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Orlando sta con Di Pietro

Il sindaco di Palermo chiarisce la sua posizione: "Sono onorato di essere portavoce dell’idv"

05 novembre 2012

"Non ho intenzione di lasciare Italia dei valori, di cui mi onoro di essere il portavoce nazionale". E' categorico il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. "Non mi rassegno a fare dell'Idv un partito morto come tutti gli altri, darò un contributo di necessaria profonda trasformazione assieme ad Antonio Di Pietro e a tutti coloro che non vogliono sottomettersi a politiche deleterie per il Paese".
Orlando poi precisa: "Credo opportuno chiarire a quanti avessero frainteso o voluto fraintendere le mie parole dei giorni scorsi. Dopo le elezioni amministrative, i referendum e il governo Monti è emersa la gravissima crisi del sistema dei partiti e del sistema della rappresentanza elettiva, ma allo stesso tempo una grande voglia di partecipazione e un bisogno di democrazia partecipativa".
Secondo il sindaco di Palermo "occorre che quanti ci credono lavorino a un grande progetto che non mira alla salvezza o alla sopravvivenza di un partito ma piuttosto alla prosecuzione di una esperienza politica e una forma di impegno collettivo di cui l'Italia ha ancora bisogno".

Orlando, infine, tende la mano al leader dell'Idv Antonio Di Pietro: "Contribuirò a dare un contributo di necessaria profonda trasformazione insieme ad Antonio Di Pietro e a tutti coloro che non vogliono sottomettersi a politiche deleterie per il Paese e che non vogliono rassegnarsi al drammatico fenomeno della disaffezione e dell’astensione dei cittadini. Per fare questo, occorre che quanti ci credono lavorino a un grande progetto che non mira alla salvezza o alla sopravvivenza di un partito ma piuttosto alla prosecuzione di una esperienza politica ed una forma di impegno collettivo di cui l'Italia ha ancora bisogno".

Intanto l'Idv è nel caos... - Dopo giorni difficili passati ad incassare attacchi e critiche non solo dall'esterno, ma anche dall'interno del suo stesso partito, Antonio Di Pietro continua la controffensiva. Lo scioglimento dell'Idv, ha scritto ieri sul suo blog, è una "boiata informativa". "Questa mattina - spiega - ho appreso, leggendo la solita Unità e facendo finta di ascoltare il solito Tg4, che avrei lasciato al proprio destino l'Italia dei valori per fondare un nuovo partito, di cui addirittura avrei già pronto il simbolo di colore viola che racchiude semplicemente la parola 'Basta'. Ovviamente io non ne so nulla, come non sapevo nulla delle 56 case che di recente mi hanno falsamente attribuito, pur di farmi passare per palazzinaro".
Il leader dell'Idv smentisce anche l'intenzione, attribuitagli da più parti dopo la provocatoria candidatura di Grillo per il Quirinale, di voler ricercare un'intesa con il Movimento 5 Stelle. "Io e Beppe Grillo, in questi giorni, non ci siamo nemmeno sentiti - scrive - ma immagino che pure lui si stia facendo un sacco di risate leggendo e sentendo le mille ricostruzioni fantasiose circa il nostro comune futuro politico (che ad oggi non abbiamo nemmeno ideato o programmato, ma di cui leggiamo ampie immaginifiche ricostruzioni da parte di variegati commentatori politici) e, soprattutto, percependo le paure che una tale eventualità incute al sottobosco della politica tradizionale".  "Il successo di M5S, anche maggiore rispetto al nostro, non ci infastidisce affatto - prosegue - Anzi ci stimola a migliorare, soprattutto con riferimento alle modalità di ricerca e selezione della classe dirigente, e a trovare sinergie in battaglie comuni".

"Questa non è lotta politica - denuncia ancora l'ex magistrato di "mani pulite" - E' premeditato omicidio politico. Mi viene davvero voglia di urlare una volta per tutte: e mò basta con tutte queste sciocchezze". "Ma una cosa è vera - aggiunge Di Pietro - anzi due: sto diventando davvero 'viola' di rabbia per le continue falsità e calunnie che mi vengono riversate addosso". "A livello nazionale, ad oggi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta alla nostra proposta ma è nostra intenzione aspettare fino alla fine delle Primarie di Pd, Sel e Psi, dato che al loro interno vi sono vistose divergenze sul futuro politico e programmatico che intendono portare avanti", prosegue Di Pietro.
"Sia ben chiaro, però - sottolinea l'ex pm - che accordi di coalizione con noi vi potranno essere solo su base programmatica, come ad esempio: l'accettazione degli obiettivi dei nostri quesiti referendari, il ritiro delle truppe dall'Afghanistan, una più equa ripartizione del carico fiscale, una maggiore attenzione al mondo del lavoro e, più in generale, una dichiarata esplicita discontinuità dalle attuali politiche del governo Monti".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica.it]

- Orlando dirà addio a Di Pietro? (Guidasicilia.it, 03/11/12)

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05 novembre 2012
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