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Pagare per le proprie colpe ...

Il "comandante" della Costa Concordia, Francesco Schettino, è tornato a casa sua. Dal Gip arresti domiciliari

18 gennaio 2012

E' tornato a casa Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia naufragata venerdì notte a Isola del Giglio. Nel naufragio hanno perso la vita 11 persone e ci sono ancora molti dispersi.
Per lui arresti domiciliari, e dopo alcuni giorni di carcere è arrivato nel cuore della notte nella sua abitazione di Meta di Sorrento.
Il gip ha deciso di non trattenerlo in carcere, suscitando la sorpresa del procuratore di Grosseto, Francesco Verusio, che ne aveva chiesto la custodia in carcere.
Il giudice, Valeria Montesarchio, non ha riscontrato il pericolo di fuga del comandante e di inquinamento delle prove, disponendo così i domiciliari. Ma le accuse contro il comandante sono molto pesanti: insieme al primo ufficiale in plancia, Ciro Ambrosio, è accusato di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave.
Scortato da polizia e carabinieri, e accompagnato dalla moglie e dal fratello, Schettino ha evitato fotografi e cineoperatori che lo attendevano entrando nella sua abitazione da un ingresso secondario.
Molte le parole di biasimo contro Schettino dai suoi compaesani, ma anche un secco no al circo mediatico che si sta scatenando contro il comandante: "Ha sbagliato - dice Antonio, crocierista come il comandante della Costa Concordia - ma a giudicarlo deve essere la giustizia, spero equa, e non i programmi televisivi. Quello che stiamo vedendo in tv è un gioco al massacro che non tiene conto di tutti gli aspetti della vicenda". Qualcuno sottolinea anche il tentativo di arginare il danno decidendo di traghettare la nave in secca, nelle vicinanze del porto. "Se non avesse tentato quella manovra avremmo contato centinaia di vittime, - aggiungono alcune persone - non è certo un'attenuante ma questa circostanza deve essere tenuta presente". C'è anche chi, innervosito dalla presenza dei giornalisti e dei fotografi, inveisce contro di loro: "Noi gente di mare non meritiamo tutto questo fango che ci sta piovendo addosso. Lasciate in pace lui e la sua famiglia".

Il procuratore capo di Grosseto è sorpreso: "E' da capire perché il gip non ha convalidato il fermo ritenendo che non ci fossero gli estremi e ha applicato la misura cautelare (dei domiciliari, ndr). Sono curioso di leggere le motivazioni".
Intanto, la procura di Grosseto farà ricorso contro la decisione del gip, secondo la quale "non sussistente un concreto pericolo di fuga dell'indagato, non potendo per legge e costante giurisprudenza il predetto presupposto identificarsi in una mera ipotesi investigativa non supportata da alcun elemento riferibile alla sua condotta". Quella del comandante Francesco Schettino si legge però nella stessa ordinanza è stata una "manovra sconsiderata" "nell'eccessivo avvicinamento all'isola". Non solo: il comandante ha "sottovalutato" il danno alla nave, ritardando poi l'allarme. La manovra di emergenza compiuta dopo l'impatto, sempre secondo il gip, non esime il comandante dalle sue responsabilità ed era comunque un "atto dovuto per limitare il più possibile le conseguenze tragiche" di quanto accaduto. Il comandante della Costa Concordia inoltre non fece alcun "tentativo serio" di tornare "almeno in prossimità della nave" dopo essere sbarcato mentre erano ancora in corso le operazioni di abbandono nave da parte dei passeggeri. In pratica guardò la nava affondare dallo scoglio in cui si trovava.
"Leggeremo le ragioni del gip - ha ribattuto il procuratore Verusio - credo che l'ufficio farà ricorso avverso a questo provvedimento. Vedremo cosa deciderà il Tribunale della libertà". "Non vorremmo che Schettino possa sottrarsi alle sue responsabilità - ha aggiunto - la personalità dello Schettino e i tipi di reati a lui contestati ce lo fanno pensare. Non vorremmo possa sottrarsi alle sue responsabilità, è possibile possa fuggire dai domiciliari o che da casa sua possa avere contatti con persone che hanno a che fare con la catena di comando della nave". Il procuratore capo di Grosseto ha anche detto che il test tossicologico su Schettino è stato disposto perchè "immaginavamo che fosse sotto l'effetto di sostanze stupefacenti" e ha spiegato che i pm stanno indagando sulla "catena di comando" della Costa Concordia, per "raccogliere e verificare la responsabilità di qualche altro ufficiale" nel mancato coordinamento delle operazioni di evacuazione dei passeggeri. Poi Verusio si è soffermato sul comportamento di Schettino nel corso dell'interrogatorio di garanzia: "A me non è sembrata una persona pentita. Dispiaciuto forse per la sua nave e per quello che gli potrà capitare, ma non credo dispiaciuto per quello che ha combinato".

