Per amore, solo per amore
Le reazioni politiche (ma non solo) alle dimissioni di Diego Cammarata, dopo 10 anni a Palazzo delle Aquile
Dunque, Diego Cammarata ha annunciato le dimissioni da sindaco di Palermo (LEGGI). Dopo 10 anni a Palazzo delle Aquile, il suo mandato sarebbe scaduto la primavera prossima. Da tempo circolavano indiscrezioni circa la decisione di dimettersi in anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato.
"Sicuramente, non me ne vado - ha detto Cammarata - perché mi sono stancato di fare il sindaco, questa è una sciocchezza. Ma è un atto di amore e responsabilità per questa città"."Non solo ho amato e amo Palermo ma posso affermare che in questi 10 anni - ha aggiunto - mi sono dedicato con spirito di servizio e abnegazione all'amministrazione della città. L'ho fatto privilegiando l'interesse generale e non quello particolare, peggio quello personale". Cammarata ha spiegato che aveva deciso di dimettersi già il 2 gennaio, ma prima di andar via ha aspettato la relazione del ragioniere generale sul patto di stabilità. "Era andato in ferie - ha affermato - e ho atteso il suo ritorno. Volevo rassicurazioni che anche quest'anno sarà rispettato il patto di stabilità".
Sono state numerose le reazioni dal mondo politico e sindacale alle dimissioni di Cammarata.
Per il capogruppo del Pd all'Ars, Antonello Cracolici, "Cammarata, come comandante della Concordia, scappa dalla nave che affonda. Il sindaco ha distrutto questa città e sta lasciando solo macerie; non è una metafora: basta andare a Palazzo delle Aquile e vedere in quale stato di abbandono è ridotto, per rendersi conto del degrado in cui siamo sprofondati".
Secondo Leoluca Orlando, Fabio Giambrone e Pippo Russo del'IdV, "dopo anni di barbarie e dopo i brogli elettorali del 2007, Diego Cammarata lascia palazzo delle Aquile per mettersi al riparo dai molti guasti prodotti. In questi anni ha sgovernato il capoluogo siciliano con clientele, favoritismi di ogni genere e sprechi anche nei Paesi arabi del golfo, mandando in fallimento l'amministrazione comunale e le aziende". Per l'europarlamentare del Pd Rita Borsellino, candidata a sindaco di Palermo, "la parabola del centrodestra palermitano si è conclusa nel modo più vigliacco. Cammarata si è dimesso per non affrontare l'enorme buco di bilancio creato con la sua amministrazione fallimentare. Per salvare il Comune, noi palermitani saremo costretti nei prossimi mesi a pagare un conto salatissimo e a sostenere sacrifici enormi. Altro che amore per la città".
Per il consigliere comunale Nadia Spallitta (Sel), "le dimissioni strategiche di Cammarata, rappresentano l'atto finale di politiche fallimentari e della cattiva gestione della città. Cammarata e la sua giunta - anche se non sono gli unici responsabili - lasciano Palermo in una condizione di abbandono e di degrado, con problemi difficilmente risolvibili, con un bilancio in dissesto, le aziende in liquidazione e sull'orlo del collasso". Per l'ex vicesindaco Marianna Caronia (Pid), le dimissioni sono "una notizia che la città attendeva da tempo e che giunge certamente tardiva. Con le dimissioni di Diego Cammarata si chiude un periodo buio per la città, che è stata abbandonata al suo destino".
"Con le dimissioni di Cammarata si chiude una delle pagine più buie della storia di Palermo", è l'opinione di Gianpiero D'Alia (Udc). Per il deputato regionale Davide Faraone, candidato a sindaco, "ha fallito e una cosa è certa: il centrosinistra da oggi non ha più alibi". "È importante - ha detto il deputato nazionale del Pd, Tonino Russo - che Cammarata abbia deciso di dimettersi, mettendo fine a una fase buia durata 10 anni". Parla di "uomo in fuga" Rosario Filoramo (Pd), mentre Alberto Mangano (Gruppo misto) aggiunge: "Non mangeremo la mortadella, come fece Strano il giorno delle dimissioni di Prodi, perchè siamo persone serie". "È una notizia purtroppo tardiva che auspicavamo da troppo tempo", è il parere del deputato del Pd, Alessandra Siragusa.
"Cammarata, nel delirio dell'epilogo di una tragicomica esperienza amministrativa, tenta di riversare su altri, come il presidente della Regione Lombardo, colpe e responsabilità soltanto sue", ha affermato Nino Lo Presti (Fli). Mentre Fabio Granata (Fli) aggiunge: "le dimissioni di Cammarata, senza voler infierire, sono patetiche".
Il segretario della Camera del lavoro, Maurizio Calà, ha parlato di un sindaco che "non c'era più da tempo. Cammarata lascia per un calcolo di tipo elettorale, a qualche mese dalle elezioni, tutte le grandi partite e le tragedie di Palermo aperte".
