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Ordine d'arresto per il 17enne indagato per la morte dell'ispettore Capo di polizia Filippo Raciti

01 marzo 2007

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Catania, Alessandra Chierego, accogliendo la richiesta della Procura ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare per omicidio volontario in concorso nei confronti del diciassettenne indagato per l'uccisione dell'ispettore Filippo Raciti. Il provvedimento è stato notificato in carcere al minorenne dalla Squadra mobile della questura di Catania.
Il diciassettenne era detenuto per resistenza a pubblico ufficiale, ma da ieri è in carcere con l'accusa di omicidio volontario dopo la contestazione che gli è mossa dal gip. Il provvedimento restrittivo era stato sollecitato dal procuratore della Repubblica per i minorenni Gaspare La Rosa, e dai sostituti Angelo Busacca e Silvia Vassallo. L'indagato si è sempre dichiarato innocente, ammettendo soltanto di avere partecipato agli scontri che si sono verificati il 2 febbraio scorso durante il derby Catania-Palermo.

Il diciassettenne fu fermato dalla polizia i giorni seguenti agli scontri al ''Massimino'', per resistenza aggravata a pubblico ufficiale perché riconosciuto da investigatori in alcuni dei filmati dei disordini in possesso della scientifica. Nei filmati ci sono le immagini di un gruppo di giovanissimi che, dentro lo stadio, si organizzarono per attaccare la Polizia. Manca il fotogramma dello scontro che ha portato alla morte dell'ispettore, ma la ricostruzione della scientifica sembra non lasciare scampo al giovane. Prima della guerriglia, qualcuno staccò un pezzo di alluminio che sorregge il lavabo di un bagno dello stadio e lo poggiò per terra, davanti a una delle grandi porte d'ingresso del ''Massimino''. Davanti ai giudici il ragazzo ammise d'aver brandito quel pezzo di metallo e di averlo usato per spingere ''come un ariete'' i poliziotti, ma ha sempre negato di aver colpito per uccidere. Per gli investigatori, invece, ''l'impatto tra l'ultrà e Raciti è consequenziale. La nostra ricostruzione - ha detto il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa - è rigorosamente logica''.
La posizione del 17enne si aggravò l'8 febbraio quando a conclusione dell'interrogatorio il gip Chierego convalidò il suo fermo e dispose l'arresto del minorenne per resistenza. La Procura della Repubblica gli contestò l'accusa di concorso in omicidio volontario aggravato, iscrivendolo nel registro degli indagati anche per questo reato.
Il diciassettenne accettò di rispondere alle domande del sostituto procuratore Angelo Busacca e, alla presenza del suo legale di fiducia, l'avvocato Giuseppe Lipera, e i suoi genitori, negando però di avere ucciso l'ispettore Raciti, Dopo alcune contraddizioni ammise di essere presente sulla scena che gli investigatori ritengono sia quella del delitto: la porta d'ingresso della curva nord dello stadio. Il minorenne ammise di avere partecipato a degli scontri ma negò con forza di avere ucciso il poliziotto. Ai genitori in lacrime urlò: ''Non sono stato io...''.

Il fascicolo dell'accusa è stato inoltre integrato da altre prove documentarie che sono state ritenute convincenti dal gip che adesso ha emesso un ordine di custodia cautelare per omicidio.
Gli avvocati difensori del diciassettenne ''dissentono totalmente dal teorema accusatorio proposto dalla Procura della Repubblica e allo stato avallato dal gip''. ''I difensori - si legge in una nota diffusa dallo studio Lipera - dichiarano espressamente che, nei modi e termini di legge, proporranno formale istanza di riesame al Tribunale della libertà competente, ritenendo sin d'ora che l'ordinanza applicativa della misura cautelare è ingiusta ed errata''. Dallo studio legale Lipera si sottolinea che ''il ragazzo respinge in maniera assoluta l'accusa e continua a protestare la sua innocenza rispetto alla morte dell'ispettore Raciti''.
Intanto sono undici i minorenni ancora detenuti per resistenza aggravata nell'ambito delle indagini per i violenti scontri del 2 febbraio scorso al Massimino. Lo sottolinea il procuratore della Repubblica per i minorenni di Catania, Gaspare La Rosa, rilevando che i provvedimenti sono passati al vaglio del Tribunale del riesame che li ha convalidati, mentre a altrui due indagati ha concesso a uno gli arresti domiciliari e all'altro la permanenza in una comunità.

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01 marzo 2007
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