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Oramai potrebbe essere troppo tardi... Ultimo avviso da parte dell'Ipcc: gli scienziati dell'Onu sono pessimisti

20 novembre 2007

Il rischio è quello che l'effetto-serra e, più in generale, le conseguenze del surriscaldamento globale del pianeta possano rivelarsi ''irreversibili'', per questo gli scienziati del clima lanciano ai governi di tutto il mondo tre forti segnali sull'aggravarsi del fenomeno: il riscaldamento globale è una realtà indiscutibile, che non risparmia alcun ecosistema del pianeta; il fenomeno sta accelerando in quasi tutti i continenti; è stato superato il punto di non ritorno: la riduzione delle emissioni potrà rallentare la risalita del termometro, ma non bloccarla né invertirla, almeno nel breve periodo.
E' questo l'ultimo avviso lanciato dall'Ipcc, il Comintato Intergovernativo sui Mutamenti Climatici, nel ''Summary for policymakers'', una specie di vademecum destinato ai legislatori, un invito ad accantonare dubbi e negligenze e a impegnarsi, quanto meno, per contenere i crescenti disastri climatici.
Approvato sabato scorso a Valencia, dove duemila scienziati dell'Ipcc si sono confrontati per cinque giorni consecutivi, il documento di 20 pagine tira le somme di tre voluminosi rapporti resi noti nel corso di quest'anno.

Il ''Summary for Policymakers'' fornisce ai legislatori importanti dati su cui riflettere. La maggior parte dell'aumento delle temperature rilevato nell'ultimo secolo (quasi un grado) è concentrato dal 1970 a oggi, quando le emissioni dei gas serra prodotti da energia, trasporti, agricoltura e industria sono aumentate del 70% (oggi ammontano a 50 miliardi di tonnellate di anidride carbonica equivalente l'anno). Parallelamente si sono scatenate anomalie non attribuibili a cause naturali: aumento del livello dei mari (3 millimetri l'anno); riduzione dei ghiacci polari e montani, soprattutto nell'emisfero Nord (-25% e più); maggior frequenza di ondate di calore estive, di piogge concentrate, e aumentata distruttività dei cicloni. A questo punto gli studiosi del clima propongono ai governi un argine: limitare a 2 gradi l'ulteriore aumento delle temperature ammissibile al 2100. Ciò implicherebbe almeno un dimezzamento delle emissioni globali annue di gas serra, da conseguire attraverso risparmi energetici e fonti non convenzionali. Nel frattempo, per difendere popolazioni e beni dai disastri climatici, bisognerebbe investire in opere civili di adattamento. Una sfida epocale per quei policymakers abituati a non guardare oltre l'orizzonte del proprio mandato.

''Questo non è allarmismo, ma la sintesi di un lavoro accurato che oltre duemila scienziati hanno portato avanti per anni, prendendo in considerazione una quantità di dati fisici e di studi sul clima'', ha sottolineato il climatologo Rajendra Pachauri, che il mese scorso ha ritirato il Nobel per la Pace assegnato a tutti gli studiosi dell'Ipcc e all'ex vicepresidente americano Al Gore per il loro impegno nello studio e nella diffusione della scienza del clima. Poi, riferendosi ai tentativi, sventati, di alcuni scienziati scettici, di annacquare il documento finale, ha aggiunto: ''Quando ci si muove su un solido terreno scientifico, non si può concedere nulla perché sarebbe come sopprimere l'evidenza scientifica''.
Alle preoccupazioni degli scienziati Ipcc hanno fatto eco le parole del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon: ''Gli scenari più preoccupanti del cambiamento climatico sono inquietanti come un film dell'orrore e richiedono un impegno straordinario dei governi per attuare al più presto le misure di riduzione delle emissioni e di adattamento per difendersi dai disastri climatici''. Intervenuto a Valencia per concludere i lavori, Ban Ki-Moon si è trasformato in testimone del clima, riferendo di essere stato in Antartide, nelle Ande cilene e in Amazzonia e di avere osservato direttamente gli sconvolgimenti ambientali prodotti dai mutamenti climatici.
Ban Ki-moon, chiamando i leader del mondo a un'alleanza globale per un'economia verde, ha sottolineato che un altro scenario è possibile.

Per il Wwf il quarto rapporto Ipcc ''è il messaggio più forte che poteva arrivare ai governi di tutto il mondo: ora tocca a loro''. Il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha proposto una svolta in cinque settori: fonti energetiche pulite, trasporti, edilizia, sistema agro-forestale, educazione ambientale. Sono i temi su cui si dovrà misurare la conferenza Onu di Bali, chiamata a decidere la strategia per la riduzione dei gas serra.

- L'insostenibile impronta ecologica dell'Europa... e dell'Italia (greenreport.it)

 

 

 

 

 

 

 

 

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20 novembre 2007
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