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Palermo a rischio epidemia

L'allarme dell'assessore regionale per la Salute: "L'emergenza rifiuti può rivelarsi estremamente pericolosa per la salute pubblica"

03 aprile 2012

Anche la scorsa notte sono stati decine gli interventi dei Vigili del fuoco a Palermo per spegnere i roghi di cumuli di spazzatura incendiati dai cittadini disperati per le tonnellate di rifiuti che hanno sommerso il capoluogo siciliano a causa dello sciopero dei netturbini dell'altra settimana. I pompieri sono intervenuti in varie zone della città. Appiccato il fuoco sia a cassonetti ma soprattutto alle minidiscariche di spazzatura che si sono accumulate nei giorni. Nonostante l'aumento dei turni di raccolta da parte dell'Amia, sono ancora parecchie le situazioni d'emergenza.
Proprio ieri la Procura di Palermo ha iscritto nel registro degli indagati oltre cento dipendenti Amia, l'azienda che gestisce la raccolta rifiuti, che due settimane fa avevano impedito l'uscita dei mezzi per la raccolta. I magistrati gli contestano l'interruzione di pubblico servizio.
A identificare i dipendenti dell'Amia e dell'Amia Essemme è stata la Digos intervenuta durante i picchettaggi che hanno impedito agli automezzi di uscire dal deposito di Brancaccio. La Procura indaga anche per violenza privata e frode in pubbliche forniture e sta valutando eventuali danni alla salute dopo le denunce di malori presentate da alcuni cittadini.

E proprio sul possibile pericolo che la disastrosa situazione potrebbe cagionare sulla salute pubblica, è intervenuto l'assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, che ha inviato una lettera al prefetto Luisa Latella, commissario straordinario del Comune di Palermo. "L'emergenza rifiuti di Palermo può rivelarsi estremamente pericolosa per la salute pubblica, con il rischio di epidemie", ha scritto Russo che ha già contattato anche gli uffici dell'Asp di Palermo, invitandoli "alla massima sorveglianza della situazione". "Il pericolo di epidemie - dice l'assessore - è causato della putrefazione dei rifiuti e della consequenziale proliferazione di topi". E la situazione, come sottolineano i responsabili del servizio dell'assessorato, è "resa ancor più critica a causa delle elevate temperature di questo periodo". Nella lettera, l'assessore aggiunge che "i numerosi incendi di rifiuti e cassonetti registrati negli ultimi giorni sono causa di inquinamento ambientale e atmosferico poiché generano l'emissione di sostanze nocive come la diossina, che possono determinare conseguenze per i cittadini anche attraverso l'assunzione di alimenti contaminati".

Ieri mattina sono stati rimossi i rifiuti davanti alla scuola "La Masa" (circa 500 alunni tra materna ed elementare), nella zona del porto, ma molti genitori, per protesta, non hanno fatto entrare i figli, soprattutto i bambini della materna che usano le aule al pianterreno. I dipendenti della scuola hanno pulito strada e marciapiede con candeggina e disinfettanti.
L'Amia ha finora raccolto 1.200 tonnellate dei rifiuti che si sono accumulati in città la scorsa settimana. È la stima del direttore generale dell'azienda, Nicolò Gervasi. I rifiuti extra dovuti al blocco della raccolta erano stati valutati in oltre 2.500 tonnellate. Le zone dove l'emergenza è più rilevante sono nell'area ovest della città, dove stanno operando pale meccaniche.
"Ripuliremo tutto entro sabato", ha annunciato Paolo Lupi, uno dei commissari Amia. Il paradosso è che per fare in tempo, l'azienda che ha azzerato gli straordinari per ridurre le perdite, adesso è costretta a pagare gli extra ai dipendenti: "Ma di straordinario autorizzeremo solo il minimo indispensabile", ha detto Lupi. Nonostante la raccolta si sia praticamente fermata,
gli operai, anche quelli che si sono fermati rischiano così di ritrovarsi con una busta paga più pesante. Due giorni fa, domenica, hanno lavorato in turno domenicale, un festivo, 300 persone in più.
L'azienda non ha ancora stabilito se decurterà dalle retribuzioni i soldi per le giornate nelle quali non si è lavorato: "Ce ne occuperemo - ha aggiunto - tra una quindicina di giorni, quando dovremo pensare ai pagamenti degli stipendi. Al momento la priorità è ripulire le strade". Insomma, la sanzione è incerta, lo straordinario no.

