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Omofobia? Non è un problema...

Stop alla proposta di legge sull'omofobia. L'on. Binetti (Pd) vota con la maggioranza

14 ottobre 2009

Dopo mesi di confronti e discussioni la proposta di legge sull'omofobia è stata affossata alla Camera: l'Aula di Montecitorio ha bocciato la pdl di Paola Concia del Pd, Antonio di Pietro e Federico Palomba di Italia dei Valori.
Con 285 voti a favore, 222 contrari e 13 astenuti la Camera ha, infatti, accolto la pregiudiziale di costituzionalità presentata dall'Udc. A questo punto perciò il provvedimento decade.
La proposta bocciata prevedeva la modifica dell'articolo 61 del codice penale, introducendo la circostanza aggravante relativa all'orientamento o alla discriminazione sessuale.
La pregiudiziale di costituzionalità è stata presentata dall'Udc dopo che l'Aula aveva bocciato la richiesta avanzata dalla maggioranza, e per quanto riguarda l'opposizione dai centristi, di riportare il provvedimento in Commissione.

Il voto è avvenuto a scrutinio palese. Su 188 deputati del Pd solo la teodem Paola Binetti ha votato a favore della pregiudiziale di costituzionalità. Nel Pdl 9 sono stati, invece, i voti contro la pregiudiziale: Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Giuseppe Calderisi, Benedetto Della Vedova, Chiara Moroni, Flavia Perina, Mario Pepe, Roberto Tortoli e Adolfo Urso. Gli astenuti nel Pdl sono stati 10 e tra questi i ministri Elio Vito e Gianfranco Rotondi e la presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno.

La maggioranza attribuisce al Pd la responsabilità di aver affossato il provvedimento.
"Mi farò garante, come ministro competente, di riparare all'errore commesso dal Partito democratico, proponendo al Consiglio dei ministri un disegno di legge che preveda aggravanti per tutti i fattori discriminanti previsti dal Trattato di Lisbona, compresi quelli dell'età, della disabilità, dell'omosessualità e della transessualità", ha annunciato il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna. "Il Pd ha sbagliato a non sostenere il rinvio della legge in Commissione, che ci avrebbe consentito di risolvere alcuni piccoli problemi di costituzionalità emersi in Commissione Affari Costituzionali e, quindi, di far tornare il testo in Aula entro novembre per la sua definitiva approvazione", ha spiegato.
"C'era un accordo con il Pd per rinviare la pdl Concia sull'omofobia in commissione, rimediare ai profili di incostituzionalità e poi riportare rapidamente il ddl all'esame dell'Aula entro novembre - ha spiegato Beatrice Lorenzin del Pdl -. Ma il Pd si è fatto prendere dalla schizofrenia, venuto da noi e ci ha detto: 'o rinviamo la discussione in Aula a Novembre o votiamo contro il rinvio in commissione'".

