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Palermo come Napoli?

Il problema dei rifiuti nel Capoluogo siciliano diventerà ''emergenza munniza''?

13 giugno 2008

Se la situazione dei rifiuti a Palermo non verrà presto risolta, il presidente del Consiglio si sentirà obbligato a scendere ogni settimana nel Capoluogo siciliano, così come nelle ultime settimane si è recato puntualmente in quello Campano.
Sì, perché la giusta risoluzione della situazione 'munnizza' (in Sicilia la si chiama così) sembra non si sia ancora trovata, e le montagne di spazzatura negli angoli delle strade, nei bordi delle piazze, vanno lievitando quotidianamente, mentre le notti vengono rischiarate (e impozzolentite) dai fuochi appiccati ai cassonetti.
Quella che sta sembrando sempre di più l'anticamera di una "EMERGENZA RIFIUTI" è stata causata dallo sciopero degli straordinari dei netturbini, previsto da una vertenza nazionale e a cui hanno aderito i lavoratori dell'Amia. Protesta che dovrebbe finire oggi, venerdì 13 giugno.
"Siamo preoccupati per la situazione che si sta verificando a Palermo, simile in modo inquietante con quella di Napoli. E' chiaro che non vogliamo arrivare ad una emergenza minimamente paragonabile a quella che si vive oggi in Campania". Queste appena lette sono le parole che il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, ha detto in un'intervista al Tg1, e nella quale ha reso noto di avere avviato un'inchiesta. "Vorremmo chiarire, in modo idoneo, come sia possibile - ha spiegato Messineo - che sottraendo soltanto i tempi di lavoro degli straordinari (perché il personale si rifiuta di compiere lavoro straordinario) la situazione possa degenerare in questo modo così imponente".
Intanto ieri il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, ha chiesto al comandante della Polizia municipale, Nunzio Purpura, un maggiore controllo sul rispetto degli orari dei conferimento dei rifiuti solidi urbani previsto dalla relativa ordinanza, allo scopo di ridurre i disagi determinati dal blocco del lavoro straordinario. Nello stesso tempo il sindaco Cammarata ha chiesto all'Amia una dettagliata relazione per conoscere quali siano i provvedimenti che l'azienda sta mettendo in atto per riportare la raccolta dei rifiuti ad una situazione di normalità e quali provvedimenti l'Amia intenda adottare per evitare che analoghe agitazioni possano determinare ulteriori disagi.

Emergenza rifiuti, città sommersa
AMIA ALLA RESA DEI CONTI
di Sara Scarafia (la Repubblica/Palermo, 11 giugno 2008)

L'immondizia ha invaso la città. Dal centro alla periferia lo scenario è lo stesso: cassonetti stracolmi e maleodoranti, rifiuti sparsi sulle strade, residenti infuriati.
L'Amia, la società comunale che si occupa della raccolta della spazzatura, deve fare i conti con lo sciopero degli straordinari indetto dai sindacati a livello nazionale, un'agitazione che a Palermo ha portato a conseguenze disastrose. La protesta dei netturbini che incrociano le braccia durante i turni extra, infatti, si somma alle carenze nel parco mezzi della società, che ha autocompattatori vecchi e malfunzionanti. I lavoratori torneranno a garantire il servizio straordinario solo a partire da venerdì. Sono bastati pochi giorni di agitazione per trasformare la città in una discarica a cielo aperto. E' l'ennesimo intoppo nella raccolta dei rifiuti, dopo l'agitazione delle imprese che si occupano della manutenzione dei mezzi, rimaste ferme perché l'Amia non riesce a pagare con regolarità le rate del debito che ha maturato nei loro confronti. Anche dietro lo sciopero degli straordinari, del resto, c'è la crisi finanziaria della società comunale che perde, come ha certificato la Corte dei conti, 3,6 milioni di euro al mese. I sindacati hanno chiesto al Comune di aggiornare il contratto di servizio con l'Amia, fermo a 97 milioni, aumentandolo di 40 milioni. Ma Palazzo delle Aquile ne ha a disposizione solo 20. Così il direttore generale Gaetano Lo Cicero ha chiesto all'azienda ex municipalizzata di recuperare la restante parte tagliando le voci di bilancio dove è possibile.

Martedì pomeriggio i sindacalisti dell'Amia si sono incontrati per fare il punto della situazione. "La legge 146 ci impone di fermare lo stato di agitazione tre giorni prima delle elezioni - dice Dionisio Giordano, della Filt Cisl - quindi venerdì torneremo alla normalità. In attesa però di essere convocati dai vertici della società, che dovranno spiegarci come e dove intendono fare economie per trovare i venti milioni necessari ad aggiornare il contratto di servizio".
"Aspettiamo di vedere quali voci di bilancio l'Amia punta a tagliare - aggiunge Giovanni Acquaviva, delegato della Uil - di certo dovrà presentarci un piano convincente. Chiediamo che venga assicurato l'aumento del contratto di servizio. Vogliamo anche sapere come la società e il Comune intendono tutelare i lavoratori dopo il decreto regionale sull'Ato, che impone all'Amia di partecipare a una gara. Entro mercoledì prossimo l'azienda ci deve convocare. Poi incontreremo di nuovo i vertici di Palazzo delle Aquile insieme con un rappresentante del prefetto".

La città intanto boccheggia tra i rifiuti. Cassonetti stracolmi e sacchi dell'immondizia sui marciapiedi hanno fatto la loro comparsa anche in centro, da via Petrarca a via Dante, dai Quattro Canti al Teatro Massimo. Nei giorni scorsi gli autocompattatori hanno cercato di ripulire la zona "bene". Ma per un cassonetto che viene svuotato, altri dieci rimangono pieni. "Non riusciamo a smaltire tutto l'arretrato senza fare ricorso agli straordinari - spiega l'azienda - Le tonnellate di rifiuti che si sono accumulate tra sabato e domenica, infatti, non possono essere raccolte se non facendo turni extra. Così quando i mezzi si concentrano in una zona, altre rimangono scoperte".
La situazione più drammatica è, come sempre, in periferia. "Abbiamo mandato alcune squadre tra Borgo Nuovo e Bonagia - dice ancora l'Amia - cerchiamo ogni giorno di coprire un quartiere periferico". Il rischio è quello di un allarme igienico-sanitario: i cassonetti già maleodoranti diventerebbero un ricettacolo di infezioni se solo le temperature aumentassero ancora. [Foto di Franco Lannino]

 

 

 

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13 giugno 2008
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