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Pensioni da fame

Quasi la metà dei pensionati italiani percepisce meno di 1.000 euro al mese

17 aprile 2013

Il 13,3% dei pensionati riceve meno di 500 euro al mese; il 30,8% tra i 500 e i 1.000, il 23,1% tra i 1.000 e i 1.500 euro e il restante 32,8% percepisce un importo superiore ai 1.500 euro. E' quanto emerge dalle rilevazioni diffuse dall'Istat.
Nel 2011 il sistema pensionistico italiano ha erogato 23,7 milioni di prestazioni, per un ammontare complessivo pari a 265.963 milioni di euro; il valore corrisponde al 16,8% del prodotto interno lordo e a un importo medio per prestazione pari a 11.229 euro. Rispetto al 2010, la spesa complessiva per pensioni è aumentata del 2,9% e la quota sul Pil è cresciuta di 0,2 punti percentuali.

Sono inoltre 16,7 milioni i pensionati nel 2011, circa 38mila in meno rispetto al 2010; in media ognuno di essi percepisce (tenuto conto che, in alcuni casi, uno stesso pensionato può contare anche su più di una pensione) 15.957 euro all'anno, 486 euro in più del 2010.
Il 67,4% dei pensionati è titolare di una sola pensione, il 24,8% ne percepisce due e il 6,5% tre; il restante 1,4% è titolare di quattro o più pensioni.
Le donne rappresentano il 52,9% dei pensionati e percepiscono assegni di importo medio pari a 13.228 euro (contro i 19.022 euro degli uomini); oltre la metà delle donne (53,4%) riceve meno di mille euro al mese, a fronte di circa un terzo (33,6%) degli uomini. Il 27,8% dei pensionati ha meno di 65 anni, il 49,2% ha un'età compresa tra 65 e 79 anni, il 23% ne ha più di 80.

I dati sono contenuti nella rilevazione annuale sui trattamenti pensionistici e sui loro beneficiari condotte dall'Istat e dall'Istituto nazionale della previdenza sociale, a partire dai dati dell'archivio amministrativo - Casellario centrale dei pensionati - nel quale sono raccolte le informazioni sulle prestazioni erogate da tutti gli enti previdenziali italiani, pubblici e privati.

Codacons: "Le pensioni vanno rivalutate all’inflazione reale" - Nel 2011 quasi la metà dei pensionati, circa 7,4 milioni, il 44,1% del totale, riceve redditi da pensione per un importo mensile inferiore a 1.000 euro. Lo comunica l'Istat. Per 2,2 milioni (il 13,3%) le prestazioni non superano neanche i 500 euro. Per il Codacons si tratta di un popolo di affamati, persone che non ce la fanno a vivere dignitosamente e che sono costrette a ridurre il quantitativo di cibo acquistato.
Se si considera che per l'Istat  la soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 1.011 euro, ci si rende conto di come una pensione da 500 euro sia una vergogna nazionale. E' per queste pensioni da fame che secondo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2011, il 59,8% delle persone sole con più di 65 anni non può permettersi una settimana di ferie lontano da casa, il 49,6% non riesce a sostenere una spesa imprevista di 800 euro ed il 21% non può permettersi un pasto adeguato ogni due giorni.

Per questo Francesco Tanasi, Segretario Nazionale Codacons, se vogliamo definirci un paese civile, chiede che le pensioni siano adeguate almeno al reale aumento del costo della vita, considerato che un pensionato ha molte più spese obbligate rispetto agli altri e concentra la gran parte delle spese in alimentari e abitazione (acqua, elettricità...). Dal 2002 ad oggi i pensionati hanno avuto un'inflazione da doppia a tripla rispetto a quella media ufficiale, perdendo sempre più potere d'acquisto.
Ecco perché aver bloccato le rivalutazioni delle pensioni sopra 1400 euro lorde, come se si trattasse di milionari, è ignobile, specie se poi si infiammano i prezzi con gli aumenti dell'Iva.

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17 aprile 2013
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