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Peacekeeping Italia

E alla fine l'esercito è... sceso in campo, tra calde accoglienze e scettico coinvolgimento

05 agosto 2008

E alla fine l'esercito è arrivato. Un po' qua, un po' la, i militari sono scesi in campo e hanno cominciato a passeggiare per le vie delle città italiane accanto a poliziotti e carabinieri.
L'operazione "Strade sicure", che prevede l'utilizzo di 3.000 soldati nelle città, è scattata ieri mattina.
Mille per la sorveglianza degli "obiettivi sensibili", mille per il controllo dei centri degli immigrati e altrettanti per il pattugliamento in nove città (Roma, Milano, Napoli, Bari, Palermo, Catania, Torino, Verona e Padova)
. Questo l'equipaggiamento: l'uniforme d'ordinanza estiva, composta da pantaloni e camicia a maniche corte, e la pistola. Quelli a presidio degli obiettivi sensibili e dei centri immigrati hanno mimetica e fucile.

A Roma i soldati sono in tutto 400, tra cui 32 donne. Controllano una decina di stazioni della metropolitana, ambasciate e il centro per immigrati di Ponte Galeria.
Soddisfatto il sindaco Gianni Alemanno, che aveva chiesto che i soldati si mantenessero "defilati": "Anche i turisti stranieri non saranno spaventati ma rassicurati dalla presenza dei soldati. Abbiamo garantito che non ci saranno pattugliamenti nelle zone turistiche e nel centro".
A Milano i soldati si sono schierati in dodici punti: nove "posti fissi", mentre tre sono pattuglie a piedi. Oltre ai pattugliamenti, il compito è sorvegliare gli obiettivi sensibili, come il Duomo e i consolati. "Milano ha risposto con applausi, per esempio in via Padova, all'arrivo dei militari, che sono stati accolti a braccia aperte", ha detto il vicesindaco, nonché assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato.
A Torino tocca agli alpini garantire la sicurezza: 150 quelli in forza in città. I servizi di pattugliamento sono iniziati ieri pomeriggio, al Parco Stura, meglio noto come Tossic Park a causa dell'intensa attività di spaccio di droga. Nel giro di poche ore già trenta tossicodipendenti sono stati identificati e uno di loro è stato arrestato. Sembra che le circoscrizioni torinesi non abbiano gradito la discesa dei militari: "Questa non è Kabul".

"Militari, Padova vi ama". Con questo striscione in piazzale Stanga i giovani di An hanno dato il benvenuto ai 45 soldati destinati alla città veneta. Sotto controllo il quartiere di via Anelli, ma anche la zona della stazione, dove sono state effettuate le prime identificazioni di persone trovate a bivaccare.
A Verona sono 75 i soldati assegnati alla città. Come a Roma, anche qui i militari non verranno impiegati nel centro storico, per il momento, ma solo nelle vie adiacenti. "Gli uomini sono stati accolti molto bene dalla popolazione, in molti hanno voluto stringere loro la mano", ha raccontato il tenente colonnello Francesco Corrado.

A Napoli l'unico obiettivo sorvegliato dai soldati è il consolato Usa, mentre i pattugliamenti interessano il centro città e i comuni della cintura urbana. Nel quartiere Vomero i soldati, in pattuglia, saranno affiancati dagli uomini della guardia di finanza; al Molo Beverello, affollato in questi giorni da persone in attesa di imbarcarsi per le isole del Golfo, dai carabinieri mentre in piazza del Plebiscito, in via Cesario Console e in piazza Triste e Trento dagli agenti della polizia di Stato. Complessivamente a Napoli saranno impiegati 179 uomini dell'Esercito.
A Bari 205 gli uomini delle forze armate in servizio: 90 bersaglieri e 115 militari del Battaglione San Marco. Nel mirino, i quartieri più a rischio e le zone turistiche. Trecentodieci i soldati in tutta la Puglia, per sorvegliare anche i centri per immigrati.