Ieri, durante l'udienza davanti al gip, il comandante Schettino è apparso provato ma sereno, convinto di aver fatto tutto il possibile. Ma dalle diverse testimonianze raccolte e dalle telefonate intercorse col comandante De Falco della capitaneria di porto di Livorno, la sua posizione si fa sempre più grave.
Schettino ha risposto alle domande del gip di Valeria Montesarchio per oltre quattro ore fornendo la sua ricostruzione del naufragio della Costa Concordia. "Ha rivendicato il suo ruolo nella direzione della manovra della nave dopo l'urto che ha prodotto il risultato di salvare migliaia di vite umane", ha riferito il legale del comandante della Concordia, Bruno Leporatti.
Schettino ha offerto la sua versione sul ritardato allarme e si è difeso dall'accusa di aver abbandonato la Concordia. "La nave dopo l'urto con lo scogli ha avuto uno sbandamento di 90 gradi. Non potevo risalire sopra" ha dichiarato il comandante al gip e ai pm di Grosseto. Rivolgendosi ai giornalisti fuori dal tribunale, l'avvocato Leporatti ha osservato: "Provate voi se vi riesce a risalire su un'imbarcazione in quelle condizioni. Ci vuole un elicottero...". Ai giornalisti che gli chiedevano se il comandante non si fosse reso conto di essersi avvicinato troppo alla costa, l'avvocato Leporatti ha risposto: "L'avvicinamento eccessivo sarà oggetto di rilievi tecnici. Ci sono i dati della scatola nera che saranno esaminati. E' un aspetto che dovremo approfondire".
In difesa del comandante si è schierata la moglie. "Sentiamo il dovere di respingere con forza qualsiasi tentativo di delegittimazione della sua figura, invitando a comprendere la sua tragedia ed il suo dramma umano", ha dichiarato in una nota a nome di tutta la famiglia.

Ma l'inchiesta non finisce certo oggi, e non finisce con Schettino. C'è un nuovo video girato dalla motovedetta della Guardia di Finanza che per prima, alle 22,35 di venerdì 13 gennaio, accosta la Concordia ormai arenata sullo zoccolo profondo 35 metri da cui non si muoverà più. Sono immagini decisive. La nave è in assetto, dritta. Dunque libera di calare le scialuppe su entrambe le murate. È una posizione ideale per evacuare "senza neppure bagnarsi i piedi" (come dirà a verbale Giovanni Iaccarino uno degli ufficiali di coperta) i 4200 passeggeri. Ma non è, come documentano queste immagini, quel che accade. Schettino, ormai lo sappiamo, aspetta. Ma, ecco la rivelazione, getta le due ancore di prua soltanto quando ormai la nave è arenata da tempo.
È falso dunque che quella manovra sia stata, come Schettino ha ripetuto anche ieri nel suo interrogatorio di garanzia, e come la Costa ha sostenuto almeno all'inizio, la prova di un tentativo di mettere in salvo nave e passeggeri. È - di questo la procura e gli inquirenti ormai sono convinti - soltanto il tardivo tentativo di contenere gli effetti di un disastro ormai consumato.

SOSPESE LE RICERCHE - Purtroppo la Costa Concordia si muove ancora, dopo lo spostamento di lunedì, e questa volta ha subito una rotazione. Lo scarrocciamento ha imposto una nuova sospensione delle attività di ricerche e lo stop immediato del tentativo della Marina Militare di aprire nuovi varchi verso il ponte 4, dove si ritiene ci possano essere altri corpi. Certo, col passare dei giorni la speranza di ritrovare ancora qualcuno in vita, è sempre più remota.
Uno dei pericoli è che il relitto, incagliato negli scogli, scivoli verso acque più profonde inabissandosi. Al momento la Costa ha subito una rotazione di oltre un metro della prua verso terra, e 1,07 di poppa verso il largo. Per i tecnici si tratta di un riposizionamento: la nave quindi non sta scivolando ma oscillando. Arriva, intanto, una prima stima dei tempi che saranno necessari per il recupero del relitto: la Smit Salvage, la ditta incaricata di prelevare il carburante, parla di alcuni mesi. Per il carburante, invece, ci vorranno dalle 2 alle 5 settimane.
La ricerca dei dispersi. Sarebbero 23 i dispersi, anche se le persone che mancano all'appello sono ufficialmente ancora 28, visto che i cinque corpi recuperati oggi non hanno ancora un'identità.
La Prefettura di Grosseto ha rilasciato la lista delle persone ancora non individuate. Uno dei 14 tedeschi che mancavano all'appello è stato rintracciato in Germania. Gli altri sono di varie nazionalità: oltre a Germania, Italia, Francia, Usa, Ungheria, Perù e India. I sei italiani sono William Arlotti di Rimini e sua figlia Daiana di 5 anni; la 30enne Maria D'Introna di Biella; le due amiche siciliane Maria Grazia Trecanico e Lucia Virzì, e Giuseppe Girolamo, un musicista 30enne di Alberobello.
Per quanto riguarda le altre nazionalità, i tedeschi sono: Bauer Elisabeth (femmina), Ganz Christina Mathi (f), Ganz Norbert Josef (maschio), Goergens Gertrud (f), Grube Gabriele (f), Hoer Egon (m), Neth Margarethe (f), Schall Inge (f), Stumpf Siglinde (f), Werp Brunhild (f), Werp Josef (m), Galle Horst (m), Schroeter Margrit (f).
I francesi: Blemand Michael (m), Gannard Jeanne (f), Gregoire Pierre (m), Litzler Mylene (f). Ungheria: Feher Sandor (m), membro equipaggio. Gli indiani: Rebello Russel Terence (m), membro dell'equipaggio. I peruviani: Soriamolina Erika Fani (f), membro dell'equipaggio. Gli statunitensi: Heil Barbara (f), Heil Gerald (m).

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Corriere.it, ANSA, Repubblica.it]

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18 gennaio 2012
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