"E' una vergogna", ha replicato Dario Franceschini "perché dopo aver sentito tanti esponenti della destra disponibili a sostenere una norma contro l'omofobia, tema che non dovrebbe avere colore politico, hanno votato contro per affossare la legge. Questa è la risposta che è stata data dalla maggioranza a quelle inqualificabili aggressioni a persone per il loro orientamento sessuale".
A questa polemica  si aggiunge quella con la Binetti che ha votato insieme alla maggioranza. Franceschini commenta: "C'è un serio problema di permanenza della Binetti. Non votare questi provvedimenti significa non riconoscersi nei valori del Pd". La replica della deputata: "Per come era formulata la legge, le mie opinioni sull'omosessualità, e quelle di tante altre persone, potevano essere individuate come un reato". Per Ignazio Marino quello della Binetti è un atto grave: "Che partito e che opposizione può promettere chi permette a Binetti di continuare a sedere nei banchi del Pd, votando con la destra?". Secondo Pierluigi Bersani, il fatto che la Binetti si sia allineata alla maggioranza dimostra che nel Pd "qualche problema c'è", ma ad affossare la legge è stata "la maggioranza". "Non vorrei che passasse in seconda linea il fatto di fondo - ha aggiunto il candidato alla segreteria del Pd - ovvero che altri hanno fermato la legge. La maggioranza ha votato contro".
Amareggiata la relatrice del provvedimento Paola Concia che attacca non solo il centrodestra ma anche il suo gruppo parlamentare: "Mi vergogno di far parte di questo Parlamento". "Ricorrerò alla Corte di giustizia europea", ha detto la parlamentare del Pd. "E' un Parlamento fatto di gente che non studia, ma questo gli italiani lo sanno. Hanno votato tutti contro un provvedimento piccolo contro chi commette violenza su un transessuale o un omosessuale. Siamo un Paese di poveracci, in cui non si possono fare cose di civiltà, bisogna che ci sia la guerra civile".
La Concia ce l'ha con il Pdl ("io non faccio propaganda come Bocchino, che ha votato pensando a quello che aveva detto la Carfagna"), ma soprattutto con il Pd: "Il mio gruppo ha votato incautamente. Era meglio il rinvio in commissione. Io sto qui da un anno e l'ho capito prima di loro come funzionano le cose. Ma lo sapevano, la verità è che se ne volevano liberare tutti di questa legge. Erano tutti in cattiva fede, lo sapevano tutti che finiva così. Hanno fatto morire la legge perché tanto i froci sono quelli da buttare al macero in 30 secondi".

Ovvia soddisfazione nell'Udc. "Prendiamo atto con soddisfazione che la battaglia dell'Udc portata avanti coerentemente in commissione e all'inizio forse non compresa dalla Lega e del Popolo della Libertà ha invece trionfato nell'Aula parlamentare. Ringraziamo le forze politiche e i singoli parlamentari che l'hanno appoggiata", ha detto il presidente dell'Udc e vicepresidente della Camera Rocco Buttiglione.
Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha poi spiegato le ragioni che hanno spinto il suo partito a sollevare la questione pregiudiziale: "Il Parlamento per seguire furori ideologici non può legiferare male, leggi confuse che non eliminano le discriminazioni ma anzi le accentuano. Penso a categorie come quella degli anziani o quella dei non autosufficienti. Sarebbero esse sì discriminate se avessimo approvato una legge di questo tipo".

Un duro commento è arrivato da Franco Grillini, presidente di Gaynet: "La legge sull'omofobia è stata respinta grazie all'Udc, braccio armato del Vaticano, con una pregiudiziale di incostituzionalità infarcita di argomentazioni degne della peggiore estrema destra europea». "Già in mattinata - ha affermato l'ex deputato - il Vaticano si era premunito, attraverso il quotidiano dei vescovi L'Avvenire, di chiedere la bocciatura del provvedimento con le stesse argomentazioni usate da mons. Martino all'Onu per chiedere anche lì la bocciatura della mozione europea sulla depenalizzazione universale dell'omosessualità. Il Vaticano ordina e il Parlamento ubbidisce; non a caso è ancor una volta l'Udc a eseguire gli ordini per impedire che qualsivoglia norma a difesa del mondo lgbt possa vedere al luce in Italia". "La bocciatura della legge Concia contro l'omofobia - ha aggiunto Grillini - è di fatto un incentivo agli omofobi a continuare nell'orrenda serie di atti di violenza e aggressione verso la comunità lgbt. Nei fatti, nell'Italia di oggi gli omosessuali sono come gli ebrei nella Germania di Hitler". "Da ultimo consigliamo al Pd di espellere finalmente la signora Binetti, visto che non vota mai in conformità alle decisioni di quel partito" ha concluso.
Il Parlamento non segue i dettami della Chiesa: lo ha detto monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Che così si è rivolto a un cronista: "Lei crede che siamo in una condizione in cui la Chiesa possa 'ordinare'? Quando si sentono queste cose si rasenta il ridicolo".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it, Repubblica.it]

- Il testo (Ddl Camera 1658-A)

 

 

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14 ottobre 2009
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