In visita a Milano, il ministro della Difesa Ignazio La Russa sul "piano sicurezza" ha detto: "Io e il ministro Maroni - ha sottolineato La Russa - non abbiamo la pretesa che questo provvedimento sia risolutivo dell'attesa di maggiore sicurezza che viene dai cittadini, è però un passo nella direzione giusta". "Chi parla di operazione di facciata - ha aggiunto - non ha visto gli applausi dei cittadini dei quartieri dove ci sono le pattuglie [...] Questi uomini sono in carne ed ossa e non hanno alcuna intenzione di incutere paura a nessun cittadino se non ai malviventi. Chiedete a chi abita nelle zone a rischio, chiedete a chi abita alla stazione Centrale dove sono stati compiuti nove stupri in poche settimane se noi rispondiamo o meno a una richiesta dei cittadini". "Oltre ai delinquenti, agli stupratori, a chi fa furti e rapine, sono contrari alla presenza dei militari per garantire la sicurezza solo i post sessantottini: i figli, non in senso anagrafico, di chi gridava «basco nero il tuo posto è il cimitero», «ps-ss», o quelli che consideravano polizia e carabinieri golpisti", ha detto ancora La Russa.

Invece ha chiaramente parlato di operazione "mediatica" il segretario regionale del sindacato di polizia Siap, Enzo Delle Cave. I militari, sostiene, dovrebbero essere mandati "dove se ne ha più bisogno, ovvero in altre città della Lombardia dove il numero di polizia e carabinieri è ben più esiguo, in rapporto alla popolazione, che a Milano". Sulla stessa lunghezza d'onda i segretari provinciali siciliani dei sindacati di polizia, Alfio Ferrara (Siulp), Giuseppe Coco (Sap), Tommaso Vendemmia (Siap) e Giuseppe Sottile (Coisp). "L'impiego dei militari nel settore sicurezza è dispendioso e inefficace perché, statistiche alle mani, i servizi 'appiedati' da sempre non hanno fornito alcun apporto alla sicurezza dei cittadini [...] Vorremmo capire, operativamente - hanno aggiunto in una nota congiunta i sindacati - come questi servizi possano andare a contrastare il fenomeno della 'criminalità predatoria' che sicuramente non agisce appiedata ma a bordo di veloci e potenti scooter".
I sindacati contestano l'operazione anche sul fronte "della razionalizzazione della spesa pubblica". "Il servizio - hanno osservato - prevede l'invio in missione di militari provenienti da tutta l'Italia, con tutte le implicazioni a livello economico, comprese le spese per la sistemazione logistica e il riconoscimento delle varie indennità. Il tutto va inquadrato in un contesto in cui la polizia è costretta a lavorare senza mezzi, con tagli allo straordinario, in uffici fatiscenti e con la cronica mancanza di turnover di personale divenuta ormai insostenibile". Secondo i sindacati di polizia "i militari, così utilizzati, non aiutano a sopperire tale carenza, anzi creano un ulteriore aggravio alle forze dell'ordine presenti sul territorio". Per Siulp, Sap, Siap e Coisp "l'unico apporto utile che avrebbero potuto fornire i militari sarebbe stato il loro impiego nei servizi di vigilanza agli obiettivi fissi, in maniera tale da poter recuperare la competenza degli uomini delle forze dell'ordine da riassegnare al potenziamento del controllo del territorio"

In Sicilia è il ritorno dei Vespri?
In Sicilia, precisamente a Palermo e Catania, i militari sono arrivati lo stesso giorno in cui nel 1992 iniziò l'operazione "Vespri Siciliani" con l'impiego dell'esercito in funzione antimafia. Uguale a quella operazione però c'è solo la data.  A Palermo è giunto da Trapani il piccolo contingente di 50 soldati del quarto reggimento Bersaglieri destinati a servizi di perlustrazione e pattuglia in affiancamento alle forze dell'ordine nel controllo del territorio, mentre nel capoluogo etneo i militari, in tutto 90, interverranno in tre aree: l'aeroporto per dare sicurezza ai turisti, il centro storico per frenare l'ondata di bullismo che si è registrata nei mesi scorsi e la Playa, il lido dei catanesi. In tutto, dunque, 140 soldati, ai quali se ne aggiungeranno altri 150 successivamente. Il decreto firmato da Maroni e La Russa prevede che i militari restino nelle città per sei mesi al termine dei quali il loro mandato potrà essere rinnovato per un ulteriore semestre.

