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Per Bagheria

La cittadina alle porte di Palermo continua a lottare contro la mafia, in una battaglia per la trasparenza e la legalità

28 aprile 2005

Bagheria, grosso comune alle porte di Palermo, negli ultimi tempi è ritornato agli onori della cronaca per fatti di mafia.
Sulla cittadina infatti, rinomata per i grandi pregi artistico-architettonici e per aver dato i natali ad importanti personaggi della cultura italiana (solo per citarne alcuni: il pittore Renato Guttuso, il regista Giuseppe Tornatore, il fotografo Ferdinando Scianna, il poeta Ignazio Buttitta) il fantasma della ''primula rossa di Corleone'', il superlatitante Bernardo Provenzano aleggia con prepotenza, e da quelle cronache suddette si è venuto a sapere che il vecchio boss di Cosa Nostra, nei suoi 42 anni di latitanza a Bagheria ha sempre trovato rifugi, copertura e sicurezza.
Come nel Settecento i nobili di Palermo andavano nelle rigogliose campagne bagheresi per rilassarsi, il ricercato n° 1 d'Italia, negli stessi luoghi ha trovato il suo angolo di paradiso. 

Tante connivenze e tanta omertà hanno permesso questa grave onta, ma Bagheria e i suoi cittadini non sono tutti uguali e dell'immagine di città corrotta si sono belli che stancati da un pezzo. 
Vivere con uno status mafioso somiglia, per certi versi, alla vita del Far West, dove la sommaria ed iniqua legge, veniva fatta ed eseguita dalla prepotenza, dal sopruso e dalle armi. E proprio come si faceva nel ''vecchio west'', la sezione locale Democratici di sinistra e della Sinistra giovanile, ha deciso di tappezzare Bagheria con dei manifesti raffiguranti il volto di Bernardo Provenzano, quello ripreso dall'ultimo identikit fornito dalle forze dell'ordine, e capeggiati dalla scritta WANTED.
Nei manifesti, poi ancora un esplicito invito a tutti quelli che con la mafia non vogliono proprio averci niente a che fare: ''CONVIVERCI NON E' UN OBBLIGO. NON AVRE PAURA, DENUNCIA LA MAFIA. LA MAFIA INFANGA BAGHERIA''.

''Abbiamo pensato a questa campagna - ha spiegato Giuseppe Cirpiani, esponente dei Ds, già sindaco di Corleone, oggi assessore comunale a Bagheria alla gestione dei beni confiscati - per rilanciare il tema dell'importanza della ribellione alla mafia in un territorio che continua ad essere la roccaforte di Provenzano. Se Bagheria vuole essere davvero libera, essere governata da istituzioni sganciate da ogni condizionamento e vuole contare su un'economia sana non può non iniziare una seria e profonda lotta popolare per la liberazione dalla mafia''.
Un'idea che è nata quasi per gioco, racconta il segretario della sezione della Sinistra Giovanile, Fabrizio Maggiore, ma che realizzata proprio nella Bagheria che alcuni reputano appartenere a Provenzano, ha acquistato un profondo significato di protesta e ha dato voce a tutta quella popolazione che vuole scrollarsi dal giogo mafioso.
Un azione veramente importante per Bagheria, un comune che rischia l'ennesimo commissariamento per mafia dopo le intercettazioni telefoniche effettuate dai carabinieri del Ros fra un consigliere, coinvolto (ma senza provvedimenti a carico, finora) nell'inchiesta ''Grande mandamento'', e un noto boss bagherese, per il quale una nutrita parte dei consiglieri ne hanno richiesto la sospensione dall'incarico.
Un richiamo alla responsabilità, perché non è giusto colpevolizzare un'intera rappresentanza della parte sana di una cittadina che annovera primati non soltanto nella cultura.
Da alcuni consiglieri del Comune di Bagheria, per esempio, è partita la proposta di aderire all'istituzione di una ''Giornata mondiale contro l'omofobia'' (leggi). Bagheria è inoltre un comune ad avere la figura del Consulente per la realtà omosessuale (nella persona del dott. Piero Montana), e ad aver istituito - unico Comune siciliano e del Meridione - un registro delle unioni civili.

Insomma, una cittadina che può avere sì nel sottosuolo tunnel costruiti per far scappare indisturbato il più ricercato d'Italia, ma che allo stesso tempo lo vuole vedere in galera. Una cittadina dove la voglia di trasparenza, di legalità e di libertà da sempre ha vuluto superare la spregevole cultura mafiosa, e dove la parte sana non soccomberà certo a quella purulenta ed ingiusta.

- A Bagheria non è passata la proposta per istituire una ''Giornata mondiale contro l'omofobia''

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28 aprile 2005
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