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Palermo ha il suo registro delle coppie di fatto

Approvata dal Consiglio comunale del capoluogo, la mozione presentata da un gruppo trasversale. 19 i voti favorevoli e 3 i contrari

09 novembre 2011

Il Consiglio comunale di Palermo ha approvato (19 sì e 3 no) la mozione sull'istituzione del registro anagrafico delle unioni civili, presentata da un gruppo trasversale di consiglieri. Se dall'opposizione Antonella Monastra (Un'Altra Storia) e Fabrizio Ferrandelli (Idv) hanno esultato per il risultato, il vicepresidente del Consiglio, Sandro Oliveri, ha sottolineato invece il rischio che di questo strumento si potrebbe abusare "utilizzandolo per eludere le attuali leggi sul matrimonio e sul divorzio".
Il Pid, ha spiegato il capogruppo Doriana Ribaudo, ha votato contro la mozione per due motivi: "perché la mozione, seppur in alcune parti condivisibile, non corrispondeva al nostro modello di società; perché gli enti locali non hanno nessuna competenza sulla regolamentazione delle unioni di fatto, così come le Regioni".
Di "schiacciante maggioranza" ha parlato Antonella Monastra, sottolineando che "la mozione apre anche alle convivenze basate su vincoli affettivi fra persone dello stesso sesso: finalmente una vittoria di civiltà e democrazia per Palermo". Per Ferrandelli, "é un primo gesto di civiltà verso una battaglia che renderà felici le molte famiglie fino ad oggi mortificate dalla miopia delle leggi".

Questo, infine, il commento dell'Arcigay di Palermo: "Il consiglio comunale di Palermo, con una maggioranza schiacciante, ha approvato la mozione trasversale rispetto agli schieramenti, che istituisce il registro delle unioni civili, certificando le 'convivenze basate su vincoli affettivi che si protraggono da almeno un anno presso l’ufficio comunale competente, senza discriminazioni di razza, etnia, sesso, genere, handicap ed orientamento sessuale' ed invita il sindaco ad attivarsi per la discussione e la votazione del ddl regionale in materia. Si tratta di un passo importante, del riconoscimento del fatto che in città esiste una minoranza numerosa che non resta in silenzio, che reclama attenzione e diritti. 8 anni fa una mozione molto simile è stata respinta; ma oggi, anche grazie a due pride che hanno visto una grandiosa partecipazione, il clima in città e nel Consiglio comunale è molto diverso. Quello che ci auguriamo, però, è che questo sia solo un primo passo verso una reale parità di dignità e diritti. La semplice istituzione del registro delle unioni civili, infatti, non è sufficiente, perché non cambia in alcun modo la vita quotidiana delle persone trans, lesbiche, gay e bisessuali della città. Per garantire un cambiamento profondo occorre che associazioni e istituzioni lavorino insieme in maniera più stretta di quanto non abbiano fatto fino ad oggi. Serve un centro di accoglienza per le persone trans, che spesso vengono cacciate da casa e si trovano senza mezzi per strada; servono percorsi contro le discriminazioni e il bullismo; servono percorsi di integrazione; servono, lo ribadiamo con forza, pari diritti e opportunità per tutti, indipendentemente da genere e orientamento sessuale".

 

 

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09 novembre 2011
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