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Orestiadi di Gibellina 2012

Una edizione che poggia le sue radici più profonde nella rilettura del mito e nella sua trasfigurazione anche arbitraria

02 luglio 2012

XXXI EDIZIONE delle ORESTIADI DI GIBELLINA
direzione artistica di Claudio Collovà

Continua ad avere un senso presentare in Sicilia un festival di teatro e di danza contemporanea e continua ad avere un profondo significato presentare oggi al pubblico la ricerca e l'innovazione. Continua ad essere importante ascoltare le parole dei poeti e testimoniare i gesti degli artisti, confrontare le loro esperienze, incrociare creazioni personali che sono frutto di una appassionata indagine artistica mai sopita. E' fondamentale mostrare questi segni oggi, nel paesaggio arido della sensibilità culturale di questo paese. Noi ancora crediamo con forza di si, che ne valga davvero la pena. E che l'orgoglio della continuità, della longevità, della coerenza che dedichiamo alle espressioni artistiche delle Orestiadi, non venga mai meno a causa di una povertà di risorse che sembra impossibile arginare.

E' la prima edizione senza il Sen. Ludovico Corrao ed è una edizione di resistenza anche nel suo nome, pensata e concepita in ascolto della sua indimenticabile figura che ogni sera vedevo sedere in prima fila, pieno di curiosità e stupore. Il suo infinito amore e grande rispetto per tutti gli artisti ospiti, nessuno escluso, che ho visto accogliere sempre nella sua casa come nobili compagni di viaggio, è stato per me un bellissimo e indimenticabile insegnamento.

Il Festival nasce anche grazie alla collaborazione tra noi e gli artisti presenti, e in qualche caso è stato possibile pensare a ritorni e a completamenti di percorsi già iniziati e in parte presentati nelle due precedenti edizioni da me dirette. E' una edizione che poggia le sue radici più profonde nella rilettura del mito e nella sua trasfigurazione anche arbitraria, come in "Demetra" di Giovanna Velardi e il progetto su "Antigone" dei Motus. Con coraggio amplia la complessità del linguaggio teatrale estremamente fisico coniugandolo con la danza, atleti dell'anima, come in "Educazione Fisica" di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, o come nel caso di "DU O." di Malou Airaudo coreografa che ha tanto lavorato con Pina Bausch, e che riporta idealmente l'artista di Wuppertal in Sicilia, grazie alla collaborazione del Goethe Institut di Palermo, o sul corpo sonoro di Masque a partire da Kafka e Deleuze. Ed è una edizione particolarmente dedicata alla grande letteratura del ‘900 con le ricerche coreografiche di Korekané da Ingeborg Bachman e le sonorità del gruppo Iaia di Clara Gebbia ed Enrico Roccaforte su De Roberto e il suo Rosario. A completamento di un percorso iniziato l'anno scorso torna Antonio Rezza con una drammaturgia irriverente mai scritta e ironica sulle visionarie installazioni di Flavia Mastrella. E infine il Teatropersona su Bruno Schulz e il suo "Trattato dei manichini" e con Aure su Marcel Proust, con esperienze di vero teatro pittorico. E' una edizione infine che vuole come tradizione ribadire la felicità degli incontri degli artisti con il nostro pubblico, in un luogoaffascinante e meraviglioso che offre un motivo in più per venire ai piedi della immaginifica montagna di sale di Mimmo Paladino.

Claudio Collovà

Martedì 3 Luglio ore 21.15
DU O

Spettacolo di danza
Coreografia e regia di Malou Airaudo
con Denis "Kooné" Kuhnert e Szu-Wei Wu
Prima mondiale assoluta

La Palermo amata da Pina Bausch continua a fare da polo di attrazione per artisti e danzatori che proprio con la Bausch hanno collaborato. E' il caso della coreografa Malou Airaudo e di Denis "Kooné" Kuhnert e Szu-Wei Wu. E' in Sicilia infatti che questi artisti hanno accettato - su invito delle Orestiadi e del Goethe-Istitute di Palermo - di presentare in prima mondiale assoluta questo lavoro che ha nell'acqua il suo punto focale. "Du O" svela la sua particolarità e originalità nella combinazione di elementi espressivi provenienti dalla lezione di Pina Bausch e del suo teatro-danza e dalla danza nata sulla strada, la breakdance e la danza hip hop di cui il berlinese Denis "Kooné" Kuhnert è uno dei più noti esponenti. Il pensiero di fondo è mettere insieme due mondi apparentemente lontani eppure forse vicini: la teatralità non verbale di forte impatto del teatro-danza "classico" con la spettacoilarità delle evoluzioni acrobatiche della breakdance. Nel processo di sviluppo della pièce, è nata l'idea di confrontare l'assolo di Kooné con un duetto e di invitare a tale scopo la danzatrice taiwanese Szu-Wei Wu, con la quale la Airaudo ha già lavorato nelle sue due ultime creazioni Irgendwo e Der verlorene Drache, e che aggiunge una nuova connotazione artistica alla pièce.