PALERMO - 50 soldati del Reggimento Bersaglieri provenienti da Trapani, di cui la metà assegnata ai Carabinieri del Comando provinciale di Palermo per costituire "pattuglie miste", 10 al giorno, formate da un Carabiniere, già conoscitore del territorio, e due militari dell'Esercito. Il responsabile del servizio sarà sempre il Carabiniere. I 50 bersaglieri, fra cui 5 donne, hanno un età compresa fra i 20 e i 25 anni. Quarantasette sono siciliani, tre, invece, calabresi.
Il nuovo servizio che sarà effettuato a piedi, permetterà una maggiore visibilità a contatto con il cittadino, andando a integrare il dispositivo di controllo già in atto, come ad esempio il servizio Radiomobile e il Carabiniere di quartiere, che continueranno a svolgere le proprie attività. Nell'ambito di questo nuovo piano di controllo del territorio, sono state individuate delle aree, dove impiegare le pattuglie, soprattutto tra le strette vie del centro storico, dove è impossibile accedere se non a piedi. Queste aree sono state prescelte tra l'altro valutando l'andamento dei reati (borseggi, scippi e rapine), la densità demografica e la presenza di obiettivi di rilievo. I militari avranno la qualifica di un agente di pubblica sicurezza, e quindi funzioni e poteri, potranno fermare, identificare persone e mezzi nel caso di sospetto di comportamenti che possono mettere in pericolo l'incolumità di persone o la sicurezza dei luoghi vigilati. I loro compiti saranno anche quelli di assistere i cittadini e prevenire reati contro il patrimonio. Nel capoluogo siciliano l'esercito non avrà il compito di sorvegliare i cosiddetti obiettivi sensibili, come le abitazioni dei magistrati. I 25 bersaglieri assegnati al comando provinciale dei carabinieri saranno dislocati nelle stazioni presenti nel territorio cittadino. I 25 bersaglieri assegnati, invece, alla Questura di Palermo  pattuglieranno: Corso Calatafimi (da  viale Regione Siciliana fino a Piazza Indipendenza), via Vittorio Emanuele, via Libertà, via Maqueda, via Dante, Via E. Amari. Nei giorni festivi la Questura impiegherà i militari anche nel controllo del territorio nelle zone balneari.

CATANIA - Centro storico, anche in funzione antibullismo, e aeroporto di Fontanarossa: sono queste le due mete fisse scelte dalla prefettura di Catania dove i 90 militari della brigata Aosta dell'esercito svolgeranno la loro attività nel settore sicurezza nel capoluogo etneo. Le altre tre zone dove saranno impegnati in servizio di pattuglia sono il centrale corso Italia, il Castello Ursino e il lungomare sabbioso della Plaia. Le pattuglie in servizio saranno composte da tre persone: due militari dell'esercito e un esponente delle forze dell'ordine, o un carabiniere o un poliziotto, che sarà il capo pattuglia. 
Critico sull'arrivo dei soldati in Sicilia il senatore del Partito democratico e consigliere comunale a Catania, Enzo Bianco. "Non affrontare il problema sicurezza nelle città con un piano serio e articolato rischia di essere soltanto un palliativo, ricalcando l'errore che si sta facendo sul tema dell'immigrazione clandestina". "L'esempio di quanto sta accadendo in questi giorni a Lampedusa - ha aggiunto l'esponente del Pd - è sotto gli occhi di tutti: nonostante il governo abbia voluto mostrare i muscoli sul problema dei clandestini  gli sbarchi sono in continuo aumento. Al pari, impiegare pochi uomini dell'esercito in compiti di pubblica sicurezza, peraltro non nei quartieri più a rischio della città, temo possa rivelarsi solo un'operazione di facciata". "Con i soldi impiegati per finanziare l'invio dei militari - ha osservato l'ex ministro dell'Interno - sarebbe stato invece possibile pagare gli straordinari a un numero doppio di carabinieri e poliziotti, certamente più qualificati e preparati nel presidiare il territorio".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it, Repubblica/Palermo.it, Corriere.it, La Siciliaweb.it]

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05 agosto 2008
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