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Passione e Sacrificio in Abruzzo

Sarà una lunghissima settimana di passione per l'Abruzzo, terra che continua a scuotersi senza... pietà

07 aprile 2009

Con chi te la prendi quando accade qualcosa del genere? Urli disperato chiedendo giustizia, ma chi può ripristinare il significato di Giustizia? Chi può essere punito per quanto accaduto? Puoi solo guardare in alto, nel cielo, e digrignare i denti per la rabbia, stringere i pugni con tutta la tua forza, imprecare e bestemmiare e poi rimanere muto, svuotato nell'anima. Puoi decidere di piangere all'infinito fino a che l'ultima lacrima venga spremuta dal corpo. Puoi decidere di chiuderti a riccio, anche per sempre, e diventare una delle macerie che hanno gridato rumorose solo nel momento dell'impatto col terreno, dopo che quell'ultima scossa, arrivata roboante dal ventre della terra, ha deciso di scompaginare la vita degli uomini senza pensiero o coscienza, seguendo solo la propria natura.
La verità è che non puoi fare nulla. Piangerai per la tua casa distrutta. Piangerai per i tuoi cari che le macerie hanno maciullato. Piangerai per una vita finita in una manciota di secondi. E avrai paura. Tanta. Tantissima...

Sono duecentoundici i morti accertati nel terremoto che ha devastato l'Abruzzo la notte tra domenica e lunedì (LEGGI). Diciasette vittime non sono state ancora identificate. I dispersi sono 11 e circa 1000 i feriti di cui un centinaio gravi. Gli sfollati sono complessivamente 17.000, di cui 10.000 a L'Aquila e 7.120 nella provincia. Questi sono gli ultimi numeri diffusi dalla Protezione civile. Purtroppo tutti sappiamo che questi numeri potranno diventare più grandi.
"Stiamo dando assistenza ad almeno 20-25 mila persone", ha riferito ieri sera Bernardo De Bernardinis, vicecapo dipartimento operativo della Protezione civile. Ma "è difficile fare una stima del totale degli sfollati. C'è bisogno di almeno 48-72 ore, anche per le verifiche relative all'agibilità". Tuttavia, la stima dei 50.000 sfollati, secondo De Bernardinis, "potrebbe essere realistica". Quanto alla situazione relativa all'energia, al gas e alla luce, "c'è stata una sorpresa positiva, in quanto i distacchi di energia sono scesi a circa 4.000 dai 20.000 iniziali".
I Vigili del fuoco, i poliziotti, gli operatori della Protezione civile e del Corpo forestale dello Stato, gli uomini del soccorso alpino, gli operatori della Croce Rossa e i volontari si alternano in cima ai cumuli di macerie nel tentativo di strappare qualche superstite alla furia del sisma. Per gli uomini dei soccorsi, è una corsa contro il tempo: con il passare delle ore si affievolisce infatti la speranza di trovare qualcuno ancora in vita sotto le macerie. Fino ad ora oltre 100 persone sono state estratte vive dalle macerie. Così si è scavato per tutta la notte sia all'Aquila che nei comuni limitrofi, alla luce delle fotoelettriche.

Dal quartier generale della Protezione civile, hanno fatto sapere che attualmente sono 5.100 le persone impegnate nell'ambito del sistema nazionale di soccorso e assistenza alla popolazione nazionale. Si aggiungono oltre 1.300 militari (300 dei quali di supporto non sul campo, come a esempio quelli addetti alle rilevazioni meteo).
Le operazioni di soccorso non sono mai state interrotte nonostante le decine di scosse che si sono succedute nel corso della notte, la più violenta della quali alle 1.15 con una magnitudo di 4.8.
E stanotte in Abruzzo è anche piovuto ed è caduta la grandine. Ma che hanno fatto gli abruzzesi a Madre Natura?

Si è scavato tutta la notte anche a Onna, paesino alle porte dell'Aquila, uno dei più colpiti dal terremoto, tanto da poter dire che Onna non esiste più. Due corpi sono stati estratti dalle macerie dai vigili del fuoco, nelle prime ore della mattina. Salgono così a 39 le vittime nel paese che conta, o contava, circa 250 abitanti. Il bilancio dovrebbe fermarsi qua. Altre due persone che ieri sera risultavano disperse, avevano infatti lasciato il paese senza che gli altri abitanti lo sapessero. In mattinata i vigili del fuoco faranno una nuova ricerca, seguendo anche i consigli della gente del luogo, per cercare di capire se ci sono altre persone sotto le macerie, ma l'ipotesi pare poco probabile. Una volta terminata questa fase ci sarà da capire l'entità dei danni alle strutture. Secondo le prime stime sommarie praticamente la totalità delle case è inagibile: il 60-70% sono completamente crollate. Le altre hanno comunque profonde lesioni.
Nel complesso, oltre a Onna, sono 22 le località colpite dal sisma: Colle di Roio, Roio Piano, Poggio di Roio, Tornimparte, Casamaina, Bagno, Ripa San Benedetto, Civita di Bagno, Cavalletto, San Felice d'Ocre, Monticchio, Bazzano, Tempera, Camarda, Paganica, San Gregorio, San Panfilo d'Ocre, San Martino, Poggio Picenza, Sant'Eusanio Forconese, San Demetrio ne' Vestini, Ripa.

