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Ottimo l'export del vino Made in Italy. Non solo in Cina si beve italiano ma anche in America

Nel primo quadrimestre del 2005 l'export di vino italiano negli Usa è aumentato del 10%

18 giugno 2005

A fronte delle notizie non del tutto positive diffuse l'altro ieri dall'Istat sull'export italiano ed in controtendenza con i dati generali sul commercio estero ad aprile, il vino italiano, oltre che in Cina (leggi), nel primo quadrimestre del 2005, ha registrato un buon risultato negli Usa, con un aumento delle esportazioni del 10%.
È quanto rileva la Coldiretti, riportando le elaborazioni dell'Ismea sui dati del dipartimento del Commercio statunitense.
''Negli Stati Uniti è aumentato del 10,3% il valore delle importazione di vini italiani che conquistano la leadership davanti ai francesi che dopo la grave debacle fatta registrare nel 2004 (-20%) incrementano la propria presenza con un +7,5 % in valore mentre gli australiani arrestano la tumultuosa crescita e per la prima volta dopo anni presentano un trend negativo di mercato con un meno 0,2%'', affermano dalla Coldiretti.

Il vino Made in Italy copre nel 2005 una quota di circa il 30% del valore dei vini importati seguito dal 28% della Francia e dal 23% dell'Australia. Un risultato incoraggiante per la principale voce dell'export dell'industria agroalimentare nazionale - afferma la Coldiretti - che trova negli States il primo mercato extracomunitario di sbocco con un quarto del valore delle esportazioni di vino Made in Italy.
Le esportazioni nazionali di vino sul mercato statunitense potrebbero peraltro raddoppiare se dagli accordi sul commercio internazionale nell'ambito del Wto venisse anche un chiaro segnale di stop alla "vinopirateria" e al "falso" Made in Italy.
Secondo una recente indagine, infatti, solo negli Stati Uniti il mercato dei vini di imitazione del Made in Italy è infatti quasi uguale a quello delle nostre esportazioni ed in altre parole è ''falsa'' una bottiglia su due e non è quindi difficile incontrarsi con curiose bottiglie di Chianti, Sangiovese, Refosco e Barbera anche Rosé, Barolo e Super Piemontese prodotti in California ma anche Moscato e Malvasia, con "DOC" californiane Napa Valley o Sonoma County.

In realtà, conclude la Coldiretti, sono numerosi i Paesi dove è possibile spacciare vini locali come italiani e ad essere più imitati sono il Chianti, il Lambrusco, il Marsala e la Grappa. Questo anche in virtù del fatto che l'Italia è il secondo Paese produttore di vino in Europa con 51 milioni di ettolitri nel 2004, dei quali 24,6 di vini bianchi e 26,3 rossi o rosati, e può contare su un patrimonio di 453 vini Docg, Doc e Igt, che rappresentano il 60 per cento della produzione nazionale di vino che genera un fatturato complessivo di circa 8,5 miliardi di Euro.

Fonte: Agenzia Internazionale Stampa Estera

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18 giugno 2005
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