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Parentopoli Siciliana

Sorelle, fratelli, cugini, nipoti... Ma Lombardo non doveva stravolgere (in meglio) la Regione siciliana?

24 settembre 2008

Il "caso" di Giuliana Ilarda, figlia dell'assessore (sceriffo) regionale al Personale, Giovanni Ilarda, quello che, per intenderci, aveva dichiarato guerra ai dipendenti assenteisti, fannulloni e disonesti, si è per così dire chiuso. La giovane donna, assunta per chiamata diretta come dirigente, con contratto quinquiennale presso l'ufficio di gabinetto dell'assessorato regionale ai Beni culturali, dove già prestano servizio 379 dirigenti, si è già dimessa onde evitare ulteriori strumetalizzazioni. Il papà di Giuliana, che ha condiviso la scelta della figlia, ha però voluto precisare: "Mia figlia, che si è laureata in discipline artistiche con 110 e lode, parla correntemente due lingue straniere ed è un'esperta d'informatica, ha messo a disposizione le sue professionalità per un periodo di tempo limitato proprio nel settore di diretto riferimento, quello dei beni culturali e non in un altro assessorato. Il tutto come accade anche nelle altre regioni e nello Stato, soltanto e sempre nel più rigoroso rispetto delle norme di legge". (Leggi, "Al 'Brunetta di Sicilia' questa non si perdona" - Guidasicilia.it, 23/09/08)

Il "caso (chiuso) Ilarda", sembra però aver squarciato il velo di quella che subito è stata quasi obbligatorio chiamare "nuova parentopoli siciliana". I sindacati autonomi, che l'altro ieri hanno denunciato l'assunzione della Ilarda, hanno infatto denunciato altre assunzioni "eccellenti", fatte senza concorso. Tra queste: quella del figlio del sindaco di Palermo Diego Cammarata, entrato qualche mese fa in una società partecipata dalla Regione; quella di Antonella Scoma, sorella di Francesco (altro assessore di Lombardo), nell'ufficio di gabinetto dell'assessore Ilarda; quella di Danila Misuraca, sorella del deputato forzista Dore Misuraca. E ancora, Andrea Mineo, figlio appena ventunenne del consigliere regionale Franco Mineo, che ha ottenuto un incarico da consulente dal vicepresidente della Regione Titti Bufardeci. Mentre Ernesto Davola, già autista del sottosegretario Gianfranco Micciché, ha avuto un posto nel gabinetto dell'assessore al Bilancio Michele Cimimo.
Negli uffici della Regione, seppur con incarichi a tempo determinato, siedono anche politici "trombati" alle ultime regionali: ad esempio gli ex deputati regionali Udc Decio Terrana, anche lui prescelto da Ilarda, e Francesco Regina, finito invece alle dipendenze dell'assessore all'Industria Pippo Gianni.

Col governatore Lombardo continua il "banchetto" di Cuffaro
LA PARENTOPOLI SICILIANA: TRA ASSUNZIONI E GRATIFICHE
di Attilio Bolzoni (Repubblica.it, 24 settembre 2008)

E' anche peggio di quando Totò spartiva il bottino fra i suoi clienti. Duecento euro a chi allevava una capra "girgentana" (agrigentina) e 500 a chi accudiva in giardino un asino pantesco (di Pantelleria), un contributo "per la lotta mondiale contro l'inquinamento" a chi viaggiava in nave, 12 euro per ogni chilo di manna tirata giù dall'albero.
L'ultimo assalto alla Regione è più sfacciato. Ci sono di mezzo i parenti. Tanti. E' così che don Raffaele sta già oscurando la fama del suo predecessore sopraffatto da una velenosa guantiera di cannoli.
E' un arrembaggio. Più fratelli e cugini e più figli. E più nipoti e più compari. Non c'è più soltanto Palermo (dove Cuffaro ha il suo quartiere generale) ma c'è anche Catania (dove il boss dei boss è Lombardo) e - chissà come - in Sicilia ci saranno pure più soldi. Quelle che tecnicamente vengono definite le "risorse della nuova programmazione" sono in sostanza 6 miliardi e mezzo di euro che pioveranno sull'isola da qui alla primavera del 2013.

Alla Regione si preparano a un altro grande banchetto. Con un condottiero che pubblicamente promette rigore e regole ma poi fa sempre finta di niente.
A parole annuncia rivoluzioni nella spaventosa macchina burocratica e intanto lascia i soliti noti ai loro posti, giura di ridurre da 26 a 12 le società regionali e invece non taglia mai nulla, in nome della trasparenza sceglie come assessori due noti magistrati e poi però il suo governo scivola ancora nella vergogna dei familiari più intimi assunti per chiamata diretta. Alla muta muta - zitto zitto come si dice in Sicilia - Raffaele Lombardo è in corsa per battere tutti i record nella Sicilia delle abbuffate.

Nella Regione che per la sua Sanità spende 8,5 miliardi di euro (il 30% in più della Finlandia, ha fatto notare a luglio la Corte dei Conti) tutto è come prima e più sconcio di prima. A pochi mesi dalla sua incoronazione il nuovo governatore sembra stia diventando un altro Cuffaro più smoderato di Cuffaro. Lo scandalo è diventato scandalo con Giuliana, la figlia di Giovanni Ilarda, il giudice che don Raffaele ha messo all'assessorato al Personale. Ma la lista di quei cognomi eccellenti assunti in Regione è infinita. Quelli che hanno una parentela molto stretta e gli altri, cognati, nuore, ex autisti, ex deputati "trombati".
Si comincia con Piero Cammarata, primogenito di Diego, sindaco di Palermo, e si finisce con una Misuraca (parlamentare di Forza Italia) e uno Scoma (assessore di Lombardo), con un Davola (ex autista di Gianfranco Micciché) e con un Mineo (figlio di un deputato regionale). Quasi tutti sono negli staff degli assessori. Come Rosanna Schifani, sorella di Renato, presidente del Senato della Repubblica. Era già dipendente della Regione, assunta per concorso nel '91, poi è stata "chiamata" dall'assessore alla Famiglia Francesco Scoma. O come Viviana Buscaglia, cugina del ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano. La signora, un'"esterna", è nello staff dell'assessore all'Agricoltura Giovanni La Via.

L'elenco di chi si piazza lì dentro con un cognome che conta mese dopo mese è sempre lungo.
Ogni assessore può avere 25 collaboratori fra segreteria particolare e segreteria tecnica, un terzo di loro arriva da fuori l'amministrazione. Così fan tutti. Pagando ciascuno degli 8 prescelti come dirigente 41.807 euro lordi più un'indennità di 7.747 euro e un'altra di 23.500. Come minimo, i fortunati che entrano in uno staff, portano a casa 70 mila euro. Gli uffici di gabinetto si trasformano in vere e proprie segreterie politiche.
Come quella dell'assessore ai Beni Culturali Antonello Antinoro dell'Udc. Ha chiamato vicino a sé: Giovanni Antinoro (non parente) che era l'autista di Cuffaro; Domenico Di Carlo, segretario del braccio destro di Cuffaro, Saverio Romano; Vito Raso, amico di Cuffaro; Gianni Borrelli, ex candidato Udc amico di Cuffaro e dello stesso assessore Antinoro. Lo chiamano staff ma è una tribù. Rispetto a tutti gli altri 21 mila dipendenti regionali quelli degli staff non firmano il cartellino, hanno un rapporto solo con il loro capo - l'assessore - e tanto per gradire per gli interni un'altra indennità annua dai 7 ai 15 mila euro.

E se nei "felicissimi" di Totò Cuffaro sembrava che non ci fossero limiti al limite, l'esordio come governatore di don Raffaele è stato segnato da nuovi aumenti per 72 onorevoli su 90. Il parlamento ha voluto altre tre commissioni, altri "gettoni", altri incarichi e gratifiche da aggiungere ai 19 mila euro lordi di stipendio per ogni parlamentare. Totale delle spese in più per le tre nuove commissioni: 200 mila euro. Nelle stesse settimane del bonus per gli onorevoli, tutti i dirigenti dei vari assessorati sono stati valutati e promossi. Il minimo in "pagella" era un punteggio di 70, tutti sono andati oltre il 90. Dai 3 ai 15 mila euro in più per ogni burocrate.
"Il mio governo è già impegnato a tagliare gli sprechi", aveva solennemente giurato don Raffaele nel giorno del suo insediamento.
Numeri e nomi raccontano come sono andate le cose. A giugno il governatore aveva proclamato che avrebbe finalmente messo mano alle 25 società collegate alla Regione, 3.546 precari poi stabilizzati e in pratica tutti amici di amici, un bel po' di altri parenti di eccellenti siciliani, tutti entrati senza concorso. A luglio e a settembre ha ripetuto il proclama. Le 25 società sono sempre lì, una dependance della Regione Sicilia che conta quasi gli stessi impiegati che ha la Regione Lombardia.
Sulla carta si occupano di tutto. Trasporti. Informatizzazione. Patrimonio artistico. Qualche mese fa una società ha pubblicato un avviso per comunicare l'assunzione da parte di un'altra società di 38 ingegneri. Il nome dell'altra società è stato tenuto segreto "per motivi di privacy". Poi si è scoperto che era la Sicilia e-innovazione, una struttura che gestisce almeno 300 milioni di fondi europei e statali. Ma Lombardo non prende decisioni. Parla, parla ma non si mette mai contro nessuno. Immobile come una statua, assiste alle scorrerie nel gorgo di Palermo.

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24 settembre 2008
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