Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Per alcuni ''verità nascoste'' per altri ''fantasiose illazioni''

Nicola Mancino: ''Nel '92 nessuno mi disse di trattative e non parlai con Borsellino''

10 ottobre 2009

"Ad evitare che i titoli di alcuni quotidiani di oggi (ieri per chi legge, ndr), virgolettati, accreditino una trattativa Stato-mafia nel 1992, desidero far presente che intanto si può parlare di una trattativa intavolata con lo Stato in quanto ad autorizzarla abbia dato il suo consenso chi del Governo all'epoca aveva la legittima rappresentanza: il Capo del Governo, il Ministro dell'Interno o il Ministro della Difesa".
Lo ha affermato, in una nota, il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino, a proposito della puntata della trasmissione Annozero andata in onda giovedì sera (LEGGI), specificando che "per quanto riguarda la mia responsabilità di Ministro dell'Interno confermo che nessuno mi parlò di possibili trattative".
"Il riferito incontro, come ricostruito ad 'Annozero' dall'Onorevole Claudio Martelli, fra il capitano Giuseppe De Donno e la dottoressa Liliana Ferraro, all'epoca responsabile dell'ufficio del Ministero della Giustizia già ricoperto dal giudice Falcone, incontro durante il quale il capitano De Donno rappresentava la disponibilità di Vito Ciancimino a collaborare a fronte di garanzie politiche, si concluse - ha proseguito Mancino - con l'invito rivolto dalla dottoressa Ferraro al capitano De Donno di parlarne al giudice Borsellino, incaricato delle indagini. E' questa una trattativa?".

"Quale responsabile, all'epoca, della sicurezza posso confermare - ha aggiunto Mancino - che detti immediato e decisivo impulso sia alla messa a punto e alla approvazione parlamentare di provvedimenti legislativi adeguati a rafforzare l'azione di contrasto alla mafia e delle conseguenti misure di sicurezza per i detenuti più pericolosi, sia alle indagini allora in corso, indicando priorità degli obiettivi da assicurare alla giustizia e fornendo agli investigatori gli adeguati strumenti di uomini e mezzi. Tale azione dette in pochi mesi frutti mai raccolti nel passato".
"Circa il presunto incontro al Viminale con il giudice Paolo Borsellino il giorno del mio insediamento, 1° luglio 1992, ribadisco - ha sottolineato Mancino - le mie ripetute dichiarazioni, confermando di non avere avuto, né quel giorno né successivamente, alcun colloquio con il magistrato. Dal momento che il pentito Gaspare Mutolo è stato citato anche durante la trasmissione televisiva di giovedì 8 ottobre ultimo scorso, allora lo si citi per intero. Infatti, alla domanda di Mutolo, rivolta al giudice Borsellino, sul perché fosse tornato dal Ministero 'tutto arrabbiato, agitato, preoccupato', Borsellino risponde, secondo quanto lo stesso pentito dichiara: 'Viceversa del Ministro mi sono incontrato con il dottor Parisi e il dottor Contrada'".
"La testimonianza di Mutolo è agli atti giudiziari ed è riportata per intero in un volume di cui è coautore uno degli ospiti presenti ieri nella trasmissione. Tutto ciò - ha rilevato Mancino - non è sufficiente per provare che nessun colloquio ci fu tra il Ministro e il giudice in quel giorno?"

"La fantasiosa ricostruzione, poi, dei motivi della sostituzione del Ministro Scotti con altro Ministro, 'più moderato', è superata - ha rivendicato Mancino - da tutto ciò che quel Ministro, io stesso, fece, e dai successi ottenuti nella lotta contro la criminalità organizzata, come possono testimoniare i Presidenti Giuliano Amato, Carlo Azeglio Ciampi, Oscar Luigi Scalfaro, il Senatore Lauro, il Vice Capo della Polizia Prefetto Rossi. Altro che linea morbida rispetto all'altra linea dura!".
"Ripeto con fermezza che le fantasiose illazioni di cui sono oggetto sono smentite dai fatti oltre che dalla loro intrinseca illogicità. Se schegge o apparati di servizi deviati hanno commesso azioni illegali, ciò deve essere dimostrato dalla magistratura. La magistratura proceda anche a verificare le eventuali coperture. Sono certo che la verità potrà essere dimostrata dalle indagini giudiziarie e solo da queste", ha concluso Mancino.