La Filcams-Cgil auspica che "che l'assenza di un sindaco e le elezioni amministrative alle porte, non diventino nuova occasione per aggravare ulteriormente la situazione di Gesip spa e Gesip servizi srl, noto bacino elettorale alla mercè dell'attuale classe politica dirigente". "Per Palermo non cambia niente - dice Fabrizio Ferrandelli, altro candidato a sindaco di Palermo -. Era assente da anni". Riccardo Nuti (Movimento 5 stelle Palermo) rincara la dose: "Forse dovremmo tenere presente che, in genere, quando una persona si assenta per anni dal proprio posto di lavoro, viene licenziato, ma nella politica italiana sotto gli occhi di tutti accade l'assurdo a danno di noi cittadini". "Le dimissioni di Cammarata impongono un'attenta riflessione sulla figura che dovrà traghettare il Comune fino alle elezioni", ha affermato Alessandro Aricò, coordinatore provinciale e deputato regionale di Fli.
"Il capitano dovrebbe essere l'ultimo a lasciare la nave, tentando di salvare anche l'equipaggio. Cammarata, invece, se ne va e abbandona una città ormai allo sbando", ha aggiunto il vicepresidente vicario del Consiglio comunale, Salvo Alotta. "Dimissioni fuori tempo massimo per Cammarata, che ha pure la faccia tosta di affermare che lascia i conti del Comune a posto", ha sottolineato Antonella Monastra, anche lei candidata a sindaco.
"Senza entrare nel merito delle vicende politiche riteniamo che bisogna guardare al bene della città, partendo dalla nomina in tempi celeri del commissario straordinario del Comune di Palermo, al fine di affrontare tutti insieme i gravi problemi economici e sociali che la soffocano", ha detto Mimmo Milazzo, segretario generale della Cisl Palermo.
Il Pdl fa quadrato in difesa di Diego Cammarata accusato dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo di essere "stato il peggior sindaco di Palermo della storia". "È semplicemente paradossale che il governatore esprima giudizi sull'amministrazione della città di Palermo, avendo messo in ginocchio l'economia siciliana tra ribaltoni e gestione totalitaria e clientelare della regione", ha affermato il coordinatore regionale del Pdl in Sicilia, Giuseppe Castiglione. "Lombardo - ha aggiunto Castiglione - che oggi si ritrova, tra le altre cose, senza una maggioranza coesa al parlamento siciliano, non può indossare panni da giudice avendo sempre abbandonato una città come Palermo non essendoci mai stato un suo intervento a sostegno dell'amministrazione, come il suo ruolo istituzionale impone, cosa che invece ha fatto il governo nazionale". "Per non parlare delle riforme annunciate da anni dal governatore e mai realizzate: basta vedere oggi in che stato si trovano settori come quello della sanità, dei rifiuti o della formazione professionale per citarne alcuni".
"Al peggiore presidente della Regione che la Sicilia ricordi vogliamo dire con chiarezza che non ha titolo alcuno per ergersi, oggi, a difensore della città di Palermo - hanno aggiunto i coordinatori provinciali e cittadini del Pdl - Lombardo è un non-presidente che, pur frequentando il capoluogo siciliano per motivi istituzionali, non conosce la città e i suoi abitanti, non vive i suoi locali e i monumenti, non ha idea di quali siano le problematiche e i pregi che la caratterizzino, avendo egli scelto di trascorrere le sue ore palermitane blindandosi nel bunker dorato di palazzo d'Orleans".
Al di là di qualsiasi opinione, l'addio di Diego Cammarata comporterà l'arrivo di un commissario straordinario che dovrà assumere i poteri e le competenze di sindaco e giunta. Sui nomi sono tante le indiscrezioni, ma di certo chi verrà scelto dovrà fare i conti con tante emergenze e con una campagna elettorale che si preannuncia infuocata. La nomina spetta al presidente della Regione Raffaele Lombardo, che dopo i toni accesi di ieri, ha stemperato la polemica con Cammarata, parlando di "necessità di svelenire il clima". Il governatore dovrà scegliere tra dirigenti regionali o statali in servizio o in pensione, segretari di comuni o provincia in servizio oppure un funzionario del servizio ispettivo degli Enti locali con esperienza ultraquinquennale. Uno dei nomi circolati nelle ultime ore è quello di Patrizia Monterosso, dirigente e attuale capo di gabinetto di Lombardo. Nell'attesa le funzioni di primo cittadino verranno prese dal vicesindaco in carica Pippo Enea del Pid. Il consiglio comunale resterà regolarmente in carica fino alla scadenza del mandato.
Il sindaco meno amato d'Italia - Diego Cammarata con il 28% (-2% rispetto al 2010), è ultimo nella classifica dell'edizione 2011 del Governance Poll, l'indagine che l'istituto di ricerca Ipr Marketing ha realizzato per Il Sole 24 Ore sul gradimento degli amministratori locali. L'ormai ex sindaco del capoluogo siciliano, è fanalino di coda nella classifica dei sindaci, occupando la 104esima posizione.
E' anche vero che nessun sindaco siciliano entra nella top ten. Girolamo Fazio, sindaco di Trapani, è infatti undicesimo, con il 57% di gradimento, e registra una flessione di 5,7 punti rispetto alla data della sua elezione. Il sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale, è stabile e resta in 22esima posizione. Nella parte bassa della classifica gli amministratori di Siracusa, Roberto Visentin, appena sopra il 50 per cento di gradimento, con una flessione rispetto a quando è stato eletto del 5,6%. Ad Agrigento, Marco Zambuto perde addirittura il 13 % e si posiziona all'87esimo posto. Seguono, poi, gli amministratori di Catania, Raffaele Stancanelli (89); Michele Campisi, Caltanissetta (94); Giuseppe Buzzanca, Messina (96).
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Corriere del Mezzogiorno]