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Onorata di chiamarsi Riina…

Lucia Riina, ultimogenita del "Capo dei capi", dispiaciuta per le vittime di mafia ma onorata del proprio nome

28 agosto 2013

Lucia Riina, ultimogenita del sanguinario "Capo dei capi" di Cosa Nostra, ha rilasciato la sua prima intervista all'emittente televisiva svizzera Rts.
La donna, si è detta "dispiaciuta" per le vittime della ferocia paterna, ma "onorata" di portare il il suo nome. "Io sono onorata di chiamarmi così, e felice" perché "è il cognome di mio padre e immagino che qualsiasi figlio che ama i suoi genitori non cambia il cognome. Corrisponde alla mia identità", ha affermato Lucia Riina intervistata a Ginevra.

Nell'intervista, doppiata in francese e così diffusa, Lucia Riina si è detta quidi "dispiaciuta" per le vittime del padre, ma - ha aggiunto - "penso che siamo tutti figli di qualcuno e non bisogna restare nel passato ma andare avanti per noi, per le generazioni future".
Parlando della sua famiglia, la figlia del boss ha detto anche: "Sono i miei genitori, siamo cattolici e devo dell'amore a mio padre e mia madre", ricordando che a casa pregavano tutte le sere e che il momento più brutto della sua vita fu l'arresto di suo padre.
"Nostra madre è stata estremamente importante, poiché non abbiamo potuto andare a scuola. È lei che ci ha insegnato a leggere e a scrivere", ha affermato. La figlia del boss, che ha compiuto in Svizzera il suo primo viaggio all'estero, ha infine affermato che non le dispiacerebbe vivere e lavorare in Svizzera.

Immediata la polemica. "La figlia di Riina, la favoletta di brava figlia che ama quell’assassino di suo padre, ma che le dispiace tanto per le vittime di mafia la vada a raccontare a qualcun altro" e "inorridisca una buona volta davanti a tanto sangue innocente versato".
Questa la presa di posizione dell’Associazione tra i familiari della strage di via dei Georgofili in merito all’intervista rilasciata dalla Riina alla televisione svizzera.
"La prossima volta che rilascia una intervista del genere - aggiunge in una nota l’Associazione - penseremo seriamente a cercare la possibilità di querelarla per lesa memoria dei nostri morti". "Inoltre - conclude la nota - bastano le nostre di televisioni che esaltano i figli dei criminali, non ci si mettano anche quelle svizzere".

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28 agosto 2013
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