Giovedì 5 Luglio ore 21:15
EDUCAZIONE FISICA
di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco
Testo di Elena Stancanelli

E' educazione fisica, non libertà. Un allenatore vuole trasformare un gruppo di adolescenti nella squadra perfetta. Forgiare i loro corpi, orientare le loro teste. Portarli verso il gesto esemplare, convincerli ad abbandonare la mediocrità per il sublime. I ragazzi gli credono, e si abbandonano alla sua esaltazione. E' gratificante farsi strumento delle sue ambizioni, assecondare la sua volontà. La squadra non pensa, i giocatori sono ingranaggi della stessa macchina. Reagiscono, non elaborano. Si allenano al grido di "If you can't, then you must!!! Se non puoi, allora devi". Ma se davvero non puoi, che cos'è il dovere? Con cosa confina, che cosa dovranno essere disposti a cedere? L'Allenatore è il sovrano. Si occupa di morale. Annienta modestia, benevolenza e moderazione perché sono ostacoli alla sovranità. Predica il sacrificio, perpetua la menzogna e insinua la diffidenza. La Squadra ritiene la soggezione necessaria. Teme l'allenatore, ne venera l'autorità. Obbedisce per non prendersi la responsabilità di scegliere. Chi è il più forte? E che cos'è, davvero la forza?... Ma non giochiamo mai?

Venerdì 6 Luglio ore 21:15
LET THE SUNSHINE IN (Antigone) contest #1
ideazione e regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni e Benno Steinegger

Syrma Antigònes, la traccia di Antigone - titolo del progetto complessivo - è il nome, secondo Pausania, di una località vicina a Tebe dove pare sia avvenuta la morte di Polinice: su questa uccisione converge il fuoco dell'esplorazione, che dedichiamo ai giovani morti sul catrame delle strade sconnesse dai riot. Una ricerca in continua oscillazione fra memoria e presente, che si volge indietro per riflettere sull'oggi, scegliendo lo sguardo della "Living Antigone" di Brecht, per ricostruire-tracciare-declinare il tema della rivolta nel contemporaneo. In scena i due attori-autori si fronteggiano e, nella totale solitudine di coppia, tentano di "rappresentare" Antigone e Polinice, Eteocle e Polinice, Ismene e Antigone; fratelli-personaggi e pretesti mitopoietici. Polinice, in dissidio fra l'essere pacifista o terrorista incarna il conflitto fra violenza e non violenza.

Sabato 7 Luglio, ore 21:15
DEMETRA
Prima nazionale
spettacolo coreografico video e scenografia elettronica
un progetto di Giovanna Velardi e Dominik Barbier
con: Alice Zanoni, Sabrina Vicari, Simona Miraglia, Emanuela Fenech, Tiziana Passoni, Giovanna Velardi, Dario Tumminia, Giuseppe Muscarello

"Demetra" è uno spettacolo che associa la coreografia e la scenografia elettronica, che si interroga sull'apparenza del potere e il funzionamento della democrazia; sviluppa la sua tematica prendendo spunto dal mito greco di Demetra e Persefone. E' uno spettacolo coreografico, che nasce da una ricerca di un significato condiviso dei simboli, un'indagine interculturale sul rapporto tra l'uomo e l'avatar, tra un oggetto e il suo segno maturato sul fantasma, sul prestanome, sul valore del simbolo nella società dell'immagine. La base dello spettacolo è un coro formato da 7 danzatrici, che evoca il teatro antico, che nella creazione sottolinea l'umano tanto presente nel mito. Percorso non lineare, fatto di emozioni, di pensieri e riflessioni, di intenzioni che si traducono in dei segmenti che giustapposti creeranno un percorso drammaturgico che indaga gli aspetti umani, le pulsioni animali, ancetrali, terrene. Riflettere sulla società, la società immagine svuotata di significato e resa viva nella sua volgarità, immortalata come in un quadro che essa stessa trasfigura, un quadro crudele che rappresenta l'inferno e la banalità di oggi, un popolo lasciato nel silenzio, che si lacera come carne macellata, che dissolto tenta di riformarsi, di riemergere denudandosi.

