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Ottavo giorno di guerra a Gaza

Ancora raid israeliani nella Striscia di Gaza. Ucciso un alto dirigente di Hamas

03 gennaio 2009

L'operazione "Piombo Fuso", l'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, è entrata nel suo ottavo giorno. Anche questa notte, i militari di Tsahal hanno bombardato alcune postazioni di Hamas in territorio palestinese. Un alto dirigente del gruppo, Abu Zakaria al Jamal, è rimasto ucciso, mentre sembra imminente l'inizio di un'operazione terrestre. Secondo alcuni organi d’informazione internazionali, si tratterebbe di una questione di ore, dopo che venerdì sono partiti da Gaza quasi tutti i cittadini stranieri. I militari, adesso, sarebbero in attesa soltanto dell'ordine di attacco da parte dei leader dello Stato ebraico.

Finora gli attacchi aerei, che hanno provocato almeno 435 vittime, cento delle quali civili, non sono riusciti a bloccare del tutto il lancio di razzi palestinesi verso Israele. Hamas, per bocca del suo leader in esilio a Damasco, Khaled Meshaal, ha già anticipato che "non si arrenderà mai" e che una eventuale operazione di terra si risolverà in una tragedia per Israele. Hamas ha avvertito Israele sulle conseguenze di un eventuale attacco terrestre ed ha affermato che risponderà alle iniziative di Tsahal con sequestri e altri attacchi con razzi.
Intanto i militanti di Hamas, che ricordiamo essere il gruppo di maggioranza del parlamento palestinese, hanno sparato dalla Striscia di Gaza sette razzi Qassam, sei dei quali finiti nel deserto del Negev, mentre uno ha colpito una casa ad Ashkelon. Lo hanno riferito i media israeliani, precisando che l'attacco - preceduto dal suono delle sirene - non ha provocato vittime.
Ieri, venerdì 2 gennaio 2009, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha definito "atti di terrorismo" il lancio di missili da parte di Hamas contro Israele. Secondo Bush è inoltre necessario raggiungere un cessate-il-fuoco stabile e duraturo che garantisca la sicurezza dello stato di Israele ponendo fine agli attacchi palestinesi dalla striscia di Gaza. Bush ha aggiunto che una delle condizioni necessarie per il cessate-il-fuoco è l'interruzione delle attività di contrabbando che riforniscono di armi la guerriglia palestinese. [Corriere.it]

La testimonianza di un italiano che abita a 15 chilometri dalla Striscia di Gaza
IN ISRAELE I BAMBINI CON GLI INCUBI DA SETTE ANNI

 
"Leggiamo sui giornali italiani articoli firmati da persone diverse in cui Israele viene accusata di crimini di Guerra, i più spaventosi. Certo, da giorni la striscia di Gaza è sotto il tiro degli aerei israeliani. Ma durante gli ultimi sette anni dove si nascondevano questi bravi giornalisti o meglio come mai hanno ignorato e passato sotto silenzio i missili che cadevano a Sderot e dintorni? Certo non erano molti, un giorno due, un giorno otto, un giorno magari nulla. Ma purtroppo a noi non comunicano mai prima quando avrebbero tirato e la gente, specie quelli di Sderot per sette anni non sapevano quando avrebbero potuto andare al gabinetto e quando era un'ora sicura per fare la doccia. I bambini di Sderot andavano a letto con gli incubi. Certo abbiamo avuto in quel periodo solo una dozzina di morti, ma quando si sente il sibilo non si sa mai dove cadrà".
Comincia con queste riflessioni la lettera di testimonianza del concittadino italiano Israel De Benedetti che abita nel Kibbutz Ruhama, a circa 15 kilometri da Gaza, in Israele.

"Noi nei kibbutzim vicini a Sderot, andiamo quotidianamente nella cittadina per ragioni di salute - racconta De Benedetti -, al centro medico Cuppat Cholim, il servizio di assistenza sanitaria, per andare in Banca o semplicemente per fare acquisti. Abbiamo un chaver, membro del kibbutz, autista, che cinque volte al giorno va e torna per accompagnare chi ha necessità di recarsi a Sderot. Da sette anni a questa parte ogni suo viaggio è un terno al lotto: tornerà senza incidenti o no? Il mondo civile è pronto a che questa realtà si moltiplichi all'infinito, noi ne abbiamo abbastanza!!!"
"La scorsa settimana - prosegue - mentre Israele permetteva il passaggio di una carovana di Tir per trasportare medicinali e cibi a Gaza, quelli hanno pensato bene di mandargli contro qualche colpo di mortaio. Per far piacere a chi? Evidentemente per poter continuare ad affermare che Israele affama il popolo di Gaza. Poteva Israele permettere che questa situazione continuasse tra l'indifferenza generale? Cosa avrebbe fatto un altro Paese, magari l'Italia se per sette anni fossero piovuti (magari anche solo uno al giorno) missili su Trieste? Forse certi giornalisti non sanno - precisa ancora De Benedetti - che quando sono caduti un'ottantina di missili due settimane fa, Israele non ha reagito ma ha messo in guardia chi li spediva che non avrebbe permesso che la cosa continuasse. Per più di due settimane Israele ha messo in guardia il Hamas e questi hanno risposto continuando la pioggia di missili".

"Detto tutto questo", continua l'autore della lettera, "il mio parere è che ora Israele deve cessare il fuoco di sua iniziativa per 48 ore, non per motivi umanitari, ma per mettere alla prova se c'è una "buona volontà" da parte di Hamas. Se cesserà il lancio di missili, si potrà inziare a trattare una vera tregua, se continuerà sarà un'ulteriore conferma della volontà di Hamas di continuare la guerra e Israele avrà ogni giustificazione per rispondere fino alla cessazione del lancio dei missili".
Infine, conclude De Benedetti, "in questi ultimi anni Israele ha speso milioni e milioni di euro per blindare scuole e una parte delle abitazioni confinanti con la striscia di Gaza. A suo tempo, quando abbiamo evacuato le colonie che erano nella striscia, abbiamo lasciato le serre perché i palestinesi potessero lavorare e guadagnarci. Invece da una parte e dall'altra si spendono fortune per una guerra inutile che porta solo sangue e rovine da una parte e dall'altra". [Agenzia Internazionale Stampa Estero]

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03 gennaio 2009
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