E ieri il procuratore di Palermo Francesco Messineo e quello di Caltanissetta Sergio Lari hanno tenuto una riunione nel Palazzo di giustizia del capoluogo siciliano per discutere delle novità sulla trattativa tra Stato e mafia della strage di via D'Amelio emerse nel corso della trasmissione di Michele Santoro.
Secondo quanto raccontato al giornalista Sandro Ruotolo dall'ex ministro della Giustizia Claudio Martelli - è stato detto in trasmisssione - il giudice Paolo Borsellino sarebbe stato a conoscenza del "dialogo" aperto dall'ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, che agiva per conto di Cosa nostra, con pezzi dello Stato. Una circostanza che potrebbe avvalorare la tesi secondo la quale il magistrato venne assassinato perchè si opponeva alla trattativa.
L'ex ministro della Giustizia Claudio Martelli e l'ex capo degli Affari penali di via Arenula Liliana Ferraro saranno interrogati dai magistrati della Procura di Caltanisetta. Martelli e Ferraro dovranno riferire su quanto emerso nel corso della trasmissione Annozero. L'ex Guardasigilli ha raccontato che Borsellino era a conoscenza della trattativa tra Stato e mafia. E che ad informarlo era stato la Ferraro. Né l'ex ministro, né la Ferraro, in 17 anni, sono andati dai magistrati che indagano sulle stragi a riferire la vicenda.
Ieri in Procura sono stati sentiti il giornalista di Annozero Sandro Ruotolo e l'inviato di Repubblica Franco Viviano.

Martelli: "Mai detto che fu col governo" - "Quando si parla di Stato, si intende non solo il governo pro tempore, ma anche funzionari, prefetti, magistrati, forze dell'ordine. Non ho mai parlato di trattativa tra mafia e governo. Chi intende in questo modo deforma la realtà".
L'ex ministro della Giustizia Claudio Martelli, interpellato dall'Ansa, ripropone così l'episodio del 1992 - di cui ha parlato ad Annozero - fra il capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno e la dottoressa Liliana Ferraro.
Dunque, secondo quanto riferito da Martelli, Ferraro ricevette una visita dal capitano dei carabinieri De Donno che le parlò della disponibilità di Vito Ciancimino a collaborare a fronte di garanzie politiche. L'incontro si concluse con l'invito rivolto da Liliana Ferraro a De Donno di parlarne con il giudice Borsellino, incaricato delle indagini. Successivamente - sempre secondo quanto emerso durante la trasmissione di Rai Due - Borsellino sarebbe stato avvertito direttamente da Ferraro delle disponibilità di Ciancimino.
"Non è la prima volta che parlo di questo episodio - ha detto Martelli - In passato ne feci già cenno in due distinte interviste a quotidiani".
L'ex Guardasigilli ha tenuto, però, a precisare che se da una parte ci sono stati magistrati, come Falcone e Borsellino, "veri eroi di questo Stato", dall'altra esistono anche "funzionari sleali o dirigenti che hanno compiuto veri e propri abusi, fosse anche in buona fede". E ha spiegato: "Il Ros non aveva alcun titolo per intavolare un'azione di persuasione. Insomma, nessun titolo per interloquire in quel modo". E questo, ha argomentato ancora Martelli, perchè era stata costituita la Direzione investigativa Antimafia (Dia), "un servizio speciale integrato da vecchi servizi dei vari corpi di polizia. Spettava, ovviamente, alla Dia un compito del genere e non al Ros".
Martelli ritiene che nell'iniziativa dell'allora vicecomandante del Ros dei carabinieri Mario Mori e del capitano De Donno abbia giocato un ruolo una sorta di forma di presunzione o addirittura arroganza del tipo "ora ve lo facciamo vedere noi come si combatte la mafia". E ha ribadito che "chi parla di trattativa tra Stato, inteso come governo, e mafia deforma la realtà. Stato sono anche quei prefetti, forze dell'ordine e quant'altro che non sorvegliarono la casa della madre del giudice Borsellino. E, dunque, si tratta di una responsabilità ancora più grave di quella che si assunsero Mori e De Donno".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa.it, La Siciliaweb.it]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

10 ottobre 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia