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Panico sismico a Palermo e provincia

Sabato scorso registrate quattro scosse nel Tirreno meridionale: la prima di magnitudo 4.2 alle 21.34 è stata avvertita distintamente dalla popolazione

27 febbraio 2012

Sono state quattro le scosse di terremoto registrate a Palermo nella notte tra sabato e domencia. Tutte hanno avuto epicentro nel Tirreno meridionale, tra la costa del capoluogo siciliano e l'isola di Ustica.
Il primo sisma di magnitudo 4,2 è stato distintamente avvertito dalla popolazione alle 21.34. Numerose le chiamate ai vigili del fuoco da parte di cittadini impauriti che sono scesi in strada.
La seconda scossa è stata registrata, secondo quanto rende noto l'Ingv, alle 21.48 ed è stata di magnitudo 2.0. Quest'ultimo sisma è stato localizzato a circa 51 km di profondità.
Qualche ora dopo, tra le 23.39 e le 00.31, altri due eventi di magnitudo 2.3 e 2.0: il primo si è verificato a 9.1 km di profondità, il secondo a 10.4 km.

Geologia, ipotesi e quelle similitudini con l'Oceano indiano - Tanta paura, manifestazioni di panico e centralini in tilt. Ma il terremoto che ha scosso sabato la Sicilia occidentale, non è, certo, un evento nuovo. La zona ha subito movimenti che hanno raggiunto anche picchi di magnitudo superiori a 5. La scossa più forte di ieri, nel Tirreno meridionale, ad est dell'isola di Ustica, ha avuto profondità intorno ai 40 chilometri.
Mediterraneo come l'Oceano Indiano. "Per il rischio tsunami, il Mediterraneo è identico all'Oceano Indiano. Ha lo stesso tipo di sismicità e i fondali ugualmente profondi, le due caratteristiche da cui dipendono i maremoti". Lo rivela il mensile di scienza "Newton" nel numero di Febbraio 2006 che contiene un dossier di 50 pagine sullo tsunami; secondo il periodico, nel nostro mare anche un terremoto di intensità inferiore a quello di Sumatra può formare onde di 10 metri,che in pochi minuti raggiungerebbero le coste. Secondo il parere di Stefano Tinti, intervistato dal mensile Newton, professore di Geofisica dell'Università di Bologna, "la dinamica di uno tsunami dipende dalla profondità del mare nel punto in cui si sviluppa, e in alcune zone il Mediterraneo è profondo 3000-4000 metri, proprio come l'Oceano al largo delle coste di Sumatra". "La zona più pericolosa del Mediterraneo - prosegue Tinti, secondo quanto anticipato da Newton - è a sud di Creta. E' un'area di subduzione, dove i margini di due placche si incontrano e si sovrappongono, la stessa situazione che ha dato origine al maremoto di Sumatra. In passato, questa zona è stata teatro di terremoti di intensità fino a magnitudo 8".

Geologia del Mar Tirreno. Lo Schema Tettonico dell'Area Mediterranea evidenzia come il Mar Tirreno sia delimitato ad ovest dalla microzolla sardo-corsa, ad est dall'edificio appenninico. A Sud è delimitato dalle propaggini occidentali della Catena Magrebide (nord Africa) che si estende in mare a sud della Sardegna e prosegue in Sicilia. La Catena Magrebide viene interrotta in sicilia dalla Linea di Taormina, anch'essa trascorrente destra a nord-est della quale si trovano i terreni dell'Arco Calabro-Peloritano che si saldano lungo la linea di Sangineto all'Appennino meridionale lucano. La prosecuzione della Catena Magrebide si ritrova nel mar Ionio al fronte dell'Arco Calabro-Peloritano e più a nord si salda con la catena appenninica, Il limite nord dell'Arco Calabro-Peloritano è rappresentato dalla linea di Palinuro, importante trascorrente sinistra che dal Mar Tirreno prosegue verso est ed in Calabria prende il nome di Linea Cetraro-Rossano o linea di Sangineto. Il Mar Tirreno si è formato dopo la rotazione della Microzolla Sardo-Corsa e l'apertura ad ovest di essa del Bacino Balearico; quest'ultimo è delimitato a sud-ovest dalla importante discontinuità tettonica denominata Faglia Nord-Balearica.

[Informazioni tratte da ANSA, SiciliaInformazioni.com]

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27 febbraio 2012
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