Mercoledì 11 Luglio ore 21:15
JUST INTONATION SPECIAL COILS NIKOLE TESLA LECTURES
Ideazione e regia Lorenzo Bazzocchi
con Eleonora Sedioli

Tre momenti artistici. "Just intonation": il lavoro trae origine da due polarità solo apparentemente distanti. Il corpo-donna diviene segreto senza nascondere niente, a forza di innocenza e precisione, persino a costo di una spaventosa tecnicità. Just intonation è corpo sonoro.
"Special coils": è una perfomance ad alta tensione. Ecco la rarefazione immaginativa per sscariche elettriche di Special coils. Tesla coil è il nome di una delle più stupefacenti invenzioni dello scienziato serbo Nikola Tesla. Macchina elettrica in grado di generare scariche elettrostatiche di alta frequenza.
Terzo momento è la conferenza/esperimento "Nikola Tesla. Lectures". Durante la conferenza verrà presentato al pubblico uno dei primi esperimenti di trasmissione elettrica di potenza senza fili sulla scorta di quel Wirelesss transmission of power concepito e messo in opera da Tesla nei primi anni del secolo scorso.

Venerdì 13 Luglio ore 21:15
PITECUS
di Antonio Rezza e Flavia Mastrella
con Antonio Rezza
quadri di scena Flavia Mastrella
(mai) scritto da Antonio Rezza

E' uno spettacolo che racconta storie di tanti personaggi, un adirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche argomenti delicati. Non esistono rappresentazioni positive, ognuno si accontenta, tutti si sentono vittime, lavorano per nascondersi, comprano sentimenti e dignità, non amano, creano piattume e disservizio. I personaggi sono brutti somaticamente ed interiormente, sprigionano qualunquismo a pieni pori, sprofondano nell'anonimato ma, grazie al loro narcismo, sono convinti di essere originali, contemporanei e, nei casi più sfacciati, avanguardisti. Parlano un dialetto misto, sono molto colorati, si muovono nervosi e, attraverso la recitazione, assumono forme mitiche e caricaturali, quasi fumettiche.

Sabato 14 Luglio ore 21:15
IO
di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
con Antonio Rezza
quadri di scena Flavia Mastrella
(mai) scritto da Antonio Rezza

Il radiologo esaurito fa le lastre sui cappotti dei pazienti mentre un essere impersonale oltraggia i luoghi della provenienza ansimando su un campo fatto a calcio. 'Io' cresce inumano e disumano, inventando lavatrici e strumenti di quieto vivere. Il radiologo spossato avvolge un neonato con l'affetto della madre. 'Io' mangia la vita bevendo acqua rotta che è portavoce dell'amaro nascere. Io si affida alla bellezza del profilo per passare sotto infissi angusti. Ogni tanto un torneo, un uomo che si cimenta in imprese impossibili ma rese rare dalla sua enfasi, un ufo giallo scrutante essseri e parole, un visionario vede vulva nelle orecchie altrui. E 'Io', affacciato sul mondo terzo dove scopre che, tra piaghe e miseria, serpeggia l'appetito non supportato dalla tavola imbandita. Infine la catastrofe: Io si ridimensiona...
"Como poco innato tra clamori e vanto così l'idea dell'avventura porta la mente a vita duratura."

Martedì 24 Luglio ore 21:15
SANTA E ROSALIA
Regia di Francesco Scaldati
con Serena Barone, Aurora Falcone, Carmelo Farina, Melina Imparato, Egle Mazzamuto, Salvatore Pizzillo.

Vigilia di Festino. La trepida attesa del quartiere. Il desiderio e la speranza che il miracolo della Santa possa compiersi ancora, che le grandi e le piccole piaghe svaniscano come per incanto. Scaldati racconta il sentimento più autentico e profondo si una città che non ha tradito le proprie origini. Nell'attesa della rivelazione, le piccole quotidiane storie del quartiere si illuminao di una luce che è già sovraumana e il racconto assume i contorni di uno squisito realismo magico. "Santa e Rosalia" due donne che in realtà sono una soltanto. L'una fantastica ma concreta, l'altra attinta dalla leggeda. Santa e Rosalia è uno dei testi più significativi nati dal laboratorio Scaldati, in questi ultimi 15, porta avanti al Centro Sociale San Saverio, nel quartiere Albergheria di Palermo Dopo la prima rappresentazione nel 2003 di alcuni frammenti, il testo si è andato arricchendo, attraverso il laboratorio, fino ad arrivare allo spettacolo che sarà messo in scena a Gibellina, che, recuperando l'immenso patrimonio di sonorità, immagini e simboli nella cultura del quartiere, è diventato un vero e proprio omaggio di Scaldati a Palermo.