Nelle prime ore di ieri mattina il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha firmato un decreto per dichiarare lo stato di emergenza, approvato in serata dal Cdm. Durante la riunione di governo è stato stabilito lo stanziamento immediato di 30 milioni di euro e proclamato un giorno di lutto nazionale. "Nessuno sarà lasciato solo" ha più volte scandito Silvio Berlusconi. "I senza casa sono diverse migliaia. C'è un numero record di soccorritori. E' ora di reagire senza polemiche", ha aggiunto il premier che ha avvertito: "Nessuno può dire che non ci saranno altre scosse nelle prossime ore o nei prossimi giorni. Credo che adesso sia il momento di non dare luogo a nessuna discussione, bisogna reagire con i fatti, con l'azione - ha insistito il capo del governo - e poi quando avremo sistemato tutte le cose si potrà anche cominciare a discutere sulla prevedibilità o meno di questo terremoto".
"Di fronte a questo dramma ogni polemica va accantonata", ha sottolineato il leader del Pd Dario Franceschini, che ieri ha telefonato a Berlusconi per augurargli buon lavoro e dare la disponibilità del Partito democratico ad offrire le proprie strutture per l'emergenza terremoto.
A quanto si è appreso in ambienti di palazzo Madama, il presidente del Senato Renato Schifani, nel Consiglio di Presidenza convocato per oggi pomeriggio, proporrà una sottoscrizione a favore delle vittime del terremoto che ha colpito l'Abruzzo, da parte della presidenza, dell'amministrazione, dei dipendenti e dei singoli senatori.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è detto profondamente colpito dalle tragiche notizie. "Alle persone terribilmente colpite nei loro cari, nelle loro case e nei loro luoghi di vita quotidiana dalla furia devastante del terremoto che si è abbattuto sulla città e sui dintorni de L'Aquila - ha dichiarato Napolitano - desidero dire semplicemente: tutti gli italiani, ed io con loro, vi sono vicini nel vostro dolore, condividono la vostra angoscia". Partecipazione al dolore delle popolazioni è stato espresso anche da papa Benedetto XVI.

"Si sentono voci, urla, lamenti" - "E' stata una cosa mai vista e sentita... L'atmosfera è spettrale". E' il racconto della tragica nottata di alcuni abitanti de L'Aquila. "E' un'atmosfera spettrale quella che avvolge l'Aquila questa mattina - ha raccontato il direttore de 'Il Centro' Luigi Vicinanza sul sito del quotidiano - La città è sommersa di macerie, è completamente sommersa di polvere provocata dai calcinacci e dai troppi crolli che l'hanno devastata. Si sentono voci, urla, lamenti, si scava ancora, in alcuni casi persino con le mani nude, in particolare davanti alla casa dello studente".
"Già alle 11 di ieri sera abbiamo sentito il terremoto - ha racconta ieri una donna ai microfoni del Gr1 -. Ci siamo messi in allarme. All'una di notte un'altra scossa e alle 4 meno venti la botta finale. E' stata una cosa fortissima, fortissima. Tutte le mura di casa squarciate, tutta la roba per terra... Una cosa mai vista e mai sentita. Certo - ha ricordato ancora la donna - c'erano state delle avvisaglie, insomma per parecchi giorni c'erano state delle scosse ma mai pensavamo ad una cosa così". Anzi, le ha fatto eco un altro sopravvissuto, "eravamo stati quasi rassicurati che non era niente di grave. C'è stata una sottovalutazione - ha accusato - Eravamo quasi abituati alle scosse giornaliere ma preparati a questo no, non lo eravamo".

Molti terremotati hanno reagito alla catastrofe rimboccandosi le maniche. E' la storia di diversi aquilani i quali, nonostante una notte passata all'addiaccio hanno preferito tornare al lavoro e tenere aperti i loro negozi.
Mimmo, proprietario della panetteria della centralissima Piazza Duomo, nonostante i calcinacci e la paura per le continue scosse d'assestamento ha deciso di restare aperto, per fornire il pane gratuitamente. "Ho due forni in città, entrambi stanno lavorando per dare il pane ai miei concittadini. Così sto facendo oggi e così farò anche domani", ha detto Mimmo.
Poco più avanti una farmacia, anche questa piena di calcinacci, duramente colpita dal sisma, è rimasta aperta per fornire medicinale e aiuti di prima necessità ai pochi aquilani rimasti in città.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it]

- La Terra impazzita  e quell'urlo: «Altre bare» di G. A. Stella

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07 aprile 2009
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