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Osservatorio della Pesca del Mediterraneo

Le strategie future per risollevare le sorti delle marinerie del bacino mediterraneo

22 settembre 2009

Filiera ittica: gli stati generali per il futuro della pesca siciliana
di Antonio Schembri (€conomiasicilia.com)

Si è svolto ieri a Palermo presso l'auditorium dell'Ircac la riunione dell'Osservatorio della Pesca del Mediterraneo, l'organo scientifico del Distretto Produttivo della Pesca di Mazara del Vallo (Cosvap). Un nuovo appuntamento per l'ente istituito nel maggio del 2006 e riconosciuto dalla Regione siciliana con l'art 7 della legge n.16 del 2008, al quale insieme al coordinatore dell'Osservatorio Giuseppe Pernice, e al presidente del distretto della pesca industriale mazarese Giovanni Tumbiolo, sono intervenuti anche il Presidente della Commissione Affari Esteri della Repubblica di Malta, Michael Frendo e l'assessore regionale alla Cooperazione e Pesca Giambattista Bufardeci.

Gli stati generali della pesca siciliana (e non solo) hanno messo nero su bianco quanto l'osservatorio è riuscito finora a proporre e ad attuare per schiarire la prospettiva a tinte fosche in cui versano le marinerie del bacino mediterraneo. E hanno indicato le strategie per il futuro, in particolare per il comparto peschereccio siciliano. Ovvero una realtà economica che rischia entro la fine dell'anno di veder bruciati qualcosa come 6 mila i posti di lavoro.
Cinque i filoni di discussione nei meeting di ieri: l'attuale quadro socio economico della pesca e dell'acquacoltura siciliana; i dati caratteristici della filiera peschereccia; la presente situazione delle risorse ittiche nelle aree di pesca del mediterraneo; l'innovazione tecnologica e il risparmio energetico. Sono state inoltre analizzate le prospettive future sia dell'attività di pesca che dell'acquacoltura.
I lavori sono poi proseguiti con la riunione delle "task forces" dell'Osservatorio, a cui hanno partecipato, anche prestigiosi rappresentanti del mondo universitario, della finanza, e di diversi paesi rivieraschi del Mediterraneo. Settori centrali in discussione sono stati in particolare la cooperazione internazionale, l'internazionalizzazione delle imprese di pesca, la finanza di distretto, l'innovazione tecnologica e la tutela dell'ambiente.

Tra gli stati generali della pesca del Mediterraneo emerge intanto sempre di più la necessità di un approccio eco-sostenibile al prelievo del pesce. Si è trattato di uno degli argomenti centrali in discussione della XII riunione della Cabina di regia per lo studio e l'avvio dell'Asse IV del Fondo Europeo per la Pesca, tenutasi la scorsa settimana all'hotel Palace di Mondello, su impulso della Commissione europea per la Pesca. Secondo l'assessore Bufardeci "i fondi comunitari non sono soltanto risorse finanziarie, ma devono costituire il metodo per modernizzare la Sicilia e governare il suo sviluppo". Adesso, sostiene l'assessore, la Sicilia deve fronteggiare una situazione gravata da uno sfruttamento eccessivo delle risorse, con la conseguente riduzione degli stock e quindi dei redditi delle aziende ittiche, e dall'accresciuta concorrenza determinata dalla globalizzazione del mercato ittico, elemento, questo,che rappresenta una sfida supplementare per il comparto. "Per questo - ha detto Bufardeci - occorre coniugare la risoluzione delle criticità economiche del settore con i vincoli di salvaguardia ambientale, per favorire il ripopolamento delle specie ittiche". Proprio dall'asse Iv del Fepche assegna alla Sicilia una dotazione finanziaria calcolata in 12,5milioni di euro – potrebbero giungere degli efficaci strumenti di modernizzazione. L'attivazione di questo strumento può legare tutte le attività economiche presenti sul territorio costiero a alle tante potenzialità e peculiarità esistenti. "Dobbiamo creare un sistema integrato che coniughi la filiera ittica con le bellezze naturali, ambientali e archeologiche, in una logica di eccellenza", ha concluso Bufardeci.

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22 settembre 2009
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