Palle in mano...

Ieri sera il programma di Michele Santoro, Annozero, ha nuovamente affrontato il tema dei presunti collegamenti esistenti tra mafia e frange deviate dello Stato. In studio Massimo Ciancimino, figlio di Don Vito, l'ex sindaco di Palermo, arrestato per mafia e successivamente morto - secondo i figli, Massimo e Giovanni - in circostanze a dir poco strane.
Nella puntata, tra le tante cose, si è parlato del fallito attentato dell'Addaura nei confronti di Giovanni Falcone, della grande entità "istituzionale" che ha utilizzato la criminalità organizzata per fini prettamente politici, del "signor Franco o Carlo" alias "faccia da mostro", importante elemento dei servizi segreti e manovratore dei rapporti tra lo Stato e l'antiStato e del Berlusconi "vittima" di Cosa nostra (LEGGI).

Inoltre, Massimo Ciancimino ha anche annunciato di essere in possesso di un telefonino - che nei prossimi giorni consegnerà ai magistrati di Palermo - contenente i numeri degli uomini dei servizi contattati da suo padre Vito durante la cosiddetta "trattativa" nel periodo delle stragi di mafia del '92. Ciancimino ha tenuto a precisare che tra questi numeri ci sarebbe anche quello del "signor Franco". I numeri di telefono erano stati sequestrati già cinque anni fa ma erano successivamente spariti.
Parlando sempre dell'uomo dei servizi che faceva da contatto tra lo Stato e suo padre, Ciancimino ha detto che esiste una foto del "signor Franco" con un importante politico di oggi. "C'é - ha spiegato - una foto dell'uomo dei servizi segreti con un politico importante ancora oggi". Un uomo della prima o seconda Repubblica? Gli è stato chiesto da Marco Travaglio. "Perché c'é una diferenza tra la prima e la seconda Repubblica?", Ha risposto il figlio dell'ex sindaco di Palermo, che ha detto ancora che questa foto è stata pubblicata su una rivista 'free'. Ciancimino non ha voluto aggiungere altro dicendo che della questione si sta interessando la magistratura.

Per quanto riguarda il "Berlusconi vittima della mafia", dopo che Santoro ha ricordato quanto detto dall'euorparlamentare dell'Idv Pino Arlacchi sull'inattendibilità di Ciancimino jr (LEGGI), il figlio di don Vito ha detto: "Non dobbiamo dire che Berlusconi è mafioso. Semmai che c'è qualcuno che ha in mano le palle di Berlusconi. Questo è Dell'Utri". "Ricordo un colloquio. Era il '98 e c'era Bossi che accusava Berlusconi di essere uno che riciclava soldi della mafia. Mio padre Vito, spiegò la situazione. Berlusconi non era mafioso. C'era qualcuno attorno a lui che puntava a condizionarlo: questo era Dell'Utri".
Poco prima, Ciancimino jr lo aveva ribadito ai microfoni di CNRmedia: "Come non sarà mai nessun magistrato a farmi dire che Berlusconi è mafioso, nessun giornalista o Gasparri o Cicchitto mi farà dire che Dell'Utri è al di fuori di quegli ambienti [...] Uno dei commenti che faceva mio padre era che non si capisce come un imprenditore milanese debba ricorrere ad uno stalliere senza neanche avere i cavalli, come Mangano. Ovviamente prima gli facevano le cose e poi volevano essere la cura. Questo atteggiamento era tipico di questa vecchia mafia corleonese: creare il problema per risolverlo e diventare amico esclusivo". Poi ha aggiunto: "Fare il finto attentato al contadino, fargli ammazzare le pecore per poi dire ti risolvo io il problema, diventare elemento indispensabile. Quello che secondo mio padre ha fatto Dell'Utri in tutta la sua vita con Berlusconi: faceva fare gli attentati alla Standa perché poi sapeva a chi rivolgersi, il finto rapimento del figlio che poi risolveva lui: 'ti mando lo stalliere'. Per mio padre Berlusconi è una vittima della mafia, forse il più grosso imprenditore che è stato sempre sotto scacco e sotto ricatto della mafia".