L'emergenza rifiuti rischia di pesare pesantemente sul turismo in arrivo in Sicilia con un -20%. L'allarme arriva da Assoturismo-Confesercenti Sicilia. "La verità è che Palermo è in questa situazione da mesi - avverte il presidente di Assoturismo Sicilia, Andrea Corso - ma finora si è celata artatamente questa situazione, magari trovando qualche discarica provvisoria. Ora che siamo sotto elezioni il problema è scoppiato, ma situazione è fuori controllo già da tempo". Il tour dei turisti, che in Sicilia prevede generalmente due notti a Siracusa, 1 ad Agrigento, 1 a Taormina e due notti a Palermo, vedrà, secondo Assoturismo, quantomeno un accorciamento del numero delle giornate di permanenza. E dire che tutte le statistiche, finora, davano Palermo come una delle mete più gettonate in vista della ormai imminente Pasqua.
L'allarme rifiuti viene lanciato anche dal presidente e dal direttore della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione. "Non solo Palermo è invasa dai rifiuti, ma anche nelle strade interne, quelle che portano alle aziende agricole o agli agriturismi ci sono tonnellate di rifiuti che fanno scappare i turisti". "Si tratta di vere e proprie discariche che aumentano ogni giorno di più - aggiungono i vertici Coldiretti -. Una situazione vergognosa che sta provocando danni enormi agli agriturismi che ogni giorno ricevono disdette dai turisti. È certo che non possono essere biasimati. Alla vigilia delle vacanze di Pasqua, gli agriturismi siciliani confidano proprio nell'aumento di ospitalità e invece si ritrovano a combattere con una burocrazia infinita per la rimozione dei rifiuti". "Facciamo un appello affinchè si ritorni alla normalità - concludono Chiarelli e Campione - perchè siamo di fronte ad un ulteriore gravissimo attacco all'agricoltura siciliana a cui certo non mancava la 'calamità della spazzatura'".

Un'altra storia di munnizza... - La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio di 12 persone, tra le quali l'ex sindaco Diego Cammarata, accusate a vario titolo di disastro doloso, abuso d'ufficio, inquinamento delle acque e del sottosuolo, gestione abusiva di discarica e abbandono dei rifiuti speciali. Oltre a Cammarata il processo è stato chiesto per l'ex liquidatore dell'Amia, l'ex municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti e la discarica di Bellolampo, Gaetano Lo Cicero, l'ex presidente del consiglio di amministrazione della società Vincenzo Galioto, gli ex direttori generali Orazio Colimberti, Nicolò Gervasi, Pasquale Fradella, gli ex direttori del Dipartimento Impianti Giovanni Gucciardo, Antonino Putrone, Fabrizio Leone e Aldo Serraino e i funzionari Luigi Graffagnino e Mario Palazzo.
A Cammarata e Lo Cicero viene contestata anche l'accusa di abuso d'ufficio, perchè secondo i pm avrebbero rimosso illegittimamente il direttore di Bellolampo, Giovanni Guicciardi, contrario alla loro gestione della discarica.
Per Gucciardi e Marcello Caruso, anche lui ex direttore della discarica, finiti inizilamente sotto inchiesta, è stata chiesta l'archiviazione.
Al centro dell'indagine, la formazione dell'enorme lago di percolato, il liquido rilasciato dai rifiuti altamente inquinante, che si è formato nell'impianto di smaltimento palermitano di Bellolampo. Dalle analisi chimiche è emerso che il percolato si è infiltrato nelle falde acquifere e in quattro pozzi privati della zona in cui vennero trovate tracce di solfiti, nitrati e metalli. Il liquame, inoltre, sarebbe tracimato a valle, finendo per inquinare il torrente Celona che alimenta il canale Passo di Rigano, le cui acque finiscono nel mare dell'Acquasanta.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it, GdS.it, Repubblica/Palermo.it]

 

 

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03 aprile 2012
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