Giovedì 26 Luglio ore 21:30
IN_CUBO
Korekanè - Rimini
tre frammenti da "Malina" di Ingeborg Bachmann
Progetto C.R.E.P.A.
di Chiara Cicognani ed Elisabetta Gambi

In_cubo è un viaggio a ritroso dalla superfice al fondo della terra, dentro le radici. Come all'interno di una camera oscura: per ottenere nitidezza dobbiamo affrontare l'oscurità. Un percorso doloroso, ma necessario, per trascendere l'alienazione da un mondo in cui non ci riconosciamo più e dal quale internamente siamo scollegati. Per ritrovarsi catapultati dove? Non lo sappiamo. Lo scenario è apocalittico, sono le nostre terre franate che devono essere ricostruite. Si vive in un territorio sismico in un moto continuo di distruzione e ri-costruzione. Si tenta di ri-creaare nuovi percorsi e ri-crearci in maniera diversa, ma è proprio dell'essere umano quello di ripetere, edificare tracciati, facendosi agganciare delle richieste del mondo esterno, dimenticando se stessi e smettendo di comunicare se non attraverso automatismi.

Sabato 28 Luglio ore 21:15
IL ROSARIO
da Federico De Roberto
progetto, drammaturgia e regia Clara Gebbia ed Enrico Roccaforte
direzione musicale e musiche originali Antonella Talamonti
con Filippo Luna, Nenè Barini, Germana Mastropasqua, Alessandro Roca.

Una pièce che fonde musica e teatro, tratta da "Il Rosario" di Federico De Roberto. L'universo sonoro a cui fa riferimento lo spettacolo è quello della "musica di tradizione orale" italiana, che è tradizionale e contemporanea al tempo stesso, sacra e profana. Federico De Roberto ne "Il Rosario", narra la storia di una madre e quattro figlie, e attraverso questa vicenda fa una riflessione complessa sul potere in ambito politico, religioso, familiare. Il lavoro drammaturgico che modifica il testo (eliminando tutti gli elementi esterni alla famiglia) cercando di non tradirne la sostanza, rivela un'opera da linguaggio e dalla struttura piena di spunti musicali e ritmici sorprendenti. Nella rilettura del testo viene colta una metafora attualissima della dialettica oppressiva tra potere immobile e arte, possibile fonte di cambiamento, che porta ad una riflessione sulla situazione attuale, in cui il teatro stesso rischia di scomparire, soffocato dai tagli, dalla politica, dalla televisione: ecco di fronte a tale realtà si leva un canto di dissenso al di sopra del vuoto in cui a tratti sembriamo essere precipitati. "Il Rosario" è così diventato una partitura musicale che va dal parlato all'intonato, dalla parola al canto: un viaggio che attraversa tutta l'Italia, tra composizioni originali e canti della tradizione orale che scandiscono lo scorrere del tempo.

Mercoledì 1 agosto ore 21:15
SPASIMO
Con la "Giovanni Sollima Bad": Giovanni Sollima (violoncello solo); Gabriele Bellu (violino); Matteo Amadasi (viola): Andrea Waccher (violoncello); Giovanni Caruso (percussioni); Riccardo Scilipotti (tastiere); Luigi Sollima (flauto); Marco Amico (chitarra).
Produzione: Artesicilia Srl

"Spasimo" è uno dei lavori più amati di Sollima, composto nel 1995 su commissione del Teatro Massimo di Palermo per celebrare la fine dei lavori di restauro e l'apertura al pubblico di S. Maria dello Spasimo. Una chiesa mai finita che ha visto nel corso dei secoli affastellarsi molti eventi tragici della vita siciliana tra i quali la pesta: una chiesa che è stata via via oratorio, lazzaretto, ospedale, sifilocomio, discarica, una struttura bombardata e degradata, contaminata dalle sovrapposizioni strutturali e funzionali, una chiesa calata nella multietnicità di Palermo, città di forti contrasti. E la musica di Sollima metterà in luce tutti questi substrati, con un ritmo che inizia dolce e pacato (De harmonia) per poi farsi urlo e dolore nel movimento della pesta (II mov), scuotersi e riappacificarsi nel III mov (il naufragio) e rinfrangersi in polocromi timbri nel V (Via Dolorosa). Il programma culminerà in una selezione di brani da Aquilarco e Songs from the Divine Comedy.

Tutte le informazioni su: www.fondazioneorestiadi.it

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02 luglio 2012
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