapre così l'ipotesi mafiosa.
Anche a lui, come riporta oggi il Giornale di Sicilia, sono stati sequestrati gli indumenti e il casco da motociclista che adesso verranno inviati al Ris di Messina.
Sempre secondo quanto riportato dal Giornale di Sicilia il nuovo sospettato sarebbe un palermitano di 32 anni che, secondo gli inquirenti, sarebbe legato alla cosca mafiosa di Porta Nuova. L'uomo, con numerosi precedenti per rapina, a differenza dell'altro indagato, non sarebbe stato cliente dell'avvocato Fragalà ma sarebbe stato assoldato dalla mafia per eliminare il penalista. Sempre secondo gli inquirenti in passato l'indagato non ha avuto ruoli particolari all'interno della cosca, che attraversa una fase di fibrillazione in quanto tutti i vecchi capi sono detenuti. Negli ultimi tempi avrebbe tentato il salto di qualità legandosi agli aspiranti nuovi capi.
Le foto del pregiudicato alto quasi due metri e quindi con una corporatura compatibile con quella dell'assassino, descritto come un uomo molto imponente, sono state mostrate a un testimone del delitto ma il riconoscimento non sarebbe stato risolutivo. "E' una delle piste che stiamo seguendo - spiegano gli inquirenti - ma parlare di strada privilegiata è esagerato. All'uomo sono stati sequestrati un giubbotto, delle scarpe e un casco da moto che saranno analizzati dai carabinieri del Ris".
Secondo indiscrezioni a portare gli inquirenti al pregiudicato sarebbe stato il contenuto di una delle segnalazioni anonime giunte in procura in cui venivano date indicazioni precise sull'identità del presunto killer.
Riguardo al nuovo sospettato, il Procuratore aggiunto di Palermo, Maurizio Scalia, incontrando i giornalisti ha voluto specificare che: "Allo stato attuale non c'è nessun nuovo indagato sull'omicidio Fragalà". "Non posso aggiungere molto altro - ha detto Scalia che coordina l'inchiesta - Però, posso affermare con assoluta certezza che non c'è alcun indagato". L'uomo, infatti non è ancora stato raggiunto da alcun avviso di garanzia.
Comunque, i carabinieri stanno concentrando l'attenzione anche su altri tre soggetti, in questo caso ex clienti del legale, che lamentano di aver ricevuto dalla vittima una difesa poco efficace.
[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ing, LiveSicilia.it, Repubblica/